L’unione fa la forza. Ambivere Mapello e Valtrighe, tre comunità e un Cre

L’unione fa la forza, lo sappiamo, eppure non sempre è facile ricordarlo. Per fortuna ci pensano le comunità vicine di Ambivere, Mapello e Valtrighe a mostrarci che è possibile e lo fanno aprendo una grande casa per tutti i bambini: il Cre!

Per il terzo anno consecutivo le tre parrocchie hanno scelto di collaborare insieme per dare vita ad un unico Cre, in continuità di un’esperienza di inter parrocchialità e unità pastorale già avviata negli anni precedenti. “Piano Terra” infatti si divide in tre sedi, ognuna delle quali accoglie i bambini di una precisa fascia d’età, con attività finalizzate e attente ai loro bisogni. Ecco quindi ad Ambivere i più piccini, i bambini di prima e seconda elementare; a Mapello invece quelli di terza, quarta e quinta elementare; ed infine a Valtrighe i più grandicelli, i ragazzi delle medie. E per spostarsi da un paese all’altro? Nessun problema! Ci pensano i bus navetta, prontissimi a dare un passaggio a tutti i bambini.

«Abbiamo cercato di realizzare un vero intreccio tra le comunità –spiega Anna Cattaneo, responsabile del progetto-riunendo gli animatori e dividendoli nelle tre sedi senza guardare al “paese d’origine”, così da abbattere un po’ quel vecchio campanilismo.»

Essenziale è la presenza dell’equipe di professionisti che coordinano le attività, ma, come spiega Anna, nei mesi passati l’accento è stato posto sugli animatori, per i quali si è studiata una formazione specifica, in base all’esperienza precedente di ognuno di loro. Per gli adolescenti di prima e seconda superiore la formazione è ruotata sul significato di essere animatore nei diversi momenti di Cre, come il gioco e i laboratori; importante però prima di tutto fare gruppo e lavorare in squadra, realizzando un giornalino, creando la scenografia per la serata finale e organizzando le feste per i genitori. Dopotutto, chi può dire di non aver travato un nuovo amico durante il Cre?

Mentre per i ragazzi di terza, quarta e quinta superiore si è richiesto un passo ulteriore. «Abbiamo formato i ragazzi attraverso 8 incontri finalizzati non solo ad apprendere cosa significa essere animatore, ma anche ad avere uno sguardo educativo sul bambino –specifica Anna. Hanno scoperto diversi valori attraverso l’esperienza diretta in alcuni campi, come l’arrampicata per conoscere cosa significa avere fiducia, oppure la gratuità servendo alla mensa dei poveri. E’ necessario che vivano il Cre responsabilmente: sono loro il futuro delle comunità.»

Ne sa qualcosa Caterina, 16 anni a breve, animatrice di Mapello, circondata da un folto gruppetto di ragazzine, tutte volenterose di conoscere da dove provengono i suoi coloratissimi braccialetti. A lei è stato affidato l’incarico di guidare la preghiera il martedì mattina: un compito bello impegnativo!

Gli animatori insegnano che condividere e collaborare insieme è possibile, ma le comunità s’intrecciano anche grazie ai volontari, che, con le più svariate competenze, danno una mano in vari momenti del Cre: le pulizie, i laboratori manuali, la cucina e tanto altro ancora.

«Cerchiamo di coinvolgere gli adulti perché il Cre non sia più visto come un parco giochi, piuttosto come una viva espressione delle comunità. –racconta ancora Anna. Per esempio, ai genitori che accompagnano i bambini durante le gite è richiesto di rispettare una semplice regola: partecipare all’esperienza non esclusivamente con i propri figli ma anche con gli altri bambini. Servono energie maggiori naturalmente ma è necessario per costruire insieme.»

Il Cre inter parrocchiale si fa casa di una famiglia allargata; quindi per “Piano Terra” sono state programmate attività indicate a vivere le realtà e il territorio di tutte e tre le parrocchie. Per esempio, il mercoledì è obbligatorio presentarsi al Cre muniti di bicicletta, per spostarsi nel pomeriggio alla scoperta delle diverse associazioni che operano ad Ambivere, Mapello e Valtrighe in differenti campi, tra cui quelle attente ai poveri, sia delle tre comunità che del mondo.

E’ un pianeta che si apre questo e perché sia così, bisogna cominciare dalle piccole cose, come insegnano i bambini. Magari imparando a spalancare le porte ai propri vicini di casa.