Ma le suore ridono e raccontano barzellette? Il senso della gratuità

Cara suor Chiara, sono un atalantino, tifoso, di quelli ragionevoli che non si ammazzano e non ammazzano per una partita. Ma sono tifoso e mi sto già attrezzando per l’inizio del campionato. Siccome sono anche credente e vedo con molta simpatia la vostra esperienza vorrei chiederti una cosa. Non seguirete l’Atalanta, immagino (o sì, invece?) ma mi piacerebbe sapere quale posto ha nella vostra esperienza monastica il divertimento, la “distrazione” sana, la pausa. Vi raccontate qualche volta delle barzellette? Io ne avrei molte da raccontarvi, ma dovrei fare una cernita. Non sono tutte “da suore”. Scusami l’impertinenza. Ma sono proprio curioso di sapere. Andrea

L’esperienza di Dio, caro Andrea, non esclude la “sana” distrazione, la pausa e il divertimento! Al contrario, questi momenti sono indice di serenità interiore, di sanità psicologica, di gioia e di contentezza. Oltre ad essere necessari per ricuperare le energie fisiche e interiori, essi testimoniano che anche Dio ama divertirsi, sorridere e ridere, più di quanto ci immaginiamo. Con troppa leggerezza, purtroppo, consideriamo la vita cristiana una realtà troppo impegnativa e seria, che toglie la gioia di vivere e la possibilità di divertirsi. L’allegria e il sereno svago al contrario, sono alcuni aspetti del cammino della santità.

L’ALLEGRIA DI DON BOSCO E FRANCESCO “GIULLARE”

Per Don Bosco, ad es., la santità consiste nello stare molto allegri, poiché la tristezza o l’inquietudine sono indice di un cuore non orientato al Signore; egli considerava il gioco e ogni attività ricreativa altamente educativi, rivelatori di cuori e di esistenze contente e in pace. Il nostro padre san Francesco, poi, desiderava essere il “giullare di Dio”. La gioia e l’allegrezza sono frutti dello Spirito Santo che attraverso un cammino di conversione plasma in noi l’uomo nuovo! Fuori da questa logica il divertimento è sovente ricercato per l’euforia, il piacere che può dare o per i risultati competitivi che si possono ottenere. Il passatempo secondo il vangelo, invece, aiuta a sperimentare ed esprimere la gratuità del vivere e la gioia che abita nei nostri cuori! Il gioco crea legami di fraternità e di solidarietà, aiuta a ridimensionare le problematiche quotidiane consentendoci di stare in modo più positivo nella vita che, pur nella serietà di particolari situazioni complesse e tribolate, riserva sempre il suo aspetto divertente. Per allenare lo sguardo e cogliere tutto questo è necessario uscire dal nostro io e dai nostri problemi, che per quanto seri, non esauriscono tutto il mistero della vita! A questo proposito i tempi di relax e di gioco ci sono di aiuto: essi infatti ci staccano un poco da noi stessi, donandoci di vedere e gustare le belle sorprese che l’esistenza, pur impegnativa, riserva a tutti.

LA NOSTRA “RICREAZIONE”

Anche noi, sorelle clarisse, godiamo e gustiamo momenti e spazi di pausa! La nostra giornata, attraversata dal silenzio, dalla preghiera, da una vita di fraternità ci regala un tempo ricreativo, la sera da dopo cena sino all’ora di compieta, prima del riposo. Questo tempo, vissuto dall’intera fraternità, è il momento di assaporare la gioia di stare insieme: parlando tra di noi, dilettandoci nel gioco, scherzando, ridendo, raccontando anche le barzellette, condividendo il vissuto della giornata ecc. cresciamo nella comunione e nella familiarità semplice e spontanea. La ricreazione serale è per tutte noi il momento in cui allentare le eventuali “tensioni quotidiane” e ricrearci nello stare tra di noi in modo sereno e gioviale. In alcune circostanze e feste liturgiche particolari, poi, non mancano neppure giochi a squadre di vario genere; anche la musica e il teatro sono un occasione importante per gustare momenti sereni e gioiosi e per innalzare al Dio della vita la nostra gratitudine e la nostra gioia per il dono della vita e della fraternità.