Il “buon anno” di suor Chiara

Immagine: Caravaggio, Madonna con Bambino e sant’Anna (particolare)

Fine dell’anno, inizio dell’anno nuovo. Pensiamo proprio che nel monastero non farete il veglione. Ma vogliamo credere che tu, monaca, avrai anche in questa circostanza qualche augurio da fare ai nostri lettori. Grazie. Redazione

Abbiamo iniziato il nuovo anno: uno squarcio di eternità si apre dinanzi a noi. Nel cuore e nella mente riecheggiano gli scenari mondiali segnati da violenza, guerra, precarietà e crisi che ci hanno accompagnato nell’anno che abbiamo salutato. Si dischiude un tempo nuovo, tempo di grazia, dono di Dio per il quale rendere grazie. Esso è carico di attese e aspettative, un nuovo “principio” che ci auguriamo di accogliere con cuore grato e riconoscente, come opportunità che Dio ci regala per rinsaldare la sua alleanza con noi. Dio continua ad avere fiducia in noi e ci regala uno spazio di tempo che rimane spazio di vita e salvezza. Con questi sentimenti, in questo “oggi” che racchiude il tempo di Dio, vogliamo guardare il passato con gratitudine, vivere il presente con rinnovata passione, guardare il futuro con speranza.

IL PASSATO

Guardare il passato con gratitudine: l’anno trascorso è stato una opportunità di vita, non affidata al caso, ma alla nostra responsabilità, all’esercizio della nostra libertà giocata al meglio in tutto ciò che la vita ci ha riservato e che la storia ci ha permesso di scrivere attraverso la nostra personale adesione. Forse dovremmo assumerci il peccato di qualche omissione e infedeltà da affidare alla misericordia del Signore e dei fratelli feriti dalle nostre incoerenze e tiepidezze. Ma dentro la storia di peccato e di grazia, Dio è stato con noi, non ci ha lasciato soli, ha continuato a donarci il tempo come opportunità di vita, ha scritto la sua storia di salvezza, ha accolto il bene seminato, i progetti realizzati, i germi di vita disseminati nel quotidiano, nel piccolo e nel grande mondo, ci ha educato alla scuola del suo amore fedele e della sua provvidenza.

IL FUTURO

Guardare il futuro con speranza: la speranza non è illusione, né fuga dalla realtà, ma è fiducia in Colui che ha creato tutte le cose e ha posto l’uomo al centro della creazione perché la domini e la sottometta. Dio è il fondamento della speranza, il Dio di Gesù che possiede un volto umano e che ci ha amati sino alla fine, ogni singolo e l’umanità intera. Egli è presente là dove il suo amore ci raggiunge e ci dà la possibilità, ogni giorno, di perseverare in un mondo che è segnato dal limite. È la virtù dei forti; di quanti non si arrendono a un futuro nuboloso, non ascoltano sgomenti i profeti di sventura, non si lasciano vivere dalla vita, ma la assumono e l’abbracciano con intensità e fede, perché sanno credere nella forza dirompente del bene che sconfigge il male. La vita ha vinto ogni morte, è segnata dalla presenza del Risorto che guida la storia personale e sociale verso il fine per il quale tutto è stato creato. La speranza fa assumere la storia con tutta la sua valenza di male e di bene, di pace e di guerra, e induce a collaborare perché il tempo sia dono e spazio di vita per tutti. Nonostante i fallimenti la vita e la storia sono custodite nel potere indistruttibile dell’Amore e, grazie ad esso, assumono significato e importanza. Guardare il futuro con speranza è dare priorità al tempo, occuparsi di iniziare processi più che possedere spazi, privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono i fratelli perché fruttifichino al tempo opportuno. Allora la speranza indica la meta verso la quale tendere e fa radicare nel presente.

IL PRESENTE

Il presente è il tempo di una rinnovata passione e impegno che prepara la novità del futuro, della progettualità e della dedizione incondizionata in ogni ambito del vivere, dentro la sacralità di ogni vocazione a servizio del bene di tutti. Richiama l’urgenza di riappropriarsi di uno stile di vita con valori chiari e perseguibili, vissuti con onestà e rettitudine, per ridonare fiducia e speranza ed edificare una nuova civiltà dell’amore. È il tempo per ritrovare momenti di interiorità per prendersi cura di sé, lasciare spazio a Dio e mostrare il volto purificato, pacificato e illuminato dalla Sua presenza, che riconcilia con la vita e dona uno sguardo nuovo sull’altro visto come fratello e non come nemico, il momento favorevole, l’”oggi” di Dio da accogliere con gratitudine!
Affidiamo all’intercessione di Maria, Madre di Dio con la quale apriamo questo nuovo anno, tutti i desideri di bene che sono nel cuore dell’umanità, accompagnandoli con la benedizione che la liturgia ci regala in questo giorno, perché il nuovo anno ci sia propizio:

“Vi benedica il Signore e vi custodisca
. Il Signore faccia risplendere per voi il suo volto e vi faccia grazia.
Il Signore rivolga su di voi il suo volto e vi conceda pace.”