Pellegrini nel Cyberspazio: cattolici e giornalisti, non giornalisti cattolici

“Più che di giornalisti cattolici, è tempo di parlare di cattolici giornalisti”. Può sembrare uno slogan ad effetto l’osservazione del cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona e Osimo, pronunziata proprio al secondo meeting nazionale dei giornalisti cattolici “Pellegrini nel cyberspazio – comunicare Dio” a Grottammare, davanti a una platea di quasi duecento giornalisti, esperti di comunicazione, uffici stampa, responsabili diocesani degli uffici di comunicazioni sociali.
Eppure non siamo stati gli unici a notare che dietro questa frase si nasconde molto di più: un ribaltamento di prospettiva e una sfida per il futuro: non è tanto una questione di etichetta, ma di sguardo.
L’informazione cattolica, come hanno sottolineato anche altri ospiti del meeting, da Andrea Tornielli, vaticanista de La Stampa e responsabile di Vatican Insider, ad Andrea Melodia, presidente nazionale Ucsi, ha bisogno di coraggio, di slancio e di speranza. Di non nascondersi dietro i “valori non negoziabili”, come ha aggiunto ancora il cardinale Menichelli, perché di fatto lo sono tutti, ma questi non sono tempi di barricate ma di incontri concreti, di dialogo, di misericordia, sulla traccia che indica Papa Francesco. “Bisogna guardare la realtà – ha sottolineato Tornielli – e allo stesso tempo lasciarsi ferire da essa, lasciarsi spiazzare, mettendo da parte ciò che si crede di aver capito. Non si mette in discussione ciò che abbiamo di più profondo, ma il resto sì. Non chiamarsi mai fuori quando si descrive una realtà grave, oscura, pensare sempre che anche noi siamo coinvolti. Non cedere alle semplificazioni”. La comunicazione è un tema che non riguarda solo i giornalisti di professione, ma tutti coloro che nelle comunità si assumono la responsabilità di trasmettere le informazioni. Con la consapevolezza che la mediazione comunicativa resta nelle mani dei professionisti: “Tutti oggi hanno la sensazione di dover fare tutto – ha aggiunto Tornielli – ma il futuro del giornalismo è nella specializzazione. Bisogna saper costruire un rapporto di fiducia e di autorevolezza con i lettori”. Tornare al cuore di una professione che oggi viene spesso svalutata e che conserva invece la responsabilità di aiutare le persone a orientarsi e a comprendere una realtà complessa, che muta velocemente, governando il flusso ininterrotto di notizie che arrivano da tutti i media.
Il cardinale Menichelli ha sottolineato che “essere cattolici non deve manifestarsi in qualche espressione clericale. Bisogna parlare a tutti, anche a chi non è cristiano, essere aperti al mondo, andare anche in spazi anticattolici e coltivare una cultura del dialogo e dell’incontro”.
Anche il Santo Padre ha lanciato a questi “suoi” giornalisti riuniti nel convegno un messaggio luminoso: li ha invitati ad “attingere alle risorse spirituali la forza per trattare le cose del mondo, ponendo Dio al vertice della scala dei valori e promuovere il sorgere di un nuovo umanesimo illuminato dallo splendore della verità”. Comunicare Dio, insomma, tenendo uno sguardo al cielo ma senza dimenticare di camminare sulla terra.