“Riposatevi un poco”. Vicinanza a Gesù e possibile senso delle vacanze

Foto: “Venite in disparte… in un luogo deserto”

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare (Vedi Vangelo di Marco 6, 30-34. Per leggere i testi di domenica 19 luglio, XVI del Tempo Ordinario, clicca qui)

L’immagine del “pastore” e profeta ritorna spesso nelle letture di questa domenica. Nel vangelo Gesù è un pastore che si emoziona di fronte alle folle che gli vanno dietro, “perché erano come pecore che non hanno pastore”.

Con questo brano inizia quella parte del vangelo di Marco che si chiama “sezione dei pani”. Per quasi due capitoli l’evangelista parla spesso di temi relativi al pane, al cibo, al mangiare…

GESÙ, SOLO, CON I SUOI

Gesù sceglie e manda, in nome suo. Manda gli “apostoli”, cioè gli “inviati” (il termine “apostoli” ricorre solo in questo passaggio del vangelo di Marco). Questi vanno e poi tornano e riferiscono tutto quello che hanno fatto e insegnato. Non è l’esigenza di riferire a un superiore, un’esigenza d’ordine. È qualche cosa di più impegnativo: Gesù rimane al centro di tutte le attività degli apostoli ed è per questo che gli apostoli, tornando, devono riferire a lui. Gesù li invita a stare per un po’ “in disparte”. L’espressione “in disparte” si trova in momenti particolari, importanti e difficili, del vangelo di Marco. Qui siamo tra la prima parte del ministero di Gesù e la moltiplicazione dei pani che porrà seri interrogativi a tutti i discepoli circa la persona di Gesù e creerà molte rischiose aspettative attorno a lui. Si ritirano, dunque, in un “luogo solitario”. Il termine greco significa anche “deserto”, il luogo in cui Israele incontra Dio, durante il peregrinare verso la Terra Promessa. Lì  Gesù e i suoi possono riposarsi un po’. Non è solo riposo fisico, ma intimità con Gesù, familiarità con lui.

LA GENTE LO CERCA. GESÙ SI COMMUOVE

Ma l’intimità non è possibile. Molta gente cerca Gesù, lo assedia. È probabile che Marco accenni qui alle attese che poi esploderanno con la moltiplicazione dei pani: alcuni pensano a un Messia politico, altri a un Messia militare. Di fronte a tutte queste attese Gesù reagirà duramente. Ma non si irrita per questo fraintendimento. Lo guarda anzi con paterna comprensione. Si commuove per la gente perché gli appare come un gregge senza pastore. Non è un’immagine peregrina, come sappiamo. Nel Vecchio Testamento spesso Israele è paragonato a un gregge che è guidato o direttamente da Dio (salmo 23, e salmo 78, 52), oppure da pastori che Dio ha posto a capo: Mosè (salmo 77, 21), Davide (salmo 78, 70-72)… Qui Gesù si rivela il vero pastore di Israele.

A conclusione Marco dice che Gesù insegnava molte cose. Insiste ancora una volta sul fatto che Gesù insegna senza precisare il contenuto. Qui si vuole dire non solo l’abbondanza di quello che Gesù dice ma anche la sete della gente che desidera ascoltare. La folla “senza pastore”, affamata trova il cibo: la Parola.

“IN DISPARTE, IN UN DESERTO”

Gesù dunque dice ai suoi amici: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po”. Non è forzatura se cerchiamo di vedere in questo invito, una qualche indicazione su cosa significa riposare, fare vacanza: il senso cristiano delle ferie. Il termine “vacanza”, per la verità non è felicissimo. “Dal latino: ‘vacantia’ neutro plurale sostantivato di ‘vacans’, participio presente di ‘vacare’ essere vuoto, libero”. Il senso di vuoto della vacanza mal si combina con il senso pienissimo del riposo suggerito dal vangelo di oggi. Gesù chiama i suoi in disparte, non per non aver nulla, ma per poter avere lui, senza intralci, lui che è tutto per loro.

Ognuno di noi può trarre da questo spunto qualche suggerimento per le vacanze che ha fatto o che farà. Essere buoni cristiani in vacanza non significa certo pregarlo tutto il giorno, in montagna o in spiaggia, ma liberare il cuore dai molti impacci. Sono quelli che ci impediscono di pregarlo, di gioire quando lo incontriamo nelle assemblee delle nostre feste, di servirlo disinteressatamente nei fratelli.