Le preoccupazioni non vanno in vacanza. La sana “spensieratezza” del discepolo del Signore

Foto: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre… (Matteo 6,26) 

Cara suor Chiara, sono in vacanza al mare. Non so se è una mia impressione, ma mi sembra che la gente sia un po’ meno spensierata del solito. Tu cosa pensi? Che è meglio che la gente torni all’essenziale? Oppure che è crudele che le si tolga anche quel paio di settimane di spensieratezza all’anno? Alberto

Le inquietudini non vanno in vacanza, caro Alberto; non esistono spiagge così fantastiche da farle dimenticare; ciò che pesa nell’intimo del cuore persiste anche nel tempo delle ferie ed è comprensibile rimanerne condizionati.

COGLIERE LE GIOIE

Concedersi periodi di riposo dalle diverse preoccupazioni e apprensioni che quotidianamente ci affaticano, è, tuttavia, estremamente importante e necessario.

La vita, infatti, insieme ai suoi travagli, offre a tutti piccole e semplici gioie che ci aiutano a ricuperare energia e contentezza: imparare a riconoscerle e a gioirne, nonostante la fatica del vivere sia reale, è vitale; dispiace constatare che, purtroppo, non siamo abituati a cogliere, apprezzare e gustare i momenti lieti che ogni giorno vengono regalati a tutti dalla mano provvidente di Dio, tanto necessari per riappropriarsi la virtù cristiana della spensieratezza.

Non si tratta di fingere per qualche giorno che tutto vada bene e nulla ci turbi, o, peggio, provare forti emozioni nella speranza che queste diano anche solo un breve sollievo al cuore, illudendo che tutto sia finito, ma di regalare a noi stessi, quando e quanto ci è possibile, uno stile di vita più tranquilla.

…E il tempo delle vacanze è particolarmente adatto, perché può aiutarci a godere delle dimensioni positive e liete della vita. Prendendo un poco le distanze da tutto ciò che ci “affatica”, potremo, infatti, vederlo con più lucidità, contestualizzarlo e delimitarlo.

LA SPENSIERATEZZA, VIRTÙ DEL CRISTIANO

Per il cristiano, il ritorno all’essenziale è direttamente proporzionale alla spensieratezza, che è vera e propria virtù per il credente!

Affidare la propria esistenza a ciò che è eterno e duraturo, infatti, consente di vivere più serenamente, nella certezza che la nostra esistenza, pur complessa e colma di contraddizioni, è nelle mani di Dio, che si prende cura di noi come nessuno può fare a questo mondo: “Non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?  – leggiamo nel Vangelo – Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. (…) Non preoccupatevi dunque dicendo: ‘Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?’. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena» (Mt 24-34).

Se non ricuperiamo questa dimensione non impareremo mai a vivere “spensierati” (cioè senza pensieri) nel senso cristiano del termine, ma      finiremo per moriregoccia a goccia” intrappolati nelle nostre sofferenze e inquietudini, che, pur reali e serie, non esauriscono il mistero e la ricchezza della vita.

” HO DECISO DI VIVERE SENZA ALCUN PENSIERO”

“Mio Dio, – pregava il beato Claudio de la Colombière – sono talmente certo che tu vegli su coloro che sperano in te, sono così certo che non possiamo mancare di niente se attendiamo da te ogni cosa, che ho deciso di vivere in futuro senza alcun pensiero e di riversare in te tutte le mie inquietudini: “…mi addormento in pace, appena vado a riposare, perché tu solo, Signore, mi rendi sicuro” (cfr. Sal 4,9).”

Gesù non vuole che ci preoccupiamo troppo dei problemi della nostra vita, come se tutto dipendesse da noi, ma ci invita ad affrontarli con fiducia, perché Egli ha cura di noi e la provvidenza sorge prima del sole.

Nella vita di san Luigi Gonzaga si racconta che mentre stava giocando con degli amici qualcuno domandò: “Che cosa fareste, se vi dicessero che tra due minuti morirete?”. San Luigi rispose: “Io continuerei a giocare!”.

Neanche il pensiero della morte ormai vicina può togliere il sorriso e la spensieratezza a colui che è abbandonato come un bimbo nelle mani di Dio.