Giù il calcagno dal cuore del Papa. Il Vaticano, i corvi e la preghiera per il Papa

Foto: mons. Aleja Balda e Maria Immacolata Chouaqui, al centro delle indagini sulle fuga di notizie riservate dal Vaticano

PREGHIAMO PER IL NOSTRO PAPA FRANCESCO

Papa Francesco, con un’insistenza che non può lasciare indifferenti, chiede che, per favore, si preghi per lui. Quando lo sento, mi viene in mente la preghiera per il Papa imparata in Seminario. La guida della preghiera intonava: Preghiamo per il nostro Papa (e diceva il nome del Papa pro tempore). Oggi direbbe: Preghiamo per il nostro Papa Francesco. E l’assemblea dava seguito con questa bella  invocazione: “Il Signore lo conservi, gli doni vita e salute, lo renda felice sulla terra e  non lo abbandoni in mano a chi gli vuol fare del male”.

IL SIGNORE LO SALVI DA CHI GLI VUOL MALE

Negli anni del Seminario, all’ultima parte dell’invocazione di questa preghiera veniva da pensare ai tanti avversari del Papa che a quell’epoca imperversavano nel mondo e naturalmente si pensava in primo luogo a Stalin e seguaci; ai laicisti più accesi, che vedevano nella Chiesa e nel Papa dei maledetti oscurantisti; ai materialisti pratici, che mettevano in ridicolo i profeti dei valori spirituali.

E così è stato per parecchio tempo, finché non ci siamo resi conto che a danneggiare la Chiesa e a “dar dispiacere al Papa” ci riusciamo bene anche noi che siamo nella Chiesa, quando nell’agire, nel prendere posizione sulle cose di Chiesa ci lasciamo guidare da criteri mondani.

Papa Francesco, più di ogni altro Papa dei tempi recenti, ha denunciato i peccati di parrocchia e ha invitato anche la Curia romana e tutte le Curie, ma anche i singoli pastori e fedeli, a guardarsi dalla mondanità, facendo eco a quello che diceva Gesù: “Tra voi non deve essere come nel mondo“.

UN CALCAGNO SUL CUORE DEL PAPA

In questi ultimi tempi, con i ripetuti scandali provenienti anche da dentro la stessa Curia Romana si rende più pressante il dovere di pregare per il Papa secondo la formula antica appena citata. Chissà quante volte ha dovuto constatare  con amarezza che “anche l’amico in cui confidava, anche colui, con il quale divideva il pane, alzava contro di lui il suo calcagno” (Sl 41,10).

Alle notizie di questi cattivi comportamenti prima nei confronti di Benedetto XVI e ora di Papa Francesco, mi son chiesto che cosa può passare nel cuore di un Papa in certe circostanze. Mi è venuto in mente il salmo 55, 13-15: “Se mi avesse insultato un nemico, l’avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto.  Ma sei tu, mio compagno, mio amico e confidente; ci legava una dolce amicizia, verso la casa di Dio camminavamo in festa“.

Ma, pur nell’amarezza, la preghiera del salmo 55 (v. 17-19) continua: “Io invoco Dio e il Signore mi salva. Di sera, al mattino, a mezzogiorno mi lamento e sospiro ed egli ascolta la mia voce; mi salva, mi dà pace“.  E in questo senso deve andare anche la nostra preghiera per il S. Padre.

LA PREGHIERA DELLA CHIESA PER PIETRO

La preghiera per il Papa non è una pratica di fedeli bigotti come pensano anche molti “cristiani adulti”. È invece un atteggiamento antico quanto la Chiesa. Negli Atti degli Apostoli (12, 5) è detto che, mentre Pietro era in prigione, una preghiera saliva incessantemente a Dio dalla Chiesa per lui.

Nei tempi recenti, è storicamente accertato che il pregare per il Papa è diventato un impegno quotidiano a partire dal sequestro di due Papi (Pio VI e Pio VII) operato da Napoleone nel tentativo di soggiogare la Chiesa alle sue mire imperiali. Durante il sequestro dei due Papi si verificò un fatto inatteso: le popolazioni, ogni volta che il Papa veniva trasferito da un domicilio coatto all’altro, accorrevano a fargli festa e a incoraggiarlo. Ciò fu visto come il segno che nella gente sopravviveva il concetto di S. Ambrogio secondo cui: “Dove c’è Pietro c’è la Chiesa” e che, quindi, se si tocca il Papa si tocca la Chiesa. Un poeta dell’epoca, immagina Napoleone sul suo cavallo imperiale, e scrive: “E dietro a lui, nell’ombra, martire, dolce e pio,/passava in ceppi avvinto, nel suo Vicario, Cristo;/tra il riso scellerato degli iscarioti, e il tristo/ sonno dei pii, dormenti nella vigna di Dio…“.

È in questo contesto che riprende intensa la pratica di pregare per il Papa e, con il preciso scopo di svegliare dal tristo sonno i pii dormienti nella vigna di Dio, nasce in tutta Europa l’Azione Cattolica.

Certo, nessuno avrebbe pensato che tante anime pie di oggi sarebbero state non solo dormienti di un sonno tristo, ma che si sarebbero alleate agli iscarioti per far del male al Papa. Invece, come si vede, è successo anche questo. Urge quindi come al tempo di Napoleone un sussulto di vitalità cristiana fatto di preghiera e di impegno serio.  “Il Signore davvero conservi il Papa, gli doni vita e salute, lo renda felice sulla terra e non lo abbandoni in mano a chi gli vuol fare del male“.