A Palazzo Creberg torna la storia di Giobbe con le opere di Francesco Betti

La Fondazione Credito Bergamasco presenta nel Salone principale di Palazzo Creberg, in Largo Porta Nuova a Bergamo fino al 26 febbraio l’esposizione Giobbe. La notte e il suo sole, la mostra itinerante realizzata dalla Fondazione, con opere di Francesco Betti, che nel corso del biennio 2014/2015 – grazie anche alla collaborazione con il Banco Popolare – ha toccato le località di Romano di Lombardia, Serina, Lovere, Grumello del Monte, Verona, Pitigliano (GR) e Genova, riscuotendo un grande apprezzamento da parte dei numerosi visitatori (circa 20.000 in totale).

Quarto appuntamento del progetto che la Fondazione Credito Bergamasco ha negli anni portato avanti con artisti come Mario Paschetta (autore di Genesi), Angelo Celsi (Vita Vitae) e Doriano Scazzosi (Panis Vitae), la mostra affronta un tema particolarmente vicino al periodo di difficoltà che la nostra società sta vivendo, con uno sguardo però rivolto alla più ampia e profonda dimensione umana. «Risulta immediata l’associazione tra il crescendo di vicende negative che il personaggio biblico è chiamato a sperimentare e la crisi che stiamo soffrendo e dalla quale sembra, a volte, impossibile uscire. Eppure dalla crisi si esce; l’itinerario di Giobbe – per quanto profondamente tormentato e, in molti aspetti, disperato – si conclude nella serenità, ancor più preziosa dopo annose tribolazioni, costituita da una vita rinnovata nel segno della libertà, della prosperità, degli affetti, della progenie e del futuro», riflette così sul senso della mostra Angelo Piazzoli, Segretario Generale della Fondazione.

GIOBBE, L’OSCURITÀ SARÀ PER TE COME L’AURORA

Chi ha avuto l’occasione di rapportarsi con il libro di Giobbe sa bene che è un libro difficile, un libro in cui la fede del giusto è messa in discussione da una sofferenza irrazionale, cui l’uomo non può che ribellarsi. Giobbe però rivela anche che la via d’uscita dalle sciagure non può essere trovata nella fuga, nell’allontanamento da Dio ma al contrario si concretizza nella fede, nell’uomo che rivolge a Dio stesso le sue domande esistenziali e gli interrogativi con cui tutti, prima o poi, devono fare i conti.

«Il libro di Giobbe è un inno alla povertà del vivere ma anche alla meraviglia del credere e contiene l’affermazione che Dio apprezza molto la persona che si ribella, discute, ragiona, dialoga» sottolinea monsignor Tarcisio Tironi, Presidente del Museo d’Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia.

Un tema difficile che Francesco Betti risolve felicemente in 13 opere realizzate per l’occasione, opere in cui i pochi personaggi, dai profili accennati o dalle marcate fisicità, si stagliano, con intensità drammatica, su campiture cromatiche che lasciano visibile il gesto, aumentandone la forza e l’effetto. Una genesi frutto di ricerca e confronto, che così lo stesso artista racconta: «La prima lettura del testo biblico mi ha lasciato sconcertato. Poi a poco a poco, approfondendo e facendo delle ricerche, ho compreso che in realtà quella che viene raccontata è una storia d’amore: il male non è definitivo ma presenta una via d’uscita. Non mi sentivo legato all’iconografia classica di Giobbe e per questo, in un lavoro che è durato circa 6 mesi, ne ho cercata una più personale, accettata da tutti con grande apertura».

FRANCESCO BETTI, LA SEMPLICITÀ DELLA RICERCA

Un  ragazzo di 34 anni, Francesco Betti, che nel panorama artistico bergamasco si distingue per umiltà e semplicità, riservato e restio a qualsiasi esibizione. Una giovane carriera la sua, frutto più che altro delle circostanze e della convinzione di chi ad un certo punto è riuscito a scorgere nel suo lavoro le buone potenzialità che possiede e da lì lo ha sostenuto e ha creduto nel suo talento. «Finita l’accademia, non credevo di proseguire con costanza il lavoro pittorico. L’incentivo a riprendere un percorso artistico è arrivato solo dopo, grazie all’insistenza di Mauro Scaini che ha condiviso con me uno spazio, il suo capannone, dove ancora lavoro. Sempre un po’ per caso, dallo studio i miei lavori sono stati notati da Alberto Sangalli, il quale mi ha indicato alla Fondazione, grazie al cui sostegno è nata la mia prima mostra personale, In Itinere».

Una mostra questa riassuntiva del suo percorso creativo degli anni 2010 e 2011, una mostra dove le opere sono coerentemente collegate portando dinanzi agli occhi una sequenza di figure umane all’interno di paesaggi appena suggeriti da campi di colore piatto, in una dimensione quasi onirica, che ricorda l’opera di alcuni illustratori. Un processo creativo che Betti non ha abbandonato e che lo ha portato, proprio quest’anno, ad inaugurare una nuova personale sul mondo circense, Cirque, dove ancora risulta evidente la dimensione immaginaria e il grafismo dei corpi, sottili e sinuosi. Rappresentazioni in cui la possibile interpretazione è solo accennata perché, come per tutte le sue opere, «non pretendo di avere un messaggio universale, inequivocabile. Qualsiasi sentimento, qualsiasi emozione che le mie opere possono generare in chi le osserva è sincero e rispettabile».

Un artista, un creativo, che non si preclude nessuna possibilità, che non vuole incasellarsi in precise tecniche o in limitati campi di azione. Così, se da una parte non predilige nessuno strumento artistico, muovendosi dai pastelli, alla matita, ai gessi, non disdegna di lavorare anche in campi diversi, come il design, partecipando ormai da un anno, al collettivo artistico Vontree, dove con altri tre ragazzi, lavora con serietà, entusiasmo, ma anche con un pizzico della sua spensieratezza, che forse lo porta a non prendersi mai troppo sul serio, alla progettazione di mobili e interni dove protagonisti sono legno e materiali poveri. «Siamo alla ricerca costante e ossessiva della bellezza», questa la sintesi del suo lavoro, di artista e di creativo.

1Sarà possibile visitare la mostra da lunedì 8 a venerdì 26 febbraio 2016, durante gli orari di apertura della filiale del Credito Bergamasco di Largo Porta Nuova, 2: da lunedì a venerdì, dalle ore 8.20 alle ore 13.20 e dalle ore 14.50 alle ore 15.50.
Catalogo in distribuzione gratuita.