Sulle tracce di Costantino Beltrami: una mostra al Museo di Scienze Naturali

Viaggiatore ed esploratore, Costantino Beltrami, nato nel 1779 in città, è un personaggio affascinante e poco conosciuto. Duecento anni fa scoprì le sorgenti settentrionali del fiume Mississippi. A lui sono stati dedicati studi, cortometraggi, canzoni e una contea nello stato del Minnesota, proprio dove fece i suoi viaggi e visse con i nativi.

Fino al 10 marzo 2024 è allestita al Museo di Scienze Naturali in Piazza Cittadella a Bergamo Alta una collezione di reperti che raccontano la storia e le scoperte di Beltrami nell’ambito di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

Beltrami è un uomo del suo tempo. Visse nei decenni del romanticismo e la sua vita non ha nulla da invidiare ad un romanzo di Johann Wolfgang Goethe o di Ugo Foscolo. In lui convivono i dolori legati all’amore, le delusioni politiche, le amicizie turbolente e l’irrequietezza. Proprio questo turbinio di sentimenti ha spinto Giacomo Costantino a lasciare la penisola italica e attraversare l’oceano Atlantico.

La nuova esposizione comprende anche alcuni importanti reperti fino ad ora conservati nella casa di Filottrano in cui Beltrami visse negli ultimi anni e fino alla morte, avvenuta nel 1855.

I visitatori possono scoprire nelle sale del museo una settantina di oggetti di genere diverso: da quelli rituali e di culto agli artefatti di uso quotidiano, dalle scarpe alle armi. Tutti insieme compongono una collezione rara e interessante. Ci sono dei pezzi unici, come il flauto indiano più antico, modello del cosiddetto “Beltrami’s flûte”. 

Nel logo della mostra si vede il tamburo sciamanico che Beltrami portò con sé attraverso l’Atlantico. Non tutti i reperti legati a questa figura sono stati ancora classificati: tra i ritrovamenti più recenti, per esempio, è stata scoperta una corteccia di betulla con incisa la mappa delle sorgenti del Mississippi.

Il costo dell’ingresso al museo, gratuito fino ai 18 anni, è di 3 euro e permette anche la visita alla mostra. L’esposizione è stata realizzata dal Museo Civico di Scienze Naturali con la collaborazione di Biblioteca Civica Angelo Mai, Shakopee Mdewakanton Sioux Community e Beltrami County Historical Society.

L’allestimento della mostra è stato ultimato grazie alla collaborazione con Momu – Mostre e Musei, Italiana Legno e Sfelab.

Una giovinezza turbolenta

Beltrami in giovane età viene affascinato da Napoleone e lo sostiene prima aggregandosi alle sue forze militari e poi intraprendendo la carriera amministrativa. È il 1809 quando l’impegno civile nell’amministrazione napoleonica porta Beltrami a trasferirsi nelle Marche. Qui decide di risiedere a Filottrano, un piccolo borgo in mattoni rossi arroccato sulla vetta di una sinuosa collina. 

Il dinamismo intellettuale e il ruolo istituzionale gli consentono di entrare a far parte dell’Accademia dei Catenati. Proprio in questo cenacolo letterario di Macerata incontra una giovane donna, bella, dai capelli riccioli e neri in tinta con gli occhi tondi e dolci come le labbra rosse e a barchetta. È la ventinovenne Giulia de’ Medici, sposata da 12 anni con il conte Giovanni Girolamo Spada. Nonostante il vincolo coniugale, tra Beltrami e la marchesa di origini fiorentine l’attrazione è subito forte. Inizia così una relazione clandestina vissuta nel segreto e nella passione, su e giù dalle colline marchigiane e nelle stanze più romite dei palazzi signorili.

Però con Giacomo Costantino il destino è crudele. Giulia si ammala e il 1˙ aprile del 1820 muore a soli 39 anni. 

Avventure e viaggi attraverso l’Atlantico

La tristezza per l’amore perduto per sempre. Le delusioni politiche per lo sfiorire degli ideali di libertà, uguaglianza e fratellanza con il ritorno delle monarchie assolute. A Beltrami non resta che partire, lasciare la penisola italica che tanto ama per recarsi in quelle nazioni dove le libertà politiche hanno trionfato. Così inizia il suo viaggio: Francia e poi Inghilterra. Da qui, da Liverpool si imbarca per attraversare l’oceano Atlantico e arrivare nella neonata repubblica degli Stati Uniti d’America. È il 3 novembre 1822 quando il bergamasco sale sul transatlantico. Dopo più di due mesi di navigazione sbarca a Philadelphia. 

Da qualche decennio è iniziata l’espansione verso ovest degli Stati Uniti. Il presidente James Monroe vuole conoscere meglio i territori del suo paese. Così Beltrami, in compagnia di Lawrence Tagliaferro e Stephen H. Long, si assume l’incarico di ispezionare i forti statunitensi lungo il fiume Mississippi.  

Per i primi tre mesi la navigazione verso nord procede bene. In estate però i tre esploratori si separano dopo tensioni crescenti e accuse incrociate di tradimento. L’esploratore bergamasco però non demorde. Con la forza di volontà e con quella delle sue braccia rema controcorrente sempre più a nord alla ricerca delle sorgenti settentrionali del Grande fiume. Finché il 31 agosto 1823 davanti ai suoi occhi si apre un sogno: “Il lago ha circa tre miglia di circonferenza: è fatto a forma di cuore e parla all’anima. La mia ne è rimasta commossa.” Scrive entusiasta Beltrami che non può nominare quello specchio d’acqua da lui scoperto in altro modo: lo battezza lago Giulia, in onore della sua indimenticata donna amata. 

Giacomo Costantino però non è solo un esploratore. È anche un uomo attento e curioso, è un antropologo quasi inconsapevole. Nel suo viaggio di scoperta delle sorgenti settentrionali del Mississippi, che oggi hanno preso il nome di lago Itasca, Beltrami conosce le popolazioni native dei Sioux e dei Chippewa. Con loro vive, li osserva, li rispetta, li studia e li capisce. Utilizza i loro oggetti quotidiani come piatti, archi o culle, si appassiona a quelli rituali come le pipe, i flauti e i tamburi e parla la loro lingua. È proprio lui che scrive e pubblica uno dei primi dizionari di inglese-sioux. 

Quando torna in Europa nel 1828, dopo aver visitato anche il Messico e Haiti, la nuova repubblica nata dalla rivoluzione degli schiavi di colore, Beltrami porta con sé tutti questi oggetti. 

Il testamento di Beltrami

Quando pubblica le sue memorie di viaggio e racconta di come ha scoperto le sorgenti settentrionali del Mississippi, Giacomo Costantino però viene accusato di aver scritto un racconto fantasioso e irreale. 

Per sfuggire alle accuse di essere un impostore l’esploratore bergamasco si ritira nella sua Filottrano ospitato dalla Confraternita francescana. Così dalla popolazione locale si fa chiamare Fra’ Giacomo. 

Nonostante il nome e la vita da monastero Beltrami è deluso non rinuncia a rivendicare la sua scoperta lanciando bordate contro chi non gli ha creduto e l’ha abbandonato: “Lascio all’Italia e a Bergamo la vergogna di aver ignorato un loro figlio che ha reso grande il nome d’Italia.”

Forse anche nel caso dell’esploratore bergamasco ha ragione Ugo Foscolo che chiude il suo sonetto Autoritratto con un verso memorabile: “morte sol mi darà fama e riposo.”

Beltrami si concede alla quiete il 6 gennaio del 1855. Però adesso che sono passati 200 anni da quando ha scoperto le sorgenti settentrionali del Grande fiume a lui sono stati dedicati studi, cortometraggi, canzoni e una contea nello stato del Minnesota, proprio dove fece i suoi viaggi e visse con i nativi.

Ma soprattutto la sua Bergamo ha deciso di chiudere l’anno che l’ha vista essere Capitale italiana della cultura con una mostra per il suo grande figlio che proprio due secoli fa ha scritto la storia delle esplorazioni, della geografia e dell’antropologia.

Luca Mariani