Noi monache clarisse abbiamo fatto il capitolo. Vi raccontiamo come

Nei giorni scorsi ci era giunta questa mail:

Carissime fratelli, All’ombra della Parola di Pietro apostolo abbiamo celebrato il nostro capitolo elettivo. Dal cuore di tutte è nato spontaneo il GRAZIE alle sorelle che in questi tre anni si sono messe in ascolto della fraternità e insieme hanno camminato per le vie dell’ascolto e della comunione. Ora continuiamo il cammino certe che le sorelle che sono state scelte per continuare a percorrere la Via del Vangelo, si porranno in ascolto umile delle sorelle e, insieme come unico, piccolo gregge, seguire il Maestro ricalcandone le orme.
Ecco i nomi delle sorelle:

–         Suor Grazia Maria madre
–         Suor Maria Letizia vicaria
–         Suor Miriam
–         Suor Benedetta
–         Suor Chiara Gioia

Siamo certe che lo Spirito santo, a lungo e con insistenza invocato, avrà ora “doppio lavoro”, per purificare e illuminare, accendere di passione evangelica i cuori di ciascuna. Grazie per il vostro ricordo che sappiamo non verrà meno per i giorni a venire. Le Sorelle di Bergamo.

Abbiamo chiesto a suor Chiara che ci raccontasse come è avvenuto il tutto. E suor Chiara ha accettato. Ecco il suo racconto.

IL CAPITOLO DEVE ELEGGERE LA NUOVA MADRE E LE SUE COLLABORATRICI. PRIMA COSA: PREGHIAMO

La nostra fraternità di sorelle povere di santa Chiara ha vissuto, nei giorni scorsi, l’evento del capitolo elettivo. Un’ opportunità importante del cammino fraterno che ogni  tre anni  ci chiama a discernere le sorelle  che accompagneranno  e animeranno la vita fraterna. Questo appuntamento è preceduto  da un tempo di preghiera intenso e di invocazione allo Spirito perché purifichi  da ogni interesse personale i cuori e le menti di ogni sorella, e li apra alla concordia e all’unità nelle scelte da fare per il bene della fraternità.

POI FACCIAMO UNA VERIFICA SUL CAMMINO PERCORSO. POI VOTIAMO

Il capitolo è preparato, nei mesi che lo precedono,  da una riflessione e verifica sul cammino percorso, sulle scelte fatte in relazione al progetto fraterno, e sulla fedeltà alla vocazione ricevuta nell’oggi della storia per aprire prospettive future. In questo processo è richiesta la  partecipazione di ogni sorella che  offre il proprio apporto di riflessione e di proposte concrete nella costruzione della fraternità. Il capitolo elettivo  è presieduto dal vescovo, nostro ordinario, o da un suo delegato, per noi quest’anno  il moniale  per la vita consacrata, che a nome della Chiesa avvalla e benedice  le scelte  della fraternità. Ogni sorella professa di voti solenni, con voto segreto, indica la madre, la vicaria e tre sorelle rappresentative della fraternità che comporranno il consiglio, le quali hanno il compito di aiutare e consigliare  la madre nel suo servizio.

MA LE ELETTE NON SONO SOLE

Esse però non esauriscono l’apporto che  ogni sorella deve offrire secondo i propri doni e potenzialità; tutte sono chiamate ad arricchire la fraternità con intuizioni, pareri e proposte che incarnino e attualizzino il carisma.  Infatti una delle caratteristiche della nostra forma di vita,  voluta espressamente e tenacemente da santa Chiara  e che meglio ne manifestano l’originalità, è la dimensione della corresponsabilità per il bene della fraternità.  Santa Chiara la pone come pietra miliare oltre alla vita evangelica e alla povertà.

LA “MADRE” E LE “SORELLE”

Il  “piccolo gregge” della fraternità, come lei lo definisce, è affidato  a una sorella, madre e abbadessa, che è serva di tutte le sorelle, dimora in tutto con loro e  deve far convergere tutta la vita verso l’unità fraterna e l’amore scambievole, ma presuppone il coinvolgimento attivo di ogni sorella dalla più anziana alla più giovane. Essere madre non è un privilegio, ma un umile servizio di ascolto, esemplarità, esortazione, correzione verso quella pienezza di vita evangelica che deve tendere all’unità e all’amore.  Tutta la forma di vita poggia sulla  santa unità dalla quale scaturiscono tutte le norme  del vivere insieme che prevedono la partecipazione dell’intera fraternità per le decisioni interne ed esterne volte all’utilità comune.  A tutte le sorelle, è chiesto, infatti, di dare il proprio contributo, di intervenire, esprimersi,  essere corresponsabili della vita evangelico-fraterna: la madre non è mai disgiunta o separata dalle sorelle, ma  forma con esse un unico corpo.

COME VUOLE PAPA FRANCESCO E SECONDO IL CARISMA DI CHIARA

Si esprime così la chiamata a vivere, nel piccolo, quella comunionalità e  sinodalità cara a papa Francesco, peculiare per la chiesa di oggi, fortemente invitata a superare una visione piramidale per aprirsi a quella evangelica più allargata e  orizzontale. Questo presuppone la formazione a un grande ascolto di tutte le sorelle perché, dice santa Chiara, “ il Signore può rivelare il meglio alla  più giovane”.  Per noi è una sfida grande, una via salvifica che  santa Chiara ci ha donato per guarire le ferite dell’individualismo e dell’autoreferenzialità che sono  presenti anche nella vita consacrata,  passando continuamente dall’io al noi, da una responsabilità personale a una corresponsabilità fraterna, dalla cura della vocazione delle sorelle alla gestione di ogni ambito  della comunità. È la profezia della nostra  vita fraterna, di sorelle che sanno di essere avvolte dalla misericordia del Signore e da quella delle sorelle, che sperimentano la loro fragilità e povertà, ma certe che la loro debolezza affidata al Padre, può diventare una sorgente di salvezza per tutti. Riprendiamo il cammino, insieme, con questa consapevolezza, grate per il dono della nostra vocazione che ancora oggi ci fa gustare la bellezza di farci dono nella e per la chiesa e per il mondo.