Suor Chiara: la Passione, per me, è un dono immenso. E libero

La prossima settimana è la settimana santa. Hai qualche “momento” della passione nel quale ti senti più coinvolta? Mi piacerebbe sapere quale e perché. Angelo

È tutto il mistero pasquale a coinvolgermi, caro Angelo! Ogni evento della passione è emotivamente ed affettivamente coinvolgente poiché ripresenta, insieme alla vicenda di Dio che per amore di ogni persona si dona tutto, quella travagliata e sofferta di ogni uomo.
Cercherò di vivere, passo dopo passo, i diversi riti dell’ormai vicina settimana santa lasciandomi guidare dalla liturgia, così da accogliere la grazia di ogni celebrazione; sono certa che, vivendo al meglio ogni appuntamento liturgico, potrò comprendere, penetrare e gustare maggiormente la grandezza della Pasqua, nella sua interezza.

GESÙ NON SUBISCE LA PASSIONE DA RASSEGNATO

Ciò che mi colma di stupore, contemplando il mistero di Cristo nel suo abbassamento e annichilimento, è la libertà con la quale egli vive questo dramma, affrontando la più cruda sofferenza e la più acerba solitudine. Gesù, infatti, non subisce la passione e la morte da persona rassegnata o ribelle, ma nella libertà più pura; il suo consegnarsi nelle mani degli uomini è frutto di una scelta libera, responsabile e colma di amore.
Leggendo con calma il racconto della sua passione, così come gli evangelisti ce la descrivono, scopro che il vero protagonista di quelle ore oscure è Cristo stesso: Egli, infatti, con dignità regale e libertà sovrana, accoglie, pur nella solitudine e nella sofferenza più cruda, quanto gli uomini dispongono per Lui, continuando a rimanere fedele a se stesso e alla sua missione salvifica tra gli uomini.

CI INSEGNA A REGALARCI AI FRATELLI COME UN PEZZO DI PANE CHE NON SI DIFENDE

In questo modo Egli insegna ad ogni suo discepolo ad assumere e a portare la propria croce con cuore libero, accettando di regalarsi ai fratelli come un pezzo di pane che non si difende e non si trattiene.
Contemplare l’atteggiamento interiore di Gesù mi aiuta a prendere consapevolezza della necessità di crescere nella libertà del cuore per conoscere i sentimenti che guidano il mio piccolo donarmi quotidiano: vittimismo, rassegnazione, oppressione, paure, affetti disordinati ecc., per imparare proprio da Lui a “condire” di dignità e libertà i miei piccoli o grandi sì feriali, accettando di portare, proprio sul suo esempio e in comunione con Lui, la croce che si staglia all’orizzonte.
La certezza che il mio donarmi quotidiano e la mia consegna povera e feriale a Dio è inserita nel grande sì di Cristo al Padre e all’uomo, mi dona speranza e m’infonde coraggio nella prova; cosa sarebbe l’offerta quotidiana di me stessa a Dio se non fosse inserita nel grande dono, libero e consapevole, di Gesù a Dio? Poca cosa! Sterile e vuota!
E allora nasce spontaneo un grande ringraziamento!
Nulla è perduto di ogni vicenda terrena! Anche le lacrime più amare sono raccolte nel calice della passione e offerte per la redenzione dell’umanità.