iHappy, la classifica delle città più felici: Bergamo è al decimo posto. Prima in Lombardia

Anche quest’anno, in occasione della quarta giornata mondiale della felicità indetta dall’Onu, è stato pubblicato l’e-book iHappy 2015 edito dal Corriere della Sera, che raccoglie tutti i dati sull’andamento della felicità in Italia nel corso del 2015 attraverso Twitter, mostrando la classifica delle città più felici e più infelici e cercando di spiegare quali fattori abbiano contribuito a generare buonumore o tristezza. La nascita di un figlio, il litigio con la fidanzata, un compleanno da festeggiare, una bella giornata di sole, la vittoria della propria squadra del cuore, un furto subito, una passeggiata nel centro città, per urlare la propria gioia o rabbia, 140 caratteri sono più che sufficienti.

Sono stati analizzati quasi 49,5 milioni di tweet, circa 135mila al giorno: Bergamo è al 10° posto complessivo, con un 55,5% di tweet positivi, oltre il 2% sopra la media nazionale. Davanti a Bergamo troviamo Novara (57,2%), Genova, Lucca, Perugia, Firenze, Cagliari, Bari, Trento e Barletta/Andria/Trani. Milano è 27ma, Torino 36ma, Roma al 41° posto. La provincia più triste per il 2015 è quella di Cuneo, poco sotto quella di Olbia/Tempio, Belluno, Pavia e Aosta.

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La nostra città è salita di 43 posizioni rispetto all’anno precedente ed è terza provincia più felice se si restringe il campo a quelle più popolose del nostro Paese: tra i territori che contano più di 900mila abitanti, il capoluogo orobico è battuto solo da Firenze e Bari. Bergamo è anche la città più felice della Lombardia, davanti a Milano e a Cremona: nella graduatoria regionale sono Pavia e Lecco i fanalini di coda, rispettivamente con il 49,1% e il 48,1% di post positivi su twitter. Il giorno più felice per la Lombardia è stato il 29 giugno scorso, avvenuto proprio a Bergamo: a far schizzare verso l’alto il numero di cinguettii positivi furono l’inizio dei lavori di allestimento della grande mostra dedicata a Malevic all’interno degli spazi della GAMeC.

Nel 2015 però il valore medio di iHappy è in calo, pari a 53,4 punti su 100, è in discesa di 5,2 punti rispetto al 2014 e di ben 7 punti rispetto al 2013. A livello regionale, per il terzo anno consecutivo, la Puglia si è confermata ai vertici nella classifica della felicità italiana, anche se quest’anno solo al secondo posto, mentre il titolo per la regione più felice va all’Umbria. Al terzo posto il Trentino Alto Adige, che in passato aveva fatto segnare una felicità più bassa della media. Grosso balzo in avanti di Roma che, nonostante le disavventure amministrative passa al 102° al 41° posto. Alla risalita ha probabilmente contribuito l’avvio del Giubileo, come l’Expo ha giocato un ruolo fondamentale nel recupero di Milano di quest’anno, nel 2014 all’ultimo posto, stavolta si classifica al 27°.

Ma come funziona la nostra felicità secondo l’indice? Da una analisi sui dati osserviamo che la felicità sembra perdurare nel tempo. Se un evento produce più felicità oggi, l’effetto si riproduce anche nei giorni successivi. L’analisi mostra anche che la felicità è più elevata nelle città di media grandezza, con buone probabilità a causa della migliore qualità ambientale, ma anche degli ospedali e di servizi per il tempo libero. Al contrario il reddito pro-capite in sé anche quest’anno continua a non essere il “motore” della felicità. Le provincie più ricche infatti non sono necessariamente quelle più felici. Arrivano conferme, rispetto agli anni passati, anche in merito all’effetto di San Valentino (+2,1 punti) e della festa delle donne (+5,1). Lo spostamento di lancette per l’ora legale invece crea ansia e depressione, facendo scendere (-4,1) la felicità. Mentre Natale è sempre Natale: il giorno più felice di tutto il 2015.

Economia, Unione Europea, terrorismo e immigrazione sono state le parole d’ordine del 2015, e tutte, hanno avuto un ruolo nello spiegare i picchi di felicità e depressione italiani.  Non poteva poi mancare il calcio: boom di felicità il 15 maggio quando la Juventus conquista l’accesso alla finale di Champions League.

Questo studio permette anche di capire il livello di buonumore a seconda dell’ora in cui vengono pubblicati i post on-line. Così si scopre, ma questo già lo sapevamo, che per molti è dura svegliarsi presto la mattina e così tra le 6:30 e le 7:45 circa ecco il primo picco negativo dell’umore che invece risale tra le 8 e 9, complice il caffè con i colleghi e le battute tra i compagni per poi declinare di pari passo con il tasso glicemico fino all’ora di pranzo. Tra le 12 e le 14 ancora ottimismo, poi si arranca fino alle 17, altro picco negativo. Euforia per la giornata lavorativa che termina, solo per alcuni, tra le 17 e le 18 e poi ancora un po’ di nervosismo con l’ultimo picco delle 19, imbottigliati, forse, nel traffico. Serata in allegria con gli amici fino alle 22 circa, poi ci si avvia verso il meritato riposo e la notte di mantiene sostanzialmente neutra rispetto agli umori della giornata.