I giovani e la tentazione della preghiera. Un’oasi di ascolto, quiete e silenzio in un mondo in fuga

Viviamo “in un mondo in fuga”, dice il sociologo Anthony Giddens. E se proviamo a chiedere a qualcuno: “Ma tu preghi?” otteniamo in risposta uno sguardo obliquo, perplesso, come dire “Ma cosa mi chiedi?” e molti rispondono frettolosamente “non ho tempo”, anche se magari aggiungono “vado a Messa”, come dire, che altro vuoi? Tra i giovani però la preghiera è più diffusa di quanto si pensi. Non è facile parlarne, perché è una dimensione intima, profonda, che non sempre viene spontaneo condividere. Eppure. “Senza non posso stare – dice Anna, 17 anni – è un momento in cui mi confido con Dio, in silenzio”.  “Con alcuni miei compagni ci incontriamo in chiesa prima di andare a scuola – dice Francesca, 17 anni, studentessa liceale -. Per me è un momento importante, mi dà la carica per affrontare la giornata”. In modo “spontaneo” o più strutturato, in solitudine o in gruppo, all’interno di una comunità: la preghiera può esprimersi in tante forme diverse. Non è sempre una scelta consapevole, non sempre riguarda solo chi è credente, chi compie un cammino di fede, a volte, come dice Fabrizio De André “Quando non hai nessuna possibilità di decidere del tuo destino, ti metti nelle mani di qualcuno che, in quel momento, speri che esista. E così ti arrendi alla tentazione della preghiera: non una preghiera tua, che forse non ne sei capace, ma una di quelle che ti hanno insegnato da bambino e che, magari, ti ricordi ancora a memoria”. Per Cesare Pavese, laico e inquieto la preghiera è «lo sfogo come con un amico». Anche se, come dice Enzo Bianchi, “È vero che la preghiera è un’espressione universale dell’umano ma la preghiera cristiana ha una sua peculiarità. Essa consiste anzitutto nell’ascoltare Dio prima ancora di parlargli, chi prega si mette in ascolto prima di chiedere a Dio qualcosa. Questo significa che la preghiera deve trasformarsi, rifiorire: dobbiamo ridarle il primato cristiano dell’ascolto”.

In questo dossier abbiamo raccolto alcune esperienze “vive” di preghiera nella nostra diocesi. Dall’evangelizzazione di strada delle Sentinelle del Mattino, che propongono l’ingresso in chiesa ai giovani di passaggio sulla Corsarola alla scuola di preghiera – esperienza consolidata ma sempre nuova – legata al Seminario, dalle adorazioni nelle parrocchie ai gruppi che si legano all’esperienza di Taizé. Molte strade diverse per declinare la preghiera, con il suo cuore antico e forte, rendendola vicina alla sensibilità contemporanea: e scoprire che le forme in cui si esprime, in cui i giovani le si avvicinano, non sono poi così diverse.