«Passi» di Alfredo Pirri illumina di nuovo l’ex centrale termoelettrica di Daste Spalenga. L’emozione di camminare sugli specchi

Camminare sugli specchi è un’esperienza particolare, emozionante. È qualcosa che ha a che fare con la luce, quella che riverbera tutt’intorno mentre lo fai, ma anche con un retaggio culturale: gli specchi non si devono rompere, dice la saggezza popolare. E invece no. Nell’installazione «Passi» di Alfredo Pirri aperta da domani nell’ex centrale termoelettrica di Daste Spalenga per ContemporaryLocus 10, rompere gli specchi (camminandoci sopra) è inevitabile, anzi, obbligatorio: è un’azione artistica che va ad arricchire un’opera «partecipata», quindi non interamente compiuta, ma in divenire, anche con l’intervento del pubblico. E poi ogni specchio che si rompe ha un effetto straordinario: moltiplica le immagini e la luce.

L’atmosfera, possiamo dirlo, è già carica di energia anche per merito del luogo, un pezzo di storia industriale della nostra città: questa ex centrale era il cuore del cotonificio Irf, le Industrie Riunite Filati, e negli anni d’oro ci lavoravano fino a 600 operai. Costruita nel 1927 e attiva per oltre 30 anni, oggi si presenta, come ha sottolineato l’artista, «come una cattedrale industriale» che ha una sua sacralità. Riflette perfino in alcuni particolari della struttura, dello spazio interno e dell’architettura l’aspetto di una cattedrale vera. Allo stesso modo all’interno l’atmosfera è rarefatta e intensa soprattutto grazie alla luce, con i suoi soffitti alti, i rosoni, i lucernari. Se è vero, come dice la descrizione della mostra, che «questo luogo rimanda alla storia e alle trasformazioni del territorio in un intreccio tra ingegno, lavoro ed energia», anche l’opera site specific di Pirri fa armonicamente lo stesso, unendo il gioco di specchi a un raffinato sistema di raccolta dell’energia solare, che viene «restituita» sotto forma di illuminazione notturna: ogni ora, nel corso della notte, per sei minuti l’ex centrale risplende di luce, la stessa (accuratamente registrata) che si vede durante il giorno. E si potrà osservarne l’effetto da una piccola tribuna esterna. L’edificio diventa di notte una sorta di lanterna. E tutto questo processo, realizzato grazie alla partnership con Innowatio Group, è governato in remoto da un particolare software, da computer collocati dalla sede di Innowatio, al parco tecnologico del Kilometro Rosso. Ed ecco un’altra peculiarità di «Passi», installazione già realizzata da Pirri in molti luoghi, dagli spazi sacri a quelli dedicati alla politica e anche nei musei, in forma “semipermanente” a Roma alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e permanente in Bosnia Erzegovina: dietro un aspetto estremamente semplice si nasconde una sperimentazione estremamente complessa, un lavoro lungo e attento. Sul pavimento della centrale ci sono 4-500 metri quadrati di specchi che man mano durante la mostra saranno «in demolizione»: «Quest’opera simbolica – sottolinea Pirri – dice che l’arte non è specchio del mondo». I visitatori potranno scaricare all’ingresso della centrale una app (Your Steps) che attraverso un sistema di registrazione dei movimenti e grazie a un algoritmo restituirà alla fine a ognuno il suo percorso sul pavimento di specchi, la sua partecipazione alla costruzione dell’opera, in una serie di punti luminosi, come una costellazione. In concomitanza con l’inaugurazione sabato 28 maggio alle 19-22 viene proiettato sul posto un filmato a cura di Lab80 Bergamo, diretto da Sergio Visinoni, che mostra la centrale prima della ristrutturazione, in una completa condizione di abbandono. «È un luogo – dice Paola Tognon, presidente di Contemporary Locus – che racchiude una parte importante del nostro territorio e ora si riapre ad esso». Si sta già formando una rete di relazioni con diverse realtà, associazioni, comunità presenti nella zona: durante il periodo della mostra (fino al 24 luglio) ci saranno attività di danza, teatro, musica, cinema, performance, di giorno e di notte (info su www.contemporarylocus.it). Ci saranno visite guidate e laboratori didattici. Contemporary locus 10 è, come sempre, il frutto di un lavoro corale, che coinvolge l’amministrazione comunale, ieri rappresentata all’anteprima dagli assessori alla cultura Nadia Ghisalberti e l’assessore alla riqualificazione urbana, edilizia pubblica e privata, patrimonio immobiliare Francesco Valesini, la Gamec, l’ordine degli ingegneri e degli architetti, numerosi partner privati, che ne hanno permesso – con un sostegno concreto – la realizzazione.