La straordinaria fraternità delle vacanze

Mi sono piaciute le tue riflessioni su “scene di vacanze”. Visto che le vacanze stanno finendo ho anch’io una riflessione da proporti. Mi è capitato spesso, soprattutto in montagna, di incontrare gente mai vista e di fare spesso e facilmente amicizia. Mi è venuta in mente una riflessione semplice. Che strano! Quando si è in città o in paese non si parla neppure coi vicini di casa, quando si è in vacanza si parla anche con chi non si conosce. Tu hai qualche parere al riguardo? Lucia

Cara Lucia, il tempo delle vacanze è uno spazio di gratuità, di libertà, nel quale accantonare pensieri e preoccupazioni, impegni e stress assillanti, per uscire dalla quotidianità e godersi l’illusione di una perdurante felicità.

LA NUOVA PROSPETTIVA DELLE VACANZE

Uscire dalle mura domestiche e familiari che ci appartengono e identificano e varcare orizzonti sconosciuti, pone già in una prospettiva diversa. La città o il paese nel quale abitiamo ci restituiscono la fatica del vivere, del lavorare, dell’intessere relazioni non sempre lineari e serene: dicono la complessità della vita, fatta di luci e ombre, di felicità e sofferenza, di una responsabilità da assumere a volte gravosa. Lo scorrere dei giorni è spesso dentro il rincorrersi di azioni, cose da fare o pensare, che impediscono di abitare il tempo e lo rendono sfuggevole, povero di relazioni durature e profonde. Il tempo più disteso dispone tutto l’essere a un contatto con sé e con il mondo più accogliente e umanizzante. Le vacanze fanno varcare uno spazio e un tempo diversi, non solo fisico, ma anche interiore, spirituale, nel quale venire in contatto con quelle istanze profonde che abitano il cuore e che la quotidianità emargina, quali il bisogno di semplicità, autenticità, relazione, spiritualità. Si diventa quasi persone diverse, più unificate e meno disperse, più solidali e capaci di intessere legami semplici e prossimi: si salutano i vicini di spiaggia o chi condivide il cammino dei sentieri di montagna senza paure o precomprensioni. L’altro non è più il nemico da cui difendersi o l’estraneo che ci minaccia o ci porta via qualcosa, ma un uomo e una donna come me. Le distanze si accorciano, i muri cadono e il desiderio di relazioni buone trova uno spazio per esprimersi.

SCOPRIAMO DI ESSERE FATTI PER L’ALTRO

Allora è naturale solidarizzare, giocare con chi non si conosce, gustare quanto è bello stare insieme come fratelli… ritroviamo la nostra identità relazionale, siamo fatti per l’altro, per l’incontro, per la comunione. Lasciare che lo sguardo si perda in un orizzonte marino o dentro la bellezza dei monti e dei prati rappacifica il cuore la mente e il corpo; immergersi nella natura, nel silenzio, guardare le sfumature dei colori, i suoni, ritrovare la semplicità di lavori manuali tradizionali nei volti dei pescatori o dei pastori in cammino per gli alpeggi, dona una prospettiva di vita più umana. Il contatto con la natura riporta a Colui che ne porta “Significazione”, il Padre di tutto, al quale rivolgere la lode e il rendimento di grazie. Laudato sii mi Signore, per tutte le tue creature…” E nello stupore di una natura quasi rinnovata e riconciliata anche lo sguardo sul fratello si fa benevolo e aperto al dialogo e alla comunione. La memoria di un tempo di vacanza nel quale aver sperimentato il riposo, il ristoro e la fraternità, divenga per tutti possibilità di intessere nuove relazioni con i vicini, negli spazi angusti di un grattacielo o di un ufficio, del quotidiano scorrere del tempo scandito tra lavoro e famiglia. Dopo aver gustato la semplicità di una vita più umana e fraterna, credere che è possibile costruirla in ogni giorno: è un tesoro da non rinchiudere in valigia, conservato per un anno, ma perla preziosa da coltivare e far risplendere sul tavolo della propria casa, aperto alla possibilità della convivialità e dell’accoglienza semplice di ha gustato la bellezza dello stare insieme come fratelli.