Papa Francesco: «È una società stolta quella che obbliga gli anziani a lavorare troppo a lungo e lascia i giovani disoccupati»

“È una società stolta e miope quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti”. Lo ha affermato questa mattina Papa Francesco ricevendo in udienza, prima dell’udienza generale, i delegati della Confederazione italiana sindacati lavoratori (Cisl) in occasione del XVIII Congresso nazionale sul tema: “Per la persona, per il lavoro” (28 giugno – 1° luglio 2017). “Quando i giovani sono fuori dal mondo del lavoro – ha detto il Papa – alle imprese mancano energia, entusiasmo, innovazione, gioia di vivere, che sono preziosi beni comuni che rendono migliore la vita economica e la pubblica felicità. È allora urgente un nuovo patto sociale umano, un nuovo patto sociale per il lavoro, che riduca le ore di lavoro di chi è nell’ultima stagione lavorativa, per creare lavoro per i giovani che hanno il diritto-dovere di lavorare”. Francesco ha poi ricordato che “il dono del lavoro è il primo dono dei padri e delle madri ai figli e alle figlie, è il primo patrimonio di una società. È la prima dote con cui li aiutiamo a spiccare il loro volo libero della vita adulta”.
“Una globalizzazione inumana, senza regole, e una finanza ingorda, ci hanno consegnato più diseguaglianze sociali, più povertà, più disoccupazione, senso di solitudine e frustrazione, soprattutto di tanti giovani emarginati, senza un lavoro stabile e a volte anche sfruttati da un consumismo che non riconosce l’importanza e il ruolo unificante del lavoro nella società. Noi non ci rassegniamo a questa situazione”. Così la segreteria generale della Confederazione italiana sindacati lavoratori (Cisl), Annamaria Furlan, si è rivolta a Papa Francesco nel corso dell’udienza concessa oggi dal Pontefice, prima dell’udienza generale, ai delegati della Cisl in occasione del XVIII Congresso nazionale “Per la persona, per il lavoro” (28 giugno – 1° luglio). “Il lavoro – ha aggiunto Furlan – non è necessario solo per l’economia, ma per la realizzazione della persona, per il riconoscimento della sua reale dignità, per il suo diritto di cittadinanza. Le siamo infinitamente grati e riconoscenti, caro Santo Padre, per i Suoi appelli costanti, accorati, in tante vertenze che ci vedono duramente impegnati per difendere il ‘reddito’ da lavoro, la tutela dei diritti fondamentali, la stabilità dell’impiego, la sicurezza in tutti i luoghi di lavoro”. Tra gli obiettivi per cui si batte la Cisl, ha sottolineato, la crescita economica e la necessità di costruire un’Europa del lavoro e della giustizia sociale. Occorre fare di più, ha concluso, “per la tutela della famiglia, la difesa della maternità, per l’accoglienza e l’integrazione di quanti fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dalle malattie, dalla fame”.