L’ultima cena, i simboli della Passione, la luce della Resurrezione: così le opere di Ferdinando Ferrario nella mostra “Quando l’ultimo angelo” nella chiesa minore di San Lorenzo in Redona (via Leone XIII n. 20) tracciano un percorso che accompagna attraverso i momenti forti del Triduo Pasquale. La mostra, illustrata nei giorni scorsi in una serata di approfondimento in parrocchia, si può visitare fino al martedì dopo Pasqua durante il giorno e dopo le principali liturgie del Triduo (info segreteria parrocchiale tel. 035/341545). In un’atmosfera rarefatta, meditativa e assorta, in penombra, ecco la corona di spine, il calice dell’ultima cena, un movimento concentrico di luce e d’ombra. Una rappresentazione intima, minimalista, che invita alla riflessione e alla preghiera personale, molto diversa da quella, “drammatizzata”, che l’artista ha realizzato nei due pannelli alti tre metri posizionati ai lati dell’ingresso della Chiesa dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. Una Via Crucis ambientata a Bergamo e realizzata con una tecnica mista di fotografia e rielaborazione grafica, con uno stile molto originale, influenzato dalla suggestione dei cinquecenteschi calvari fiamminghi, con un occhio di riguardo ad Hans Memling e Pieter Bruegel, alle loro opere brulicanti di figure e cesellate in ogni particolare architettonico, paesaggistico e fisiognomico. Entrambe costituiscono sentieri artistici che si possono percorrere nelle giornate di Pasqua per seguire una ricerca personale, insieme culturale e spirituale. Ferdinando Ferrario è fondatore di Ferrario Frères, un’identità collettiva per interpretare e rileggere il mondo nelle sue mille sfaccettature provocati da un’idea, da un luogo, da un’opera d’arte, a partire dalla fotografia e dai suoi derivati, contaminata con tecniche antiche e moderne.
Ferrario Freres dalla metà degli anni ’90 legge con occhio acuto e sensibile eventi e suggestioni della realtà cercando di instaurare con l’osservatore una relazione emozionale originaria, una relazione che faccia emergere quanto di più sensibile abita dentro di noi. Un viaggio intimistico per ritrovare se stessi cercando di mantenere la purezza del punto di vista suggerito dall’operazione artistica. I progetti dei Ferrario Freres negli ultimi anni nascono soprattutto dai luoghi, contesto di un messaggio che interroga la storia e l’anima.
Citiamo come esemplificativa una delle ultime opere realizzate, esposta nella nuova chiesa dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, “Passione” (e proposta in forma sonora anche al Museo Bernareggi di Bergamo), in cui il tema della passione di Cristo ha come spazio scenico una Bergamo raccolta, ridotta all’essenziale, la cui struttura è influenzata da suggestioni medioevali e che ricorda il rito della Via Crucis proposto da San Francesco; una città quinta di una rappresentazione sacra e una mappa della geografia dello spirito.
Il gruppo collabora a progetti di cultura sociale e alla formazione artistica delle giovani generazioni. Non si sottrae alla fascinazione di azioni “fuori contesto”.