Un’insegnante va in pensione con i ragazzi nel cuore

Mariangela Tintori

Se c’è un mestiere che forse non è un mestiere, ma una vera e propria vocazione, è quello dell’insegnante. Non è sufficiente, infatti, sapere molto, possedere titoli accademici e aver passione per una materia, per insegnare. Insegnare significa essere persone che sanno mettere a disposizione se stesse, perché il mandato è quello innanzitutto di trasmettere uno stile umano, prima che di trasmettere delle nozioni. Ciò significa che la prima passione che l’insegnante deve avere è quella per l’umanità, per quel singolo ragazzo che ha di fronte, fosse anche il più difficile e quello che porta minori soddisfazioni in termini di studio della disciplina specifica e dei risultati ottenuti.

In questi miei anni di insegnamento, otto in tutto, ho avuto la grazia di avere al mio fianco tanti colleghi così, tanto che mi fa male sentire, fin troppo spesso, critiche ingenerose nei confronti della categoria del personale docente delle nostre scuole, che, invece, andrebbe dal mio punto di vista decisamente valorizzato, perché non ho l’impressione che il problema della nostra scuola stia negli insegnanti, ma ad altri livelli.

Mariangela Tintori: per una scuola che non si limita a quantificare

Ora, con la conclusione di questo anno scolastico, pochi giorni fa, ha raggiunto il traguardo della pensione una collega della scuola media di Grumello, la professoressa Mariangela Tintori. Dopo tanti anni di insegnamento, di cui gli ultimi 18 trascorsi a Grumello, che è anche il paese di residenza di Mariangela e della sua famiglia, la nostra collega lascia la sua cattedra di Arte. Ci mancherà Mariangela a scuola. Mancherà in primis per la sua capacità di lettura della personalità dei suoi alunni. Ascoltandola tante volte nei suoi ragionamenti, ai consigli di classe, agli scrutini, fino agli ultimi esami di terza media della scorsa settimana, si notava immediatamente come il suo pensiero non fosse incentrato prettamente sulle capacità grafiche o di studio degli alunni, ma sul loro percorso di maturazione. Tante volte ha invitato noi colleghi, specialmente noi “alle prime armi” a ricordare la necessità di una scuola che sappia valutare e non semplicemente quantificare, a riconoscere lo sforzo fatto dai ragazzi nel loro impegno di studio, riuscendo anche a legare i risultati ottenuti alla situazione di ciascuno, perché dietro allo studente c’è una persona che vive situazioni spesso non facili e nelle quali il 7, l’8 o il 10 sono l’ultimo dei problemi da affrontare.

L’attenzione  “a tutto campo” per l’arte

A questo, poi, per Mariangela, si aggiungono le sue notevoli competenze in ambito artistico. Uno studio, il suo, costantemente aggiornato e approfondito, che spazia da un’epoca all’altra, dall’arte delle origini alla street art e alle ultime forme di espressione prodotte dall’uomo. È stato bello e per me importante vedere come fino all’ultimo secondo della sua carriera da docente Mariangela ha conservato la freschezza, la passione, il desiderio di fare innamorare dell’arte tutti i suoi ragazzi.

Certo, non sono mancate le fatiche nel suo lungo percorso, soprattutto quando il suo impegno e la sua professionalità non hanno avuto il riconoscimento e il rispetto che meritavano. Ma questo ora poco importa: noi colleghi e i suoi ragazzi le vogliamo bene. Le diciamo grazie di cuore, mentre le auguriamo di realizzare tutti i suoi progetti, in particolare quello di visitare tanti luoghi, ricchi di opere da gustare e da studiare, insieme a suo marito Carlo Previtali, noto scultore.

Da parte nostra, cercheremo di portare avanti, nella nostra missione di docenti, la missione educativa che ci è affidata. E, se ci servirà aiuto, alzeremo il telefono e chiederemo un consiglio a Mariangela. Siamo certi che non rifiuterà e ci risponderà con la disponibilità che ha sempre avuto per ciascuno dei suoi ragazzi.