C’è ancora tempo fino al 28 gennaio per visitare la mostra “Le storie di Botticelli” all’Accademia Carrara di Bergamo. Un’esposizione che riunisce, grazie alla collaborazione con l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, due opere di Sandro Botticelli, Storia di Virginia e Storia di Lucrezia, certamente divise già nel corso dell’Ottocento poiché acquisite una negli Stati Uniti e l’altra in Italia. Al termine dell’esposizione bergamasca, le opere si sposteranno a Boston, nel frattempo anche per merito di incontri, spettacoli, aperture serali, laboratori promossi dalla Carrara, si possono ancora sfruttare molte occasioni di confronto, emozione, studio.
Uno dei maestri del Rinascimento
Sandro Botticelli (1445-1510) dipinge le storie di Virginia e Lucrezia intorno al 1505, un’unica committenza per due tavole sorelle, immaginate per un unico luogo, in origine inserite in un rivestimento che copriva le pareti di una stanza sino all’altezza delle spalle.
Solennità ed eleganza di inquadrature architettoniche, memorie classiche, concitazione degli episodi, momenti di sentita drammaticità, questi alcuni particolari che caratterizzano i due capolavori insieme al tema: la tradizione rinascimentale riporta infatti alla decorazione delle camere, in occasione di matrimoni importanti, con scene di probità e castità. Le due storie compaiono spesso in coppia, utilizzate come pendant nei cicli decorativi dell’epoca, dove la Roma antica e la Firenze rinascimentale si fondono generando due palcoscenici per il sacrificio di due donne. Le virtù femminili della pudicizia e della castità sono celebrate dalla morte di Virginia e Lucrezia e le rivolte popolari anti tiranniche sono esaltate dagli uomini pronti alla battaglia.
Una ricongiunzione attesa da tempo
Già divise nell’Ottocento (proseguono gli studi sulla loro storia antecedente) e separate da migliaia di chilometri, Virginia e Lucrezia legano due istituzioni dalla seconda metà del XIX secolo: Accademia Carrara di Bergamo e Isabella Stewart Gardner Museum di Boston.
La loro ricongiunzione dà vita a un confronto straordinario, consentendo di approfondire origine, natura e storia della mirabile coppia di dipinti, prima a Bergamo (da metà ottobre 2018) e poi a Boston (da metà febbraio 2019). Grazie alla collaborazione tra i due musei, la reciprocità della proposta tramuta un dialogo a distanza in due imperdibili appuntamenti culturali.
Sandro Botticelli, celebrato universalmente per aver saputo interpretare il suo tempo che abbraccia il massimo fulgore della corte medicea sino alla sua crisi e al suo tramonto, lavora alle due tavole in età matura.
Due storie al femminile
Virginia e Lucrezia ci raccontano due storie di virtù e sacrificio al femminile, Virginia assassinata dal padre per preservarne l’onore, Lucrezia che sceglie la morte pur di salvarsi dall’ignominia. Due storie dipinte in episodi che raccontano non solo del sacrificio e del suo svolgersi, ma anche del riscatto: per Virginia la reazione dei plebei, guidati dal padre, contro l’ingiustizia del potere; per Lucrezia la rivolta contro il mal governo di Roma. Le due narrazioni oltre a rappresentare esempi di virtù, nel loro alludere alla rivolta contro il sopruso, rivestono un significato politico che rimanda alle aspre lotte di potere a Firenze allo scadere del Quattrocento.
Una storia di collezionismo e di storia dell’arte
Una storia di storia dell’arte: Virginia arriva nella collezione dell’Accademia Carrara grazie al lascito di Giovanni Morelli nel 1891, l’acquisto risale al 1871 (storico dell’arte, ideatore del metodo morelliano, grazie al quale è possibile riconoscere l’autore di un’opera tramite l’osservazione di caratteristiche ricorrenti); Lucrezia viene acquistata nel 1894 da Isabella Stewart Gardner, dal conte Ashburnham, grazie alla mediazione di Bernard Berenson (storico dell’arte da sempre considerato uno dei massimi conoscitori del Rinascimento italiano).
In mostra
L’eccezionale ricongiungimento ha orientato l’Accademia Carrara alla valorizzazione anche degli altri due dipinti di Botticelli sempre a Bergamo: Ritratto di Giuliano de’ Medici (1478-1480 circa) e Vir dolorum (1495-1500 circa), entrambi entrati in collezione grazie alla donazione di Giovanni Morelli.
Il Ritratto di Giuliano è affiancato dal busto in marmo che lo raffigura in prestito dal Museo del Bargello di Firenze e dal testo di Paolo Giovio, Elogia virorum bellica virtute illustrium, Basilea 1575, corredato dall’incisione con il giovane erede della famiglia Medici trafitto da un pugnale, per ricordare i fatti di sangue della Congiura dei Pazzi che videro la sua morte.
Il Vir dolorum della Carrara, già in coppia con una Mater Dolorosa – oggi non rintracciabile, ma nota attraverso un’immagine del 1913 – sarà accostato al Crocifisso (1496-1498 circa) del Museo dell’Opera del Duomo di Prato.
Il progetto espositivo è corredato dalle proposte ideate dai Servizi Educativi dell’Accademia Carrara per pubblici differenti: bambini, famiglie, istituti scolastici. La narrazione, il collezionismo, le tecniche artistiche sono i temi delle attività laboratoriali riservate alle scuole di ogni ordine e grado, in cui gli studenti possono vivere esperienze interdisciplinari. Ogni fine settimana, inoltre, per tutta la durata della mostra, appuntamenti dedicati alle famiglie e agli adulti. Proposte ad hoc anche per i giovani adolescenti, grazie ai progetti di Alternanza Scuola-Lavoro e alla collaborazione con Bergamo Film Meeting.
Ad opera dei Servizi Educativi è anche la messa a punto dell’audioguida dedicata a bambine e bambini dai 7 ai 12 anni: i piccoli visitatori sono accompagnati in mostra da una guida d’eccezione, Giovanni Morelli, che li sfida a osservare le opere come veri storici dell’arte, conducendoli alla scoperta di Botticelli, del Rinascimento e dei suoi protagonisti.
Catalogo Officina Libraria con testi di: Francesco Caglioti, Ilaria Ciseri, Ana Debenedetti, Andrea Di Lorenzo, Elsa Filosa, Peggy Fogelman, Rossella Lari, Angelo Loda, Gianfranco Pocobene, M. Cristina Rodeschini, Paolo Sachet, Nathaniel Silver, Patrizia Zambrano.