Via Crucis per le vie della città: “La misericordia è più grande del peccato”

Una Via Crucis diventata un abbraccio ad alcuni luoghi significativi del centro città. Luoghi dove si lavora, si fa informazione, si viaggia, ma anche si soffre per tanti motivi e tanti bisogni. È la Via Crucis della parrocchia di Santa Maria delle Grazie, tenutasi la sera del Venerdì Santo 19 aprile per le vie del centro, sul tema della misericordia. La statua lignea del Cristo morto è stata portata a turno da sette ragazzi del Patronato San Vincenzo. Prima tappa è stata l’antico chiostro delle Grazie. «Siamo in contemplazione sul corpo esanime di Cristo — ha detto il parroco monsignor Valentino Ottolini prima di dare il via al corteo —. Lasciamoci abbracciare dal suo amore che esce dalle ferite e impariamo a guardare alle nostre ferite e a quelle di tutti i nostri fratelli». Una volontaria impegnata della Caritas parrocchiale ha meditato sulla misericordia di Maria, «una Madre che piange il Figlio come ogni madre piange il proprio figlio». Percorrendo viale Papa Giovanni, la Via Crucis ha fatto la seconda sosta davanti alla sede de L’Eco di Bergamo, luogo dove ogni giorno si fa informazione. Ad accogliere il corteo c’era un gruppo di giornalisti, fra cui il direttore Alberto Ceresoli, che ha proposto una meditazione di Enzo Bianchi sulla necessità, nel frastuono del nostro tempo, di «dare spazio al silenzio» e alla certezza che «la misericordia di Dio è più grande del nostro peccato».

Poi la terza sosta sui binari della stazione ferroviaria, luogo di viaggio e di movimento frenetico. «Ogni giorno passano di qui oltre mille persone — ha detto il capostazione Giuseppe Ceprano —. Fra loro ci sono anche quelle che soffrono. A tutte offriamo un piccolo segno di misericordia, fatto di uno sguardo e di un sorriso». Quindi la quarta sosta davanti alla mensa di don Fausto Resmini, luogo di soccorso delle povertà emergenti, come tossicodipendenza, solitudine, miseria, senza dimora, immigrazione. «Le mani di Cristo hanno consolato, sfamato e guarito — ha detto don Resmini —. Quelle stesse mani sono state poi trafitte e ferite, ma hanno donato amore e misericordia a tutti». Il parroco gli ha consegnato una somma raccolta in parrocchia per i bisogni della mensa. Infine la Via Crucis, percorrendo via Angelo Mai, ha raggiunto la chiesa parrocchiale per le preghiere finali, il bacio della reliquia del legno della Croce e la deposizione della statua del Cristo morto nel sepolcro per l’adorazione.