ArteXiCre Memories: condotti linfatici, scopri la tua vena artistica

Che cos’è quel liquido che ci scorre nelle vene? Il sangue è molto di più di un fluido che ci scorre dentro; è diventato simbolo di passione, di nobiltà, della vita stessa. I corpi dell’artista Francesco Diluca, che abbiamo scoperto nello scorso video, crescono verticalmente come rami alla ricerca del sole e portano con sé l’immagine del reticolo venoso umano. Il parallelismo uomo e vegetale sul quale Diluca lavora, è proprio questo tema al centro del laboratorio dove protagonisti sono le installazioni di Diluca. Sculture irrorate da un elemento che c’è ma non si vede, energia che si spande e che dà corso a nuove forme di esistenza.

Il laboratorio di ArtexiCre 2019 che scopriremo in questo video è dedicato agli animatori e prende il nome di CONDOTTI LINFATICI. Esso trova spazio, in un primo momento, nel cortile centrale del Seminario Giovanni XXIII, per poi spostarsi alla vicina, incantevole, Porta Sant’Alessandro. Un laboratorio dove osservazione della natura e introspezione si uniscono e aiutano i ragazzi a scoprire e dare forma alla loro linfa vitale, come spiega Angela Casati, dei Dipartimenti Educativi del Museo Bernareggi: “CONDOTTI LINFATICI pone al centro della riflessione degli adolescenti la loro energia, ciò che anima il loro corpo e scatena le nostre emozioni. I ragazzi partiranno da un ascolto di ciò che fluisce e pulsa all’interno del proprio corpo, tramite l’uso degli stetoscopi. In seguito,  si specchieranno e saranno invitati a disegnare parti dei loro corpi che andranno poi a comporre un uomo comune, assemblandone tutte le componenti”. Lasciandosi poi ispirare da GERMINA, la suggestiva installazione di Francesco Diluca, gli adolescenti entreranno in relazione con sculture antropomorfe che raccontano l’universo interiore nascosto in ogni corpo. E’ proprio in Porta Sant’Alessandro che i partecipanti al laboratorio riempiranno i corpi disegnati di venature, di condotti appunto, che ricordano le vene del corpo ma anche le radici delle piante e le venature delle foglie. “Esse prenderanno vita e si irroreranno di nuova linfa grazie alle micce che accenderemo- spiega l’educatrice – lasciando sul legno traccia del fluido vitale”.