Anche quest’anno “La tenda di Amal” – Onlus, l’associazione nata nel 2017 dall’unione di più gruppi della bergamasca impegnati nella sensibilizzazione sul conflitto israelo-palestinese, ha organizzato una serata teatrale per raccogliere fondi a favore dei suoi progetti in Palestina e Israele.
Dopo il successo dello scorso anno, il nuovo spettacolo è ancora il frutto creativo dell’Accademia ShowBiz di Brescia, che propone con “Le Streghe di Oz” una rivisitazione in chiave funky e soul della celebre fiaba Il Mago di Oz. Questa volta le protagoniste saranno proprio le quattro streghe di Oz, che dopo aver rubato la magica gemma del Mago cercheranno di mettere in atto il loro piano malvagio. Ma dovranno fare i conti con il bene che, si sa, trionfa sempre. O quasi.
Il musical, che andrà in scena sabato 22 febbraio alle 21 al Teatro Serassi di Villa d’Almè, è uno spettacolo interamente suonato e cantato dal vivo, in cui si esibiscono oltre 50 persone, tra ballerini, cantanti e attori, accompagnati da un’orchestra di 10 elementi.
Il costo del biglietto di 15€, per prenotare si può contattare l’associazione a info@latendadiamal.org.
Da sempre sostenitrice del modello non violento per la risoluzione dei conflitti e del rispetto dei diritti umani, la Tenda di Amal utilizzerà il ricavato della serata per sostenere i due progetti che al momento segue.
Con Tutti a Scuola in Terra Santa, avviato nel 2013, si propone di garantire il diritto allo studio dei bambini beduini di 11 villaggi stanziati tra Gerusalemme e Gerico. Seguito dalle Suore Comboniane di Roma, con suor Agnese Elli come referente e operatrice sul campo, il progetto è finalizzato a formare professionalmente e sostenere economicamente gli insegnanti responsabili dell’istruzione di più di 250 bambini Jahalin: ad oggi sono circa 30 gli insegnanti che hanno ricevuto un’adeguata formazione. Tuttavia, a beneficiare di tutto questo è la stessa comunità Jahalin, chiamata anche a partecipare in prima persona alla buona realizzazione del progetto, attraverso la selezione delle insegnanti, il completamente del loro salario e la manutenzione dei locali della scuola.
Le Mani Operose delle Donne di Nazareth invece appoggia l’associazione di Nazareth Nasijona, che in lingua araba significa “il nostro tessuto”. Riunisce intorno a sé più di cento donne abitanti della città impegnandole nella produzione di pizzi, ricami e altri prodotti di maglieria, attraverso un lavoro minuzioso di tessitura che recupera e sottrae all’oblio un’arte antica, ovvero la tessitura tradizionale locale eseguita con ago e filo. Gli obiettivi principali di Nasijona sono il riscatto della posizione sociale della donna arabo palestinese in Israele e del suo ruolo economico all’interno della società, lo sviluppo dell’artigianato tradizionale locale e la promozione dell’arte come veicolo di pace. Ottenendo in un solo anno grande successo tra le donne della Galilea, il progetto di tessitura dei capolavori di sartoria è diventato anche strumento di riconnessione del tessuto umano di Nazareth. Infatti, le donne che partecipano all’attività sono sia musulmane che cristiane, giovani e anziane, favorendo l’incontro intergenerazionale e incoraggiando il dialogo interreligioso, nonostante le tensioni di natura politica, sociale e religiosa che attraversano Nazareth.