Torre Boldone: il ricordo delle vittime dell’epidemia del ‘600 e di quelle di oggi

Nel periodo dell’emergenza per la diffusione del coronavirus, con tanti decessi, preoccupazioni e paure, si pensa comunque anche alla ripartenza con tanta speranza.
Volutamente, la parrocchia di Torre Boldone ha inserito in questo contesto l’annuale festa della chiesetta dei Mortini alla Ronchella, che si è sempre celebrata nel segno della memoria e del suffragio dei defunti per la peste dell’anno 1630 che infierì anche sull’intera Bergamasca. «Quest’anno —  sottolinea il parroco monsignor Leone Lussana — oltre a fare memoria dei tanti morti nella pestilenza del Seicento, abbiamo pensato anche ai tanti defunti della nuova peste, cioè il coronavirus. Insieme alla memoria, abbiamo abbracciato il pensiero dell’auspicata ripartenza dopo il morbo che ha causato tanti decessi anche nel nostro paese, con un legame fra la storia passata e quella presente». Questo legame è ben evidente dalle vicende della chiesetta, posta in mezzo al verde nella parte alta del paese. Infatti, la tragica peste del 1630 colpì pesantemente anche Torre Boldone: su una popolazione allora di 400 anime, perirono ben 275 persone, fra cui anche il parroco. Furono sepolte in una fossa comune alla Ronchella, su cui venne eretta una santella. Nel 1716 gli abitanti chiesero la costruzione di una chiesetta in memoria dei morti di peste, sepolti velocemente a causa dell’emergenza. Ottenuti i prescritti permessi dal doge di Venezia e dal vescovo di Bergamo cardinale Pietro Priuli, i lavori cominciarono alacremente, per concludersi il 30 novembre 1718 con la consacrazione della chiesetta, effettuata dal parroco di Ranica, avendo fatto un passo indietro il confratello di Torre Boldone, timoroso che la località ambisse a rendersi autonoma dalla parrocchia. Venne dedicata alla «Beata Vergine Maria della Pietà in suffragio dei morti sepolti durante il tempo della peste». Al suo interno furono collocate tre bellissime tele ex voto di autore ignoto, sottoposte a restauro negli ultimi quattro anni.

L’annuale festa si celebra la domenica successiva alla Pasqua. Si è tenuta anche quest’anno nonostante il coronavirus, anche se a porte chiuse e senza la tradizionale processione della vigilia e la sagra, con le iniziative trasmesse in streaming sul canale YouTube dell’oratorio. La festa ha preso il via la sera di sabato 18 aprile con la recita del Rosario (a porte chiuse) nella chiesetta illuminata e la benedizione con la reliquia. La popolazione ha accolto con gioia l’invito a mettere un lume alle finestre come segno di partecipazione e unione alla preghiera. Il giorno successivo è stata celebrata una Messa in oratorio, segno di speranza per la ripartenza anche per Torre Boldone, che ha visto collegate ben 500 persone.