Sacra Famiglia di Seriate: dopo la pandemia pronti anche per la scuola all’aperto

Scuola Sacra Famiglia - Seriate

L’emergenza Coronavirus non solo ha messo in ginocchio lavoratori e famiglie, ma ha messo a rischio la stessa sopravvivenza delle scuole paritarie, risorsa preziosa nel panorama dell’educazione scolastica italiana. Eppure, nonostante le difficoltà economiche che si sono ritrovate a fronteggiare, molte hanno cercato di venire comunque incontro alle famiglie e agli alunni, rafforzando in questo modo il forte legame già esistente. Ne è un esempio la scuola dell’Infanzia Paritaria Sacra Famiglia di Seriate: “Aspettavamo l’aiuto del governo ma siamo rimasti a bocca asciutta – spiegano dalla direzione -. Se ci fosse stato, avremmo avuto la possibilità di aiutare ulteriormente le famiglie. Per quanto riguarda le rette del nido e della scuola dell’infanzia, sono state sospese da marzo, mentre per la scuola secondaria di primo e secondo grado, la penultima rata è stata abbassata del 10%, l’ultima del 30%, pur sapendo che i docenti hanno lavorato il doppio per poter garantire il proseguimento della didattica”. La scuola conta circa 650 alunni e 30 dipendenti. Ma come è stata l’esperienza durante questi mesi? “Domenica 23 febbraio è arrivata la notizia della sospensione delle lezioni per una settimana – racconta la coordinatrice delle attività educative e didattiche della scuola secondaria di primo grado -. Ho avvisato subito la coordinatrice e i colleghi. Non si parlava ancora di didattica a distanza: i docenti hanno provveduto a caricare i compiti sulla piattaforma Edmodo, già in uso nella nostra scuola, per far sì che i ragazzi potessero comunque tenersi in esercizio. Poi la pausa è proseguita e così ci siamo attivati con la didattica a distanza, dapprima attraverso videolezioni registrate dei docenti, poi dalla seconda metà di marzo, lezioni frontali on line utilizzando la piattaforma Zoom”. E aggiunge: “Il primo periodo c’è stato uno smarrimento generale, sia da parte dei ragazzi, sia delle famiglie e dei docenti stessi, avendo ribaltato il modo di far didattica. Tra i docenti, c’è chi ha imparato subito ad utilizzare queste tecnologie, aiutando gli altri colleghi in difficoltà. Le lezioni frontali di materie come lettere, matematica, scienze e inglese venivano fatte più volte a settimana, mentre per le altre materie come musica, arte, motoria, tecnologia, che hanno un diverso taglio didattico, i docenti videoregistravano le lezioni”. Le lezioni on line tramite Zoom si sono rivelate utili anche per mantenere l’identità della classe: “Non solo per insegnare, ma anche per scambiare informazioni con gli studenti, farli sentire classe: il rischio era la dispersione dei ragazzi. La costanza e la presenza dei ragazzi è stata buona, anche a livello dei lavori”. E la fatica del periodo è stata ripagata dalla soddisfazione dei genitori:” “Li abbiamo contattati su Zoom tramite i rappresentanti di classe. Ci hanno ringraziato per il sostegno, soprattutto quelle famiglie in cui il Coronavirus ha fatto delle vittime. Ci sono stati ragazzi che hanno perso i nonni, chi ha perso padre e nonno, chi ha avuto la madre malata. Oltre alla didattica quindi abbiamo cercato di dare un supporto psicologico in questo difficile periodo”. La difficoltà maggiore? Essere vicini agli alunni con difficoltà di apprendimento: “Sono loro che hanno sofferto maggiormente l’allontanamento dei docenti. Hanno bisogno di un’attenzione in più: è un conto essere in classe, un conto la didattica a distanza. Chi non ha questi problemi si organizza, mentre per loro è stato un cammino maggiormente faticoso”.

Questo periodo inusuale è però servito a rafforzare le competenze digitali e non: “Abbiamo notato competenze svilupparsi maggiormente rispetto alla didattica ordinaria e anche i docenti hanno sviluppato competenze digitali”. Il punto di forza invece, il rafforzamento della collaborazione scuola – famiglia: “Era forte anche prima, ma con la didattica a distanza ci siamo accorti ancor di più che dietro questi ragazzi ci sono delle famiglie che li hanno sostenuti. La costanza dei ragazzi nel seguire le lezioni, svolgere i compiti, è perché hanno dietro di loro famiglie che sono riuscite a reggere in questo periodo delicato”. Per il futuro, la speranza è di riuscire a riprendere le lezioni tra i banchi di scuola, rispettando ovviamente il distanziamento e con le mascherine: “Fortunatamente la nostra scuola ha ambienti spaziosi, possibilità di differenziare entrata ed uscita e dispone di uno spazio verde esterno molto grande. Vogliamo sviluppare la didattica di scuola all’aperto: i docenti hanno partecipato a un convegno dove hanno dato proprio diversi spunti per progetti di questo tipo. Mi auguro che si possano sviluppare questi nuovi aspetti della didattica: è un’opportunità in più.

Queste lezioni all’aperto si potrebbero svolgere durante i primi mesi, settembre ed ottobre, meteo permettendo. Le nostre classi sono circa di 25 alunni, poi bisognerà capire se dividere in due gruppi per poter mantenere distanziamento, ma ciò significherebbe aumentare il personale o dare più ore di insegnamento a qualche insegnante. Ad ogni modo creeremo a breve dei gruppi di lavoro per fare un piano in questo senso, per non farci trovare impreparati”.