Dante Bertolazzi, da Oltre il Colle a Macapà, alle foci del Rio delle Amazzoni

Da Oltre il Colle, tra Val Seriana e Serina, a Macapá, alle foci del Rio delle Amazzoni. Padre Dante Bertolazzi, missionario bergamasco del Pime, è un vero e proprio decano dell’evangelizzazione in Brasile. Per quasi cinquant’anni ha operato in Amazzonia, contribuendo allo sviluppo di una diocesi giovane e in costante crescita, che nel 2020 festeggia il quarantesimo della sua fondazione.
«Ricordo ancora la mia partenza per il Brasile – racconta il sacerdote, classe ’39 – Era il 15 gennaio 1971. In Brasile si andava in nave. E il viaggio durò ben due settimane». Dopo un periodo ad Assis (San Paolo) per lo studio della lingua portoghese, padre Dante viene destinato alla diocesi di Macapá «con il compito di favorirne la crescita pastorale».
Vi rimarrà quarantott’anni. Fino al 2019, quando torna in Italia per limiti d’età, stabilendosi presso la casa del Pime a Sotto il Monte. «Il mio impegno a Macapá si è svolto principalmente all’interno di parrocchie. Ho lavorato in quattro comunità diverse, per una media di otto anni in ciascuna. A causa del vertiginoso boom demografico, che ha fatto passare la città da 80 mila abitanti ad oltre 500 mila, sono andate espandendosi le favelas. Ed era proprio lì, nelle periferie, che fondavamo nuove parrocchie».
Perché all’esplosione demografica, il Pime decide di accompagnare anche la crescita religiosa, affrontando le sfide pastorali e sociali di una diocesi in cammino, istituita il 30 ottobre 1980, dopo essere stata, dal 1948, una prelatura territoriale. «Ho ricoperto diverse cariche a livello diocesano: assessore dei giovani, coordinatore della pastorale della famiglia, economo, vicario generale e, per un totale di 12 anni, anche superiore regionale del Pime. Il mio compito? Coordinare gli altri missionari nella zona. Li accoglievo e assegnavo alle varie comunità, ne assistevo la formazione linguistica e religiosa, mi accertavo che i loro documenti fossero apposto. Insomma, facevo sì che tutte le attività potesse procedere nel migliore dei modi».
E, a distanza di quasi cinquant’anni dall’inizio del suo impegno missionario, padre Dante guarda indietro al proprio operato a Macapá. «Ho il cuore pieno di gioia. Per gli undici sacerdoti locali che ho formato, fin dai tempi del seminario, ed ora sono preti nella diocesi. Per i tre giovani che ho avviato all’attività di missionario, e adesso operano per il Pime in Giappone, Costa d’Avorio e Bangladesh. Infine, per la diocesi di Macapá, oggi organizzata in diversi istituti e servizi. Come un figlio va educato, cresciuto e seguito, in modo tale che poi sia pronto a procedere con le proprie forze, così è per una comunità cristiana. Una camminata missionaria con un popolo in crescita. Religiosa e demografica».