Aumenta il disagio giovanile, nasce il progetto di una comunità per adolescenti

Una comunità per adolescenti: è il progetto a cui Giuseppe Carrara, ex sindaco di Leffe e operatore socio – sanitario e Nadia Moretti, anch’essa operatrice socio sanitaria, stanno lavorando da qualche mese.

Un progetto che coltivano da tempo, ma che ha cominciato a vedere la luce – intanto a livello teorico, cercando di coinvolgere il territorio – dopo il lockdown. “L’idea è nata da diverse concomitanze – spiega Carrara -: la passione per il ‘mondo’ degli adolescenti e della disabilità e l’attenzione verso il prossimo. Da tempo Nadia, con cui ho lavorato per diversi mesi alla RSD Casa Alpini di Endine, mi proponeva di fare qualcosa nel campo dei servizi alla persona. Possiamo dire che questi mesi di Covid mi hanno fatto riflettere parecchio e ho maturato un’idea che avevo a cuore da diversi anni: dedicarmi totalmente ai bisogni a cui mi sento più adatto”.

Durante il primo lockdown, Carrara riceve diverse richieste di ‘aiuto’: “Mi hanno chiamato due parenti di persone adulte, che non riuscendo più a gestire i familiari in casa, chiedevano se nella RSD in cui lavoravo ci fosse la possibilità di ricovero, disponibilità che non c’era. Questa cosa mi ha fatto pensare rispetto al fatto di impegnarmi in prima persona per realizzare qualcosa per soddisfare i bisogni legati al ‘disagio’”. Carrara e Moretti si rendono conto che il bisogno maggiore del territorio riguarda gli adolescenti: “In questi ultimi anni si sta verificando un particolare aumento del ‘disagio giovanile’, ad ogni livello, con situazioni che diventano particolarmente oppressive anche per le famiglie che vivono situazioni di ‘fragilità’. Sappiamo bene che non sarà un percorso facile, sia nella realizzazione della struttura, sia nella gestione della quotidianità; servirà prevedere una progettualità condivisa con diverse figure professionali che dovranno operare per la ‘rinascita’ degli ospiti che di volta in volta saranno mandati, su segnalazione del territorio”.

Ragazzi seguiti a 360 gradi da diverse figure professionali (parte medica e psicoterapeuta, educativa e ausiliaria), senza dimenticare il coinvolgimento del territorio, attraverso volontari e inserimenti lavorativi nelle aziende. “Il mondo adulto deve smontare le proprie certezze per ascoltare i propri giovani. Questi ultimi sono abbandonati, non hanno guide, seguono gli influencer che portano per lo più a comprare prodotti, a consumare, verso una globalizzazione culturale; il mondo adulto si è tirato indietro nel dovere di educare i giovani, che si ritrovano con mancanza di prospettive per il futuro. Invece bisogna lavorare molto sulla formazione e sulla prevenzione. È come se ormai questi aspetti passassero in secondo piano, ma salute e benessere non si possono avere se non si ha una società sana con valori e principi. È molto importante anche la formazione verso i genitori. Serve diffondere una cultura legata all’educazione alle regole, al rispetto, al sacrificio, serve far passare il messaggio che l’adolescenza è un bel tempo, ma che va vissuto nel modo giusto”.

Al momento il progetto è alla prima fase: “Stiamo individuando il luogo più idoneo e la forma giuridica più adatta. Per quanto riguarda i finanziamenti per far partire il tutto, spero sia nei finanziamenti di eventuali fondazioni, sia nelle piccole donazioni della gente. Ho appena pubblicato a mie spese un libro, “Sarà perché ti amo”, una piccola autobiografia che, tra le altre cose, racchiude  diverse riflessioni scritte durante il primo lockdown, il cui ricavato sarà utilizzato proprio per questo progetto”. Il libro è disponibile a Leffe (edicole in Piazza Libertà), Cazzano S. Andrea (edicola New Day), Gandino (bar edicola La Corte), Casnigo (tabaccheria Davide Bettinaglio), Fiorano al Serio (edicola Anna), Gazzaniga (edicola Mismetti), Cene (edicola Martinelli), Ponte Nossa (edicola Daniela).