“Vorrei, un giorno, partecipare alla felicità dei santi… all’incanto estasiante degli innamorati”

Il "sogno" dell'altra vita non è soltanto un sogno

Ho letto un splendido passaggio in un libro del teologo Gerhard Lohfnik. Il titolo è: Alla fine il nulla”. L’autore parla della vita eterna e dice: “Ho l’audacia di dire che vorrei, un giorno, partecipare alla felicità dei santi. Vorrei, un giorno, partecipare all’incanto estasiante degli innamorati, alla pazienza incrollabile di innumerevoli madri e padri, alla saggezza di tantissime donne sante, alla sapienza delle grandi e dei grandi dottori della chiesa, al coraggio dei martiri, all’amore di coloro che hanno seguito Gesù con tutta la loro esistenza. Vorrei, un giorno, ‘incontrare’ Paolo, Luca, Agostino, Tommaso d’Aquino, Francesco, Teresa D’Avila, Teresa di Lisieux, Edith Stein e tanti altri e ‘stare con loro’. E naturalmente spero di ‘rivedere’ i miei genitori e i miei fratelli e sorelle defunti”. Scusa la mia curiosità, ma tu, monaca chi “sogni” di incontrare “allora”? Don Gianni

Anch’io custodisco questo sogno, caro don Gianni: incontrare i santi di ogni ordine e grado, e stare eternamente con loro e con le persone a me care; sogno, soprattutto di incontrare il Risorto e di essere condotta nella comunione trinitaria, dove troverò scritto il mio nome e il mio volto, come scrive il sommo poeta nel trentatreesimo canto della Divina Commedia:

e la profonda e chiara sussistenza 
de l’alto lume parvermi tre giri 
di tre colori e d’una contenenza;                                    

e l’un da l’altro come iri da iri 
parea reflesso, e ‘l terzo parea foco 
che quinci e quindi igualmente si spiri.                       
…                         
dentro da sé, del suo colore stesso, 
mi parve pinta de la nostra effige: 
per che ‘l mio viso in lei tutto era messo. 

Ma non è solo questione di sogno o di audacia, quanto di certezza che, come un tesoro prezioso, impreziosisce i miei giorni e che, come obiettivo, illumina il quotidiano, dando senso al mio andare. Il medesimo ardimento di Lohfnik diviene certezza che, per la grandezza della misericordia del Padre, ciò si compirà.

E’ certo: il mio desiderio si compirà

Non lo dice forse la lettera agli Ebrei? «Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele» (Eb. 12,22-24). Partecipare eternamente alla felicità dei santi e stare sempre con loro, nella comunione con Dio, è la vocazione di ogni persona. 

“…tutta quella schiera di uomini e donne
di buona volontà che si sono impegnati
per rendere bello questo nostro mondo” 

Da poche settimane abbiamo celebrato la solennità di tutti i santi e la liturgia in quel giorno ci invitava a guardare il cielo, meta del nostro pellegrinare. In quella celebrazione abbiamo ascoltato un testo tratto dall’Apocalisse, che spalanca i nostri occhi a orizzonti infiniti: “Vidi una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello»” (Ap. 7,9-10).

Ogni persona, al di là del proprio credo, è creata per condividere la stessa vita divina in cielo, in comunione con i santi, sia famosi che quelli della porta accanto: i nostri genitori, le persone alle quali abbiamo voluto bene e tutta quella schiera di uomini e donne di buona volontà che si sono impegnati per rendere bello questo nostro mondo. 

Pensare al cielo per vivere meglio sulla terra

Ciò che ci attende nell’al di là è realtà, vera realtà sulla quale è salutare riflettere per vivere meglio la nostra vita, disponibili a giocarci in tutto e per tutto nella nostra avventura umana e di fede così che i nostri giorni abbiano il sapore del divino. 

La liturgia, che ci è maestra, ci aiuta, in particolari solennità dell’anno liturgico, a focalizzare il fine ultimo del nostro cammino terreno. 

Andrej Rublev: la Trinità

Attraverso la celebrazione di alcune feste quali: l’Ascensione di Gesù al Cielo, l’Assunzione di Maria, la solennità di tutti i santi, e questo ultimo scorcio dell’anno liturgico che volge al suo termine, il cristiano è invitato a riscoprire e riappropriarsi della sua vocazione alla comunione eterna con la santissima Trinità e con tutti coloro che già vivono eternamente nel suo amore. Ricordiamoci che ciò che, in cielo, è prerogativa di Cristo, diventa, per partecipazione, anche di sua Madre Maria e di riflesso anche la nostra. 

E questo basta per cantare in eterno la grandezza della sua misericordia.