Ha coltivato semi di bene per tutta la vita. La grande eredità di Don Fausto Resmini

Era la fine degli anni ’70. La storia inizia con un volto e un nome. Di un ragazzo che viene ordinato prete nel 1978 ma era legato al Patronato San Vincenzo già prima. Sì, perché don Fausto Resmini sin da bambino è stato nel Patronato, nel solco del fondatore don Bepo Vavassori. Gli ultimi anni di Seminario, in particolare, li ha trascorsi a Sorisole. E qui, in questa casa, dà il via ad una storia che negli anni è cresciuta smisuratamente. Perché la misura dell’amore è amare senza misura. E dentro questa storia don Fausto ha amato. Con lui storie e volti di uomini e donne che ancora oggi stanno provando a raccogliere la sua eredità, in una memoria che si fa azione caritativa. Dal 23 marzo, giorno della sua morte dovuta al covid-19, a Sorisole, in stazione, in carcere c’è una ferita che continua a fare un male incredibile. Ma c’è anche un impegno di chi si sforza per continuare a far germinare i semi di bene che la provvidenza ha seminato abbondanti grazie a don Fausto.

Dallo studio che un tempo era di don Fausto, proprio all’ingresso della comunità di Sorisole, è don Dario Acquaroli che comincia a raccontare la sua storia. Già impegnato nella responsabilità della comunità dei minori, ora tocca a lui guidare tutta la comunità don Milani. 

“Già durante l’ultimo anno di Seminario, e poi completamente da prete, don Fausto ha iniziato a dedicarsi ai ragazzi delle medie e delle superiori. Prima la casa del patronato di Sorisole aveva una parte per la formazione (la scuola) e le case di accoglienza per i bambini”. 

Don Fausto, novello sacerdote, inizia come vicedirettore della comunità. “Ha cominciato a concentrarsi sui preadolescenti e adolescenti, in particolare quelli considerati più difficili. È partito con il primo gruppo di collaboratori, tra cui c’erano alcuni che l’hanno accompagnato in tutta la sua vita nel costruire tutti i servizi di questa comunità, come Salvatore Oliveto e Luigi Zucchinali”.

E così negli anni ‘80 comincia l’accoglienza dei ragazzi più difficili, grazie anche al collegamento con la comunità dei salesiani di Arese e con altre realtà educative che permettono a don Fausto di conoscere e approfondire sempre di più le problematiche adolescenziali. “Ha iniziato a creare le comunità per adolescenti. Tramite l’associazione don Milani ha iniziato a stipulare degli accordi con il Ministero della giustizia per accogliere minori con provvedimenti penali. La don Milani è stata una delle prime in Lombardia: la riforma, infatti, è entrata in vigore alla fine del 1988 e all’inizio del 1989 sono arrivati qui i primi ragazzi”.

Una realtà che cresce nelle mani di don Fausto, che nel frattempo nel 1988 ne diventa direttore. E così negli anni ’90 prendono forma le diverse comunità. E insieme parte un’altra esperienza pionieristica. 

“All’inizio degli anni ’90, insieme a Caritas, nasce il servizio Esodo, che continua tuttora. È rivolto ai senza tetto e inizia come servizio di incontro, ascolto, accoglienza delle storie di chi vive in strada, dove dare da mangiare, una coperta e un vestito sono modalità di incontro per poter conoscere e relazionarsi con la persona di strada proprio come una persona. A volte non vengono trattati come tali e loro stessi si dimenticano di essere uomini e donne”.

Parallelamente anche l’impegno in carcere, dove diventa presto una figura di riferimento per i detenuti ma anche per l’intero mondo della giustizia, magistrati compresi. “Don Fausto era già volontario del carcere di Bergamo, nel ‘91 viene nominato cappellano e inizia questo servizio. E così dentro la realtà di Sorisole nascono anche progetti creati insieme al carcere”. 

Si arriva così alla configurazione che la comunità don Milani di Sorisole ha negli anni 2000. “C’è la parte dei minori, la strada, il dormitorio e l’infermeria per chi vive in strada, i progetti creati con il carcere di Bergamo e la parte più grande della casa che inizia ad accogliere i giovani maggiorenni, anche stranieri. Proprio questa parte nell’ultimo decennio ha visto anche l’accoglienza dei richiedenti asilo, diventando, d’accordo con la prefettura, un centro di accoglienza straordinario. Negli ultimi dieci anni la comunità si è consolidata, rinforzando e creando una serie di incontri, lavori e servizi, cercando sempre di cogliere e capire quali siano le nuove povertà da incontrare e aiutare, cercando sempre di aggiornare i servizi per renderli più aderenti alla contemporaneità”.

Tanti impegni, cui si aggiungono quelli legati alla Casa del giovane e al Conventino, che rendevano le giornate di don Fausto sempre piene e frenetiche. Ma l’inizio e la fine di ogni giorno don Fausto passava sempre parecchio davanti al Signore nella cappella della comunità e la stessa cosa consigliava a chi si dedicava ai suoi ragazzi. E quel gesto continuo di affidare i suoi ragazzi al Signore ora ha il sapore di eternità.  

  1. Carissimo don Fausto ora tu dal cielo veglia su quei ragazzi sulle tante realtà bisognose e a noi volontari la forza di andare avantisu ciò che tanto desideravi portare avanti…

  2. Vorrei tanto che avessimo un segno dell’eternità tramite lo spirito di coloro che se ne sono andati.Proprio la giustizia per i carcerati (oppressi”?”)! abbisogna di verità or di là don Fausto Resmini (son certa”❓”) lo sa🙏🏼🔥❤🌈❤🕊

  3. Anche nel mio cuore ha lasciato una ferita aperta don Fausto. Sorrideva, era gentile, umile e amabile. Sempre. Anche quando nel suo cuore portava tutto il dolore che raccoglieva nel cuore e nei cuori del carcere. Anche se all’uscita, come un subacqueo, doveva passare qualche minuto di “decompressione” tanto gli si stringeva il cuore. Con tutti i suoi impegni, non richiesto, venne a concelebrare in Sant’Alessandro in Colonna, la messa che apriva le porte del Cielo per il mio sposo Gianmario. Una sensibilità discreta che tocca l’anima. Davvero ha ha sparso semi di bene che continuano a germogliare. Don Loris Capovilla, che tanto ne stimava l’evangelica carità, non esente da ostacoli,lo avvrà accolto in cielo e presentato a Papa Giovanni.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *