Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana: il cammino della fede

L’Eucaristia? La mia autostrada per il cielo!

Beato Carlo Acutis

Questa è la frase che più di tutte potrebbe riassumere la vita del giovane Carlo. Nato a Londra nel 1991, poco dopo si trasferisce con la famiglia a Milano dove frequenta le scuole e vive la realtà della sua parrocchia di Santa Maria Segreta. Negli anni del liceo matura la sua passione per l’informatica e per la creazione di siti web. Un ragazzo normalissimo pieno di amici e di passioni, che fin da piccolo stringe un’amicizia speciale e particolare con Gesù. Quest’amicizia lo portava tutti i giorni in chiesa per partecipare alla Messa e incontrare questo suo grande Amico. Inoltre era anche molto devoto alla Vergine Maria e quotidianamente recitava il rosario.

Nell’ottobre del 2006 si ammala improvvisamente di una leucemia fulminante che in pochi giorni lo porta alla morte. La Chiesa ha riconosciuto la testimonianza di questo giovane e il 10 ottobre 2020 Carlo è stato proclamato beato. 

Secondo un suo desiderio, è stato sepolto ad Assisi nel Santuario della Spoliazione. Spesso Carlo diceva: «Assisi è il luogo in cui mi sento più felice!». Certamente in questa cittadina dell’Umbria, in cui si sente ancora l’eco della predicazione di Francesco, Carlo ha trovato un luogo di pace, di silenzio e di cammino. Chi ha visitato Assisi conosce bene le numerose scalinate, salite e discese di questa città che per essere vissuta a pieno ha bisogno di una certa dose di fatica. 

Così è il cammino della fede, fatto di giorni sereni e gioiosi ma anche giorni di buio e di sconforto; un cammino che spesso ci costa molta fatica, ma Carlo ci insegna che l’unico punto fermo è Gesù. Solo incontrando Lui possiamo essere felici, solo camminando con Lui possiamo superare tutte le prove della vita. 

  1. Per quanto conosca bene la bellezza felice e moderna della vita di Carlo, mi sono ancora commossa roleggendo la verità della sua vita e della sua testimoniaza di fede in Gesù. E’ proprio vero quello che spesso ripeteva il doppio cugino di mia madre, don Vittore Galizzi, morto come la mia mamma Margherita a 40 anni (lei con cinque figlie di cui una di 2 anni avuta quando già era malata)): “Il cristianesimo non è facile, ma è felice”. E pensare che don Vittore era ammalato di tumore dal tempo del seminario e visse la gioia di curato fra i giovani di Arcene e i suoi parrocchiani di Valbondione celebrando con loro in chiesa Il sacramente dell’unzione degli infermi poco prima di morire. Nel libro dedicato a lui volli il titolo “L’uomo della felicità”.Beato Carlo Acutis proteggi i nostri figli e i nostri nipoti, attirali sulla strada della vera felicità, anche se loro sono un po’ distratti.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *