“Io resto” al Conca Verde: un documentario per comporre la memoria collettiva della pandemia

Un mese dentro la vita di un ospedale, sospeso di fronte all’ignoto. Per la prima volta, una videocamera mostra il fardello emotivo e la gentilezza nei rapporti tra pazienti e personale sanitario durante lo scoppio della pandemia da Covid-19. Lo fa grazie a Michele Aiello, regista che ha girato all’interno degli Spedali Civili di Brescia: “Io Resto” è ciò che vede in quei giorni, l’unico documentario girato interamente proprio dove l’emergenza è stata più dura e drammatica, prodotto dal regista stesso insieme a Luca Gennari e Zalab, in collaborazione conRCE Foto Verona e Comune di Brescia.

Io Resto | Trailer ufficiale – dal 23 settembre al cinema from ZaLab on Vimeo.

Dialogo con il regista Michele Aiello e Marco Rizzi, primario al Papa Giovanni

Il film sarà presentato a Bergamo giovedì 23 settembre ore 21 al  Cinema Conca Verde alla presenza del regista Michele Aiello e del Prof. Marco Rizzi, Primario di Malattie Infettive Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Proprio dal 23 settembre uscirà nei cinema della Lombardia con una settimana di tenitura che precede l’uscita del 30 settembre nel resto d’Italia, un messaggio che vuol essere di vicinanza alle comunità più colpite dal covid nel 2020.
Il regista sarà nuovamente in sala nel territorio bergamasco, tra i più colpiti nel primo peridio di pandemia, lunedì 27 (ore 21.15 Anteo Spazio Cinema di Treviglio).

“Iniziare il tour della Lombardia da Bergamo, una delle città duramente colpite dalla pandemia e diventata sua malgrado un simbolo, è molto importante per me –  dichiara Michele Aiello – Ho cercato di rendere il racconto universale, per permettere a chiunque veda il film, in Italia o nel Mondo, di potersi riconoscere. Mi piacerebbe che Bergamo abbracciasse questo spirito, facendosi ambasciatrice di una memoria collettiva che può raccontare l’Italia intera e accompagnando il film nella sua diffusione”.

Una testimonianza dal centro della tempesta

Il film ha ottenuto per la diffusione il Patrocinio FNOMCeO, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri con la seguente motivazione: “un’importante testimonianza che documenta il carico emotivo e al contempo la gentilezza nei rapporti tra pazienti e personale sanitario durante lo scoppio della pandemia da Covid-19 all’interno degli Spedali Civili di Brescia”.

Quando una videocamera accede, in via eccezionale, ai reparti dell’ospedale pubblico di una delle città che sta drammaticamente soffrendo il primo picco pandemico del COVID-19, l’esercizio di osservazione e registrazione degli attimi si fa ancora più delicato e sensibile, spinto dal rispetto verso nuove relazioni tra pazienti e personale sanitario. Tutto è fermo o frenetico: sono le nuove abitudini rese necessarie dalla pandemia e che mostrano un estremo bisogno comune, il calore umano. È una storia che appartiene a tutti, è un racconto collettivo.

Il diario di un mese in ospedale: il dramma e la speranza

L’Italia è nel mezzo di un rigido lockdown dovuto al primo picco pandemico per il COVID-19, la Lombardia è la regione più colpita, i casi di infezione del virus aumentano, gli ospedali non sono adeguatamente attrezzati.

È in questo momento che, a Brescia, Michele Aiello decide di affiancare dottori, infermieri e autotrasportatori, tutti coloro che stanno facendo sforzi enormi per affrontare e contenere la diffusione del virus, mentre i media li chiamano “angeli” e “eroi”.

Ciò nonostante, molto spesso, i loro continui sforzi, insieme alle sofferenze dei pazienti affetti da COVID-19, rimangono invisibili, eccetto nei reparti dell’ospedale dove si accende la videocamera. Mettendone insieme i frammenti, con la visione di “Io Resto” arriviamo a conoscere le persone coinvolte e ogni dettaglio catturato riesce a trasmette il suo peso e la sua importanza nell’interezza di questi momenti drammatici e incerti.

Dalla memoria un nuovo immaginario sul futuro

Lo spettatore è presente, con grande attenzione intuisce le parole non dette, vive i pochi momenti di distrazione, sempre salvifici, viene sfiorato dalla rassicurazione di una carezza, di uno sguardo, di una parola. La colonna sonora è conosciuta, il suono delle sirene delle ambulanze,  mentre è  sconosciuto il sottofondo rumoroso, ovattato e assordante dei macchinari che tengono in vita i pazienti.

Dalle prime inquadrature sappiamo che Noi siamo lì, tutti, assenti ma presenti, pronti con uno sguardo aperto e infantile a costruire un nuovo immaginario sul futuro. Michele Aiello, nato a Verona nel 1987, è al suo quarto documentario, dopo aver firmato la regia “Un Giorno La Notte” del 2019), esser stato co-autore di “Paese Nostro” nel 2017 e di “fuoriClasse” nel 2016. Nella produzione dei materiali per “Io Resto” è stato affiancato dal direttore della fotografia Luca Gennari, classe 1984, che ha girato anche i documentari “Novorossiya” (2020), di cui è stato anche regista, “Un Giorno La Notte” e “Joseph’s Journey” nel 2019. Il montaggio del film è a cura di Corrado Iuvara, le musiche originali di Francesco Ambrosini, il missaggio di Massimo Mariani e Fullcode SAS.