Ad-Dio Matteo. Ricordi della vita quotidiana nella comunità delle medie del Seminario

Ciao Matteo, mi metto alla tastiera. Sono le 18 e 28 minuti. Da qualche minuto sono tornato a casa da Petosino, dove alle 15 abbiamo celebrato i tuoi funerali.

Ci ho messo molto a tornare a casa. Sai, ho incontrato, dopo 11 anni, i tuoi compagni con i quali eri entrato in prima media in Seminario, insieme al tuo gemello Davide.

Mamma mia.. avete 25 anni.. c’è chi ha rilevato il negozio dei genitori, chi fa il grafico, chi fa il promotore finanziario, chi fa il Conservatorio, chi fa l’agricoltore…; qualcuno sta contando i giorni che mancano dall’ordinazione diaconale.. e tra qualche mese sarà prete. Ciascuno ha trovato la sua strada.

Che emozione quel “Ciao prefetto Alby!”. E tu Matteo.. non ci siamo più visti né sentiti. Con qualche tuo compagno ci si sente tramite social, si vedono spaccati di vita interessanti, esperienze belle, vite che germogliano.

Il ricordo dei compagni di scuola

Ma noi, Teo, non ci siamo più visti. Sognavo di vederti con Davide all’ordinazione dei tuoi compagni, il prossimo anno. Mi è capitato di chiedere di te in questi anni.. come di tutti i ragazzi che ho avuto da prefetto.

“Come stanno i gemelli Cornago?”; “Bravissimi, come sempre”, rispondevano i superiori in Seminario. Ricordo bene quella sera del 2007, a settembre, quando entrò in Seminario una prima media di 21 ragazzi.. un dono inatteso per la comunità delle medie.

Accolsero la classe il vicerettore don Mauro, l’educatore don Lorenzo, il padre spirituale don Gimmi e noi prefetti, i “fratelli maggiori” per i ragazzi del Seminario minore; eravamo io, di quarta teologia, insieme a don Daniel e Morris, allora in terza.

Ricordo voi due gemellini, quasi identici tanto che ci misi settimane a cogliere le leggerissime diversità che vi rendevano distinguibili.

Due ragazzini educati, introversi. Matteo in particolare era silenziosissimo. Nelle ore di studio sia tu che tuo fratello finivate sempre velocemente.. soprattutto matematica… e vi dicevo di ricontrollare bene, anche se sapevo che non sbagliavate un colpo. Non mi stupisce tu fossi diventato ingegnere Teo.. e se non sbaglio ti mancava un solo esame alla laurea magistrale.

Sai Teo, poco fa, col tuo papà, davanti alla tua tomba nella nuda terra, notavamo che, alzando lo sguardo, si vede il Canto Alto.

La montagna, un grande amore

Già, le montagne, le tue amate montagne. Quelle montagne che hai scalato e dalle quali sei partito per andare ancora più in alto, lassù, dove abita Dio con i giusti. Faccio fatica Matteo.. avrei tante cose da dirti ma non riesco ora: te le dirò nella preghiera, so che le ascolterai.

Spero di trovare un’immagine bella che ti ritrae, per portarla con me, come conservo nei libri di preghiera tutte le immaginette di coloro che porto nel cuore. Spesso le guardo.. e la preghiera apre al ricordo grato.

Quando Mario, tuo compagno già in prima media che presto sarà diacono e poi prete mi ha telefonato, la scorsa settimana, per dirmi che non c’eri più, è stato un duro colpo. Mi è tornata alla mente la tua dolcezza e la profondità del tuo animo, Teo.

E quando il tuo papà ha raccolto, poco fa, un po’di terra per coprire la tua bara, non ho sentito il rumore sordo del distacco lacerante, ma l’ultima “pacca sulla spalla” di papà verso di te.

Sai Teo, vorrei che tu mi mandassi, proprio a me che di matematica capivo poco, un’equazione o qualcosa di simile che mi dimostrasse che il Paradiso è infinito, per sperare ancor più fortemente che un piccolo spazio possa esserci anche per me.

Il conforto della preghiera. “Ci vediamo”

Mi sembra tu mi stia guardando, come facevi in prima media, sorridendo, quasi a dirmi: “Dai prefetto, smettila, non ti basta il Vangelo?”. Hai ragione Teo, in quella Parola viva che ora tu contempli c’è tutto.

Grazie Teo, abbiamo provato per un anno a conoscere il Signore un po’ di più, insieme. Ora ti prego, pregalo per me, ma soprattutto per la tua famiglia.

Prega per il tuo gemello Davide, perché continui a sentirti accanto a sé come sempre. Prega per i tuoi compagni che saranno diaconi e poi servi per sempre nel ministero presbiterale: guidali e aiutali a far conoscere il Signore.

Ciao Teo, mi fermo qui, ma sento davvero di poterti dire: “Ci vediamo”. Perché sarà così, ci rivedremo. Ciao Teo, grazie di tutto, riposa sereno. Il tuo prefetto di prima media, don Alberto.