Verso l’alt(r)0, la meditazione della settimana. Vivere a passo d’uomo

Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori.

Matteo 4,18

Camminando in montagna, spesso parto con il buon proposito di vivere quei momenti gustando a pieno il cammino, ma il più delle volte, mio malgrado, mi ritrovo a volermi misurare con me stesso dimenticandomi di ciò che mi circonda e svuotando della bellezza più profonda quei momenti.
Proprio in occasione di una di queste camminate, dopo aver fatto un’ascesa più vicina alla corsa che alla passeggiata, sulla strada del ritorno ad una breve sosta, forzata da bisogni impellenti, mi sono accorto di una pianta spezzata sul ciglio del sentiero.

Una pianta spezzata sul bordo del sentiero: un segnale

Niente di strano vien da dire, ma la cosa strana è il fatto che in quell’attimo mi sono accorto che fino a quel momento non avevo dedicato attenzione a ciò che mi circondava e quella stessa pianta spezzata, all’andata nemmeno l’avevo vista, nonostante non fosse di piccole dimensioni.

Il fatto ha immediatamente suscitato in me una riflessione, un po’ amara, per via del dover riconoscere una mia mancanza su ciò che a parole spesso mi ritrovo a dire, e allo stesso tempo promettente in vista di un desiderio a vivere non di corsa ma a passo d’uomo.
La frenesia della vita quotidiana, degli impegni, delle scadenze, degli incontri, delle riunioni, del lavoro, di tutto ciò che si sussegue nella giornata, mi sono reso conto di portarla con me anche laddove il desiderio è di riscoprire un modo antico ma sempre nuovo di vivere la vita.

Un cammino da uomo, contro la frenesia quotidiana

Quel modo che se coltivato e vissuto pian piano può divenire la regola della propria vita, che si oppone alla frenesia e appunto al contrario, invita ad un cammino da uomo, non da automa. Un camminare che consente di essere attenti a ciò, ma soprattutto a chi, ci circonda.
Un camminare che è tipico di Colui che ha incarnato l’essere uomo e che a più riprese ha vissuto il camminare sulle vie della vita di ogni uomo come occasione per incontrare e fermarsi, ascoltare, accogliere e dialogare, offrire gesti e segni di speranza. 

L’invito è proprio questo, che faccio a me in primis e che estendo a chi sta leggendo: riprendere questo anno di attività, di impegni, di lavoro, di escursioni, di sport, sempre mantenendo quel passo d’Uomo che dischiude la bellezza e la ricchezza dell’incontro, dell’accorgersi di ciò e di chi ci circonda, per non perdere nessuna opportunità che quotidianamente ci è data da vivere.