“L’Alta Via delle Grazie”, un cammino nel cuore delle Prealpi Orobiche

Desiderate un po’ di pace e di fresco per fuggire dalle ondate di caldo che stanno investendo l’Italia? Se la risposta è sì, il consiglio migliore è quello di percorrere in 13 tappe a piedi quasi 300 km nel cuore delle Prealpi Orobiche.
Per partire informati, però, prima è meglio leggere la Guida “L’Alta Via delle Grazie” (Terre Di Mezzo Editore 2023, Prefazione del Vescovo di Bergamo Francesco Beschi, pp. 132, 18,00 euro), scritta a quattro mani da Gabriella Castelli e Umberto Gallo, dove gli autori regalano al lettore la descrizione di un grande viaggio mozzafiato.

Sì, perché l’Alta Via delle Grazie è un cammino che coinvolge corpo e anima, dove si può cogliere l’armonia della natura, la profonda devozione nei luoghi di preghiera, lo splendore delle opere d’arte, l’incontro con le persone del territorio fiere delle proprie tradizioni, felici di condividere e accogliere. Di borgo in borgo e di passo in passo, per riscoprire la spiritualità del bosco, della roccia e del silenzio, nell’incontro con i santuari più importanti delle Orobie bergamasche.

Il libro contiene tutte le informazioni utili per mettersi in cammino, la cartografia dettagliata, le altimetrie, i dislivelli, i luoghi dove dormire, la descrizione del percorso e delle località da visitare. Di questo grande viaggio in terre di devozione e tradizioni alpine, nell’abbraccio di una natura mozzafiato e, la sera, di un’ospitalità genuinamente pellegrina, dialoghiamo con la bergamasca Gabriella Castelli, con la passione del cammino, dalle salite vicino a casa, ai trekking sull’Oceano.

  • Come è nata l’idea del cammino?
    «Il cammino l’ho creato io ed è un cammino su sentieri e mulattiere, che ha poco asfalto, nato dal basso, dalla mia passione e da quella di Giambattista Merelli, che mi ha aiutato a crearlo e a tracciarlo e che purtroppo è morto due anni fa in un incidente in montagna. Sono quindi rimasta da sola insieme a qualche appassionato volontario. Dopo aver fatto parecchi cammini di Santiago ed essere stata piacevolmente colpita da questa esperienza, ho pensato di poter creare un cammino anche dove vivo, in terra bergamasca, in maniera specifica nella Val Seriana. A Santiago di Compostela si va per la tomba dell’Apostolo San Giacomo, noi a Bergamo abbiamo una forte devozione per la Madonna. Quindi abbiamo deciso di dedicare questo cammino ai tanti santuari mariani che si incontrano sul nostro territorio. Infatti, questo cammino in tredici tappe e quasi 300 km, tocca 18 santuari mariani dedicati alla Vergine, oltre a numerose basiliche, chiese e “santelle”.
    Le priorità di questo cammino sono i quattro aspetti che rappresentano il quadrifoglio, ovvero il simbolo del cammino. Il primo aspetto è quello naturalistico, cioè l’ambiente che incontriamo. A Bergamo salendo dalla valle si incontra la montagna, si incontrano fiumi, valli importanti e anche piccole vallette collaterali molto particolari come la Valle Vertova. Ci sono luoghi poco conosciuti ma molto belli che colpiscono. Il secondo aspetto è quello religioso, il fil rouge sono i 18 santuari mariani. Poi c’è l’aspetto artistico e culturale, perché queste chiese sono grandi opere artistiche.
    Infine, c’è l’aspetto fondamentale, che ho appreso in Spagna e che è l’aspetto dell’accoglienza e della condivisione. L’aspetto fondamentale di un cammino rispetto al trekking secondo me è il tipo di accoglienza a fine tappa, quindi ho cercato di portare la mia esperienza anche di volontaria, cioè di hospitaleros. Lì ho compreso il significato della parola “accoglienza” e l’ho riportata qui. Quindi a fine tappa abbiamo monasteri, case parrocchiali, case-famiglia che accolgono, si è venuta a creare una struttura di accoglienza essenziale, diversa dagli alberghi e dai bed and breakfast».

  • Il percorso si snoda in ambienti in cui la natura è padrona con il verde dei boschi, l’acqua di sorgenti e di piccoli laghi prealpini. Da dove si parte?
    «Si parte da Bergamo Bassa, dalla Chiesa della Madonna delle Grazie, primo santuario mariano che si incontra, salendo su per la Val Seriana. Questo è un cammino montano, ma si va anche al lago d’Iseo, si arriva a Lovere, dove si può dormire in uno splendido monastero e anche in un altro convento, entrambi con vista lago. Si tocca anche Monte Isola, l’isola lacustre più grande d’Europa, dove c’era “The Floating Piers” un’installazione di land art degli artisti Christo e Jeanne-Claude. Si ha la possibilità di restare a Monte Isola un giorno per visitarla, andare fino al Santuario mariano della Madonna della Ceriola, situato nel punto più alto dell’isola. Si ritorna a Lovere, si prosegue il viaggio, si ritorna in Val Seriana fino ad arrivare alla nostra meta: Bergamo Alta, alla Basilica di Santa Maria Maggiore, che è la culla votiva della bergamasca. È possibile fare un cammino più corto, di 7 tappe, che evita la parte montana. Il punto più alto di questo cammino sfiora i 2000 metri, il Passo della Manina. Anche lì c’è una chiesa, la chiesetta della Madonna Pellegrina che appare nella copertina della Guida, dove ci sono anch’io che salgo. Un Passo veramente panoramico».
  • Per chi non lo conosce, ci descrive il Lago Spigorel?
    «Il lago si trova sulla tappa più montana del cammino, si scende dal Passo della Manina e si arriva in questo piccolo laghetto naturale, di montagna, incastonato tra i monti. Qui si ha la possibilità di incontrare le marmotte, gli stambecchi, si è completamente immersi nella natura. Da lì si arriva nella Val Sedornia, piccola perla tutta da scoprire con i suoi ruscelli, giochi di acqua e prati verdi. Vero e proprio paradiso della natura».

  • Qual è il clima in estate nelle Prealpi Orobiche e cosa mettere nello zaino per non farsi cogliere impreparati?
    «Il clima ormai è cambiato dappertutto, ma qui tra i boschi, il clima è ottimo per camminare.
    L’ideale è una scarpa comoda da trekking, si consiglia di portarsi sempre un pratico e leggero impermeabile corto, attenzione ai temporali estivi, per la sera una pratica felpa. Consiglio le racchette da trekking per le discese, aiutano sempre. Non c’è un limite di età per salire, importante è l’allenamento. Nel post Covid, e questa Valle è stata la più colpita dell’intera Penisola, molte persone si sono messe in cammino, essendo questo un percorso devozionale. Tra loro, molti ultrasettantenni. Dipende tutto dalla motivazione che si ha quando si inizia il percorso».

  • Secondo la Sua esperienza, un cammino coinvolge sempre corpo e anima?
    «Assolutamente sì. La montagna ha una dimensione spirituale e qui si ha tutto il tempo di ammirare i Santuari, le chiese, percorrere i sentieri, gustare la cucina e l’ospitalità nel magnifico teatro naturale del fiume Serio. C’è da aggiungere che questo cammino non è ancora inflazionato, e questo dà modo di dialogare con il proprio io».

  • Il cammino è un’occasione unica per scoprire Bergamo, nel 2023 Capitale italiana della
    cultura insieme a Brescia, e per immergersi nel verde delle sue vallate?

    «Sì, le persone non si aspettano queste bellezze naturalistiche, ma, e questo mi fa molto piacere, le persone restano anche colpite dall’accoglienza che è difficile trovare in Italia. Ho iniziato a lavorare su questo cammino nel 2015 puntando tutto sull’accoglienza, ed è bello sentirsi dire: “Non pensavamo che a Bergamo la gente fosse così accogliente”. Una grandissima soddisfazione».

@foto dal sito Terre di Mezzo Editore, https://www.terre.it/