La comunicazione costruttiva e l’informazione del domani

Porsi domande, accogliere riflessioni, guardare oltre, credendo fermamente che la comunicazione nel “post-pandemia” debba inevitabilmente intessere relazioni, alimentare rapporti di fiducia, essere costruttiva.

Sono di grande attualità gli argomenti affrontati sabato scorso nel corso dell’incontro “Puntare in alto. Chiesa e comunicazione dopo la pandemia. Il coraggio di scommettere sulla speranza”, promosso da Santalessandro.org con L’Eco di Bergamo e la diocesi. Ospiti del convegno, moderato dalla direttrice del Santalessandro.org, Sabrina Penteriani, la giornalista Assunta Corbo, tra i fondatori del Constructive Network, Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio delle Comunicazioni Sociali della Cei, e Alberto Ceresoli, direttore de “L’Eco di Bergamo”.

In apertura è stato sottolineato il fondamentale ruolo della Fisc (Federazione Italiana Settimanali Diocesani) nel creare rete, nell’intessere rapporti di fiducia e collaborazione tra le testate che in tutta Italia sono accomunate da un’informazione attenta alle persone, al territorio, a ciò che accade attorno a noi giorno dopo giorno. Il presidente della Fisc, Mauro Ungaro, ha ringraziato i media di Bergamo “per averci insegnato, nel momento più difficile della pandemia, come si racconta un evento così complesso. Per averci ricordato che il nostro Dio è un Dio della Storia, che ci parla nella Storia. Per averci ricordato che i numeri dei bollettini quotidiani non erano numeri ma persone. Per averci messo in ascolto non solo delle sirene delle ambulanze, ma delle richieste delle persone”.

Sul palcoscenico della splendida Sala Piatti di Bergamo si sono quindi alternati gli interventi dei relatori.

“Il giornalismo costruttivo usa un approccio diverso all’informazione, facendo sì che anche il lettore possa sentirsi parte di una comunità, intessendo una relazione con il giornalista – ha spiegato con trasporto Assunta Corbo -. Si tratta di un giornalismo che racconta di una risposta a un problema: la vita è fatta di difficoltà, il giornalismo costruttivo si chiede se c’è qualcuno che sta facendo qualcosa per trovare soluzioni e le racconta, produce elementi che possano essere utili ad altri per trovare altre risposte. Il ché significa anche recuperare valori, relazione ed empatia. Il mondo è pieno di persone che fanno cose davvero incredibili, si può fare tanto”.

“Il comunicatore dovrebbe trasmettere empatia, dovrebbe conoscere le persone del territorio, i loro problemi reali – ha riflettuto Vincenzo Corrado -, dovrebbe mettersi in movimento, dovrebbe “andare verso”, rispettando il lettore, senza preconcetti, dialogando sempre con la propria coscienza, usando le parole con maturità”.

Alberto Ceresoli ha raccontato la scelta portata avanti dell’Eco di Bergamo nei mesi difficili della pandemia e nell’ultimo anno e mezzo: “A marzo 2020 eravamo già tutti in smart-working, eppure non abbiamo mai avuto intoppi. Ci è piombata addosso un’enorme mole di lavoro, il quotidiano veniva rifatto anche sei volte al giorno, tutto era in evoluzione continua. E’ stata fondamentale la nostra conoscenza delle persone e del territorio, i bergamaschi si sono avvicinati molto a noi, ci hanno affidato il loro dolore, i loro ricordi. Ci hanno sentiti vicini in un momento così drammatico”.

A breve pubblicheremo sul nostro canale youtube il video del convegno in versione integrale.