Quel che resta della didattica a distanza. Rimettere al centro le relazioni, a scuola e fuori

Con l’aumento dei contagi aumentano anche le quarantene, e con esse la necessità per alcune classi di tornare a ricorrere alla dad. Un modo diverso di fare scuola a distanza che negli ultimi due anni abbiamo imparato a conoscere, e che vale la pena di approfondire, per capire quali sono i vantaggi, quali gli svantaggi, che cosa potrà rappresentare in futuro quando (speriamo) non sarà più una necessità stringente.

Con l’intervento della Dott.ssa Martina Menotti, psicologa psicoterapeuta, affrontiamo dunque in questo video il delicato tema della didattica a distanza o didattica digitale integrata.

Cercare nuovi obiettivi. Rimettere al centro le relazioni

Questa pandemia la scuola ce l’ha stravolta completamente e per bambini, insegnanti e genitori è stato necessario trovare una nuova modalità e nuovi obiettivi, a costo però della relazione, rimasta purtroppo in un cassetto per lunghi mesi.

L’emergenza covid ha richiesto a più riprese misure di sicurezza eccezionali e una vera e propria rivoluzione del modo di fare scuola, ma l’auspicio, per il futuro, è che non si debba più ricorrere alla didattica a distanza in modo massiccio e prolungato. Ci troviamo intanto a fare i conti con ciò che la didattica a distanza ha portato con sé.

A tal proposito, secondo la Dott.ssa Martina Menotti può essere utile tenere in tasca dei piccoli suggerimenti per affrontare anche in futuro, se sarà necessario, questa nuova modalità in piena serenità.

Nuovi paradigmi educativi, la tecnologia al centro

“Questo radicale ripensamento dei paradigmi educativi ha sicuramente messo al centro la tecnologia- spiega la psicologa psicoterapeuta -Innanzitutto è quindi importante, soprattutto per bambini e ragazzi, ma anche per noi adulti, riuscire a mediare l’utilizzo di queste nuove tecnologie.

Concediamoci del tempo all’aria aperta, soprattutto se abbiamo alle spalle una giornata di piena didattica a distanza. Ricordiamoci anche di ricalibrare le modalità di lavoro, poiché lavorare dietro a uno schermo non è la stessa cosa che farlo in presenza.

Infine, concediamo a noi stessi che questo cambiamento forte, repentino e prolungato non è stato facile; bambini, ragazzi, insegnanti e genitori vanno accompagnati in questa avventura per poterla affrontare in modo funzionale e sereno. Abbiamo bisogno di una nuova scuola: che sia resiliente, coraggiosa, paziente e attenta al bisogno di tutti”.