Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Le piccole cose belle

LE PICCOLE COSE BELLE

“La felicità, sì, la felicità. A proposito di felicità, cercatela! Tutti i giorni, continuamente…Anzi, chiunque mi ascolti ora, si metta in cerca della felicità, ora. Perché è lì, ce l’avete, ce l’abbiamo, perché l’hanno data a tutti noi. Ce l’hanno data in dono quando eravamo piccoli, ce l’hanno data in regalo, in dote, ed era un regalo così bello che l’abbiamo nascosto, come fanno i cani con l’osso quando lo nascondono. E molti di noi l’hanno nascosto così bene che non si ricordano dove l’hanno messo, ma ce l’abbiamo, ce l’avete. Guardate in tutti i ripostigli, gli scaffali, gli scomparti della vostra anima, buttate tutto all’aria. I cassetti, i comodini che ci avete dentro, vedrete che esce fuori: c’è la felicità! Provate a voltarvi di scatto, magari la pigliate di sorpresa, ma è lì.”

(Roberto Benigni)

“Felicità”, lo stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti i propri desideri, deriva dalla parola latina felicitas (da cui anche felix-icis, “felice”), la cui radice fe- significa abbondanza, ricchezza prosperità. Quindi essere felici ha a che fare con il senso della pienezza. 

Roberto Benigni con il suo intervento ci vuole dire che ognuno di noi può essere felice, può essere ricco solo se si mette in cammino, se non smette di provarci. Ma cos’è che desideriamo più di ogni altra cosa? Cos’è che più di tutto ci fa sentire felici e “nell’abbondanza”?

L’amore. Credo che ciascuno, con le proprie sfaccettature, inclinazioni, personalità e con la propria storia cerchi sempre, in ogni modo, di sentirsi Amato. Ma non solo, anche di amare.

E detto così sembra semplice. Ma, se solo provassimo ad entrare nel profondo del significato del verbo amare, e cercassimo di applicarlo alla nostra vita di tutti i giorni, ci accorgeremmo che in realtà è un’impresa assai ardua: amare davvero implica totale disinteresse e fiducia nell’altro, saper amare necessita di un continuo allenamento nei piccoli gesti quotidiani, dal rapporto con i propri genitori e con i propri fratelli, a quello con i propri colleghi.

Amare significa fare verità nella nostra vita. Partendo sempre da noi stessi. Perché possiamo cambiare solo ciò che facciamo noi in prima persona, non certo pretendere che l’altro si comporti e agisca come vogliamo noi. 

Bisogna mettersi in gioco con tutti noi stessi e non smettere mai di sperare: “Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo” (Luca 6,38). 

Come dice una nota canzone dello Zecchino d’oro: “Goccia dopo goccia nasce un fiume.. “

Che la preparazione alla Pasqua della resurrezione ci insegni sempre di più ad Amare. Buon cammino di Quaresima!

Francesca Avogadro