Omaggio alle vittime del covid-19. Una giornata che unisce memoria e speranza

Non potremo mai dimenticare la sera del 18 marzo quando, chiusi nelle nostre case, abbiamo visto passare i camion militari carichi delle salme delle vittime del covid-19, così tante che i forni crematori della città non riuscivano ad occuparsene, così tante che ormai avevano riempito le chiese.

Sono stati oltre settemila nella provincia di Bergamo, in base ai dati dell’Istat, i morti della pandemia. “È stata cancellata una generazione” ha detto oggi il presidente della Camera Roberto Fico in visita a Bergamo per la cerimonia di commemorazione delle vittime.

Ha aggiunto poi che il modo migliore di onorare la loro memoria è “ripensare la sanità, rafforzando i presidi locali e la rete dei medici di base”.

“Lumen Christi” un brano per le vittime della pandemia

La Giornata nazionale della memoria delle vittime del covid-19 nella nostra città avrà sempre un’intensità particolare: a mostrarlo questa mattina è stata anche l’intensa meditazione avvenuta nella Cattedrale, alla presenza del vescovo monsignor Francesco Beschi accanto ai rappresentanti delle istituzioni civili.

Particolarmente toccante la prima esecuzione del brano “Lumen Christi” del compositore tedesco Torsten Rasch, dedicato a Bergamo, interpretato dal coro Canticum Novum diretto da Erina Gambarini. 

Era presente anche l’ambasciatore della Germania Viktor Elbling, a testimoniare il legame stabilito con la nostra città proprio in questo periodo della pandemia, anche in vista di un gemellaggio “in costruzione”, come ha spiegato il vicesindaco Sergio Gandi, con la città di Ludwigsburg.

“Indistinti confini”: l’installazione di Penone parla di speranza

C’è stato poi un incontro al Bosco della Memoria della Trucca, dove è stato inaugurato un monumento alla memoria delle vittime del covid-19: la suggestiva installazione “Indistinti confini” di Giuseppe Penone, donata dalla Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti onlus. È un blocco di marmo finemente lavorato, avvolto da rami di betulle.

Una fusione armonica di materiali diversi che rappresenta simbolicamente la speranza, la vittoria della vita sulla morte.

L’opera d’arte rappresenta un altro tassello del memoriale delle vittime composto da 750 alberi, ancora in piantumazione, uno per ogni vittima del covid-19 in città. Sarà completo entro l’anno prossimo, quando Bergamo sarà con Brescia capitale della Cultura.

Fatica, dolore, coraggio e solidarietà della società civile

In questa giornata sono stati rievocati l’impegno, le fatiche, il dolore ma anche il coraggio e la solidarietà mostrate dalla società civile.

Non sono mancate parole che hanno unito conforto e cura per le ferite del passato alla speranza per il futuro, nella Messa celebrata da monsignor Davide Pelucchi, vicario generale della diocesi, nella chiesa di Ognissanti al Cimitero Monumentale.

Nella giornata sono stati anche presentati due libri: “La memoria e il domani” scritto da Fabiana Tinaglia, giornalista de L’Eco di Bergamo, con i racconti di esperienze vissute dai bergamaschi nel periodo della pandemia, e “Il più crudele dei mesi” di Gigi Riva, dedicato alle vittime di Nembro, uno dei paesi più colpiti della nostra provincia.