Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Qual è il tesoro della mia vita?

Oggi è lo spettro di quello che è stata un tempo: un girone dantesco dove centinaia di sbandati, d’immigrati, di uomini e donne invisibili hanno trovato l’unico riparo possibile.

Io so di qua, so di Roma. […]. Perché ho finito tutto, tutto. Quando vieni qua hai finito tutto. Io lavoro nei ristoranti, sono una buona cuoca e guarda dove sono finita, non ho precedenti penali, non sono una drogata, ho sempre rispettato la legge. […] Che devo fa? Non ho alternative, la vita non è facile, è ingiusta. Ho 43 anni, ho vissuto 40 anni davvero bene, poi qua. Ti cambia, questa vita ti cambia. Se tu vieni qua che sei normale, ti giuro, dopo dieci giorni che tu qua sei normale, impazzisci.

D. Iannacone, Il sillabario delle emozioni – 1. E ti vengo a cercare

Ho ascoltato questo podcast in macchina. Mi ha fatto pensare nei giorni seguenti a quello che dice la persona intervistata: “quando vieni qua hai finito tutto”. Mi chiedo come colloco la mia fede di fronte a questa affermazione. Gesù dice che l’uomo di fede ha un tesoro, che si trova nei cieli dove né tarli né ruggine né ladri lo possono minacciare. Che la fatica di ogni giorno dovrebbe essere equilibrata, che sia quindi un peso dolce e leggero.

Penso e ripenso all’attenzione che dobbiamo avere perché la nostra fede non sia ingenua, dimentichi i problemi ed eviti di incrociare le storie delle persone “sbandate, immigrate, invisibili”. Nemmeno penso che avere fede sia la garanzia di una vita tranquilla, in salute e serena, sotto la luce di una Provvidenza percepibile.

Il tesoro della fede, una luce accesa nella tempesta

Penso che il dono della fede sia una luce diversa, che resti accesa anche nella più grande tempesta, perché ogni uomo possa sempre avere il coraggio di perdonarsi, di tendere sempre la mano per cercare aiuto, per avere sempre la convinzione che la vita sia bella.

Io a che punto sto? Se io fossi colto improvvisamente da una malattia, un incidente, una carenza di denaro, riuscirei a tenere accesa quella luce? Mi piace pensare che posso fare dei piccoli controlli su come affronto un imprevisto nella mia vita, senza pensare a cose grandi, anche nel quotidiano: quel rallentamento sulla strada che ci fa fare tardi, una pioggia imprevista che sorprende un pic-nic all’aria aperta, il pentolino di latte rovesciato, etc