Lavoro e disabilità: un incontro possibile e una risorsa per tutti. Il convegno dell’Anffas

Cosa vuol dire davvero inclusione nel mondo del lavoro? Come si può concretizzare al di là della teoria e delle affermazioni di principio? Il convegno “Lavoro e disabilità: un punto di incontro” promosso dalla sezione bergamasca dell’Anffass (Associazione nazionale di famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) al cine-teatro Qoelet di Redona sabato scorso ha evidenziato che esistono strade percorribili, mettendo in evidenza anche alcune esperienze ben riuscite.

Il convegno è stato costruito in modo da affiancare in tutto il suo svolgersi le relazioni teoriche con la presenza attiva dei protagonisti: c’erano persone con disabilità nel gruppo della cooperativa Namasté che ha servito la colazione, fra i membri della cooperativa Chopin che hanno preparato le composizioni floreali che decoravano la sala e le piantine di campanule per i relatori. C’erano ragazzi con disabilità anche nel progetto Accordi che ha curato alcuni momenti di intrattenimento musicale.

Tanti interventi per parlare di lavoro e disabilità

Tanti gli argomenti toccati: dalla normativa sull’inclusione lavorativa (legge 68) alle prospettive del collocamento mirato in Lombardia. I diversi relatori e rappresentanti delle istituzioni hanno declinato, sotto vari aspetti, il tema del lavoro delle persone con disabilità.

Sono intervenuti, con contributi e riflessioni, Marcella Messina, assessore comunale alle Politiche sociali di Bergamo, Cristina Borlotti, referente area disabilità di Ats Bergamo, Brunella Conca, in rappresentanza del Csv, i docenti Ivo Lizzola (pedagogia sociale), Domenico Bodega (organizzazione aziendale) e Matteo Moscatelli (sociologia), l’avvocato Nabila Grisa, Damiano Amaglio, consigliere della Provincia di Bergamo, Antonia Bordoni, dell’ufficio lavoro di Bergamo, Francesco Reale di Fondazione Adecco e Stefano Malandrini dell’area lavoro e previdenza di Confindustria Bergamo.

“Il lavoro delle persone con disabilità è una risorsa”


«Le persone con disabilità vanno messe nelle condizione di esprimere a pieno le proprie abilità: il loro lavoro è una risorsa e non un costo – ha detto Domenico Tripodi, presidente di Anffas Bergamo -. Crediamo in un punto di incontro che valorizzi le persone anche in presenza di forti situazioni di fragilità. È fondamentale la volontà di collaborare delle parti in causa: istituzioni, mondo del lavoro, terzo settore, famiglie, persone con disabilità e associazionismo. Nella Bergamasca ci sono tremila persone disabili ma solo circa un terzo di queste lavora». 

Anffas ha così creato un’équipe lavoro, composta da Tripodi, Claudio Rota (coordinatore), Elisabetta Ferrari (disability manager), Roberta Savoldelli (educatrice professionale), Simona Mignani (psicologa psicoterapeuta), Mariacristina Brembilla (formatrice in ambito di sicurezza al lavoro) e Elisabetta Scotti (esperta di inclusione lavorativa).

Creare un ambiente di lavoro propositivo e accogliente

«Operiamo sul territorio per svolgere un ruolo di sensibilizzazione e formazione delle famiglie, delle persone con disabilità e anche delle aziende, creando così un ambiente di lavoro propositivo e accogliente, dove i lavoratori già presenti capiscano che le persona con disabilità non sono un peso», ha detto Tripodi.
Durante il convegno è stato presentato anche “L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità intellettiva”, curato da Fiorella Vinci e Venusia Covelli con Domenico Tripodi e altri autori. Sul palco del Qoelet sono poi intervenuti alcuni disabili bergamaschi, che, intervistati dalla giornalista Sabrina Penteriani, direttrice de il santalessandro.org, hanno raccontato le loro esperienze lavorative presso Abb, Cam, Chopin, Cascina dei Filagni e La Solidarietà.