Stezzano-Verdello: nove parrocchie in cammino per costruire il futuro

La zona di Stezzano-Verdello conta nove parrocchie e una sola Comunità Ecclesiale Territoriale: è una caratteristica che salta subito all’occhio osservando la cartina della zona che in queste settimane è interessata dal pellegrinaggio pastorale del vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi.

Una zona “di pianura” densamente popolata: gli abitanti, infatti, sono oltre sessantamila. Passano attraverso questi paesi sia l’autostrada A4 che collega Bergamo a Milano sia la rete ferroviaria. Ci sono numerosi insediamenti industriali, e la comodità dei trasporti la rende appetibile per i lavoratori.

Le parrocchie di Azzano, Boltiere, Ciserano Comun Nuovo, Stezzano, Verdello, Zanica e l’Unità Pastorale composta da Verdellino e Zingonia possono contare su 25 sacerdoti, di cui 5 sono vicari parrocchiali che governano gli oratori, sono quindi dedicati in modo specifico alla pastorale giovanile.

Alcuni di questi paesi, in particolare Stezzano e Azzano San Paolo, appartengono all’hinterland, la prima periferia della città, di cui sono “satelliti”. Altri, come Verdellino-Zingonia, sono considerati comunemente “aree depresse” e “periferie esistenziali”, con una personalità complessa.

La storia di questi territori è stratificata, interessata da diverse ondate migratorie (da altre zone d’Italia, da altri Paesi del mondo). Questo aspetto segna allo stesso tempo aspetti critici (serve impegno per mettere in atto integrazione e assicurare convivenza pacifica) e grandi opportunità (sperimentare azioni di collaborazione e di corresponsabilità in direzioni innovative).

Stanno crescendo , dal punto di vista pastorale, cammini di condivisione e di collaborazione fra le parrocchie, nell’ottica di un lavoro di squadra che attenui le fatiche e valorizzi le potenzialità di ogni comunità. Avviene, per esempio, in ambito caritativo e nella pastorale giovanile.

È una zona ricca di strutture e di opere: scuole dell’infanzia, fondazioni caritative attive in ambito sociale, il santuario della Madonna dei Campi. Esistono attività qualificate che portano avanti una tradizione ricca, come la cappellania dell’Ospedale di Zingonia. È un’eredità che le comunità raccolgono in modo coraggioso. Sono in atto riflessioni e cammini per immaginare possibili strade per il futuro.

Anche qui la pandemia ha lasciato il segno, sfrondando fra l’altro la partecipazione alle attività e ai riti. Si è smarrita, almeno in parte, la dimensione comunitaria, a favore di una fede più individuale, nutrita in privato.

Una situazione che genera molte domande: come fare, prima di tutto, a riaccendere l’entusiasmo nelle persone, a declinare in forme nuove la testimonianza di fede? L’idea di fondo è quella di conquistare uno sguardo missionario anche nella vita quotidiana delle comunità. Una vocazione che si attua in modo particolare nelle attività del servizio di “Primo annuncio” che hanno sede proprio nel Santuario di Stezzano.