Progetto ZeroUno in via Borgo Palazzo: non solo lavoro ma scuola di vita

Non è solo un lavoro, ma una scuola di vita, che mette le ali ai ragazzi e li prepara per il loro futuro: il progetto ZeroUno è uno spazio di formazione e lavoro promosso da Cooperativa Sociale L’Impronta, Associazione Formazione Professionale Patronato S. Vincenzo e l’azienda MIDA Informatica.

Nei giorni scorsi si è svolta l’inaugurazione della nuova sede di via Borgo Palazzo 8, con oltre 150 metri quadrati a disposizione delle attività quotidiane rivolte a studenti in formazione e a giovani (principalmente under 30) in condizione di fragilità sociale e a rischio di esclusione segnalati alla cooperativa L’Impronta dai servizi socio sanitari ed educativi di tutta la provincia di Bergamo.

Il lavoro che si svolge in queste sale è importante e delicato: consiste nella digitalizzazione di documenti che costituiscono la storia di privati e aziende ma anche della città.

“La sfida più importante per noi – spiega Sergio Bellini, titolare di Mida informatica – è aiutare i ragazzi ad acquisire la consapevolezza di saper svolgere bene i loro compiti, con risultati di qualità. ZeroUno è un gioco di parole per metà informatico e per metà sociale. Arrivano persone che si sentono zero e quando se ne vanno diventano uno. Ci sono giovani con percorsi scolastici difficili, che arrivano chiusi, insicuri, con fragilità, e col tempo abbiamo la soddisfazione di vederli sbocciare e rafforzarsi. Questa esperienza li aiuta a crescere, a maturare, ad acquistare senso di responsabilità. Restano da nove a diciotto mesi e poi li accompagniamo ad affrontare il mondo, in qualunque settore decidano di impegnarsi”.

I documenti antichi del Museo delle Storie

Ogni fase del progetto viene condotta in team con L’Impronta e il Patronato San Vincenzo, affiancando le competenze tecniche in modo armonico a quelle socio-educative. “Il lavoro che svolgiamo – continua Bellini -, avviato nel 2017, è stimolante, riguarda l’informatica e la tecnologia, intercetta ragazzi che non troverebbero stimoli in altre proposte. La nostra esperienza è positiva e fruttuosa, ci auguriamo di poter andare avanti con il sostegno di enti e fondazioni sul territorio.Il Museo delle Storie ci ha dato fiducia e fin dall’inizio costituisce una parte importante del nostro lavoro, stiamo digitalizzando oltre duecentomila documenti e fotografie del Fondo Sestini”. 

I ragazzi coinvolti ne sentono la responsabilità e li maneggiano con cura, usando i guanti e seguendo alla lettera le procedure concordate. In futuro il progetto si augura di poter ampliare le collaborazioni e di intercettare anche alcune commesse legate agli stanziamenti del Pnrr per aumentare la fruibilità del patrimonio artistico-culturale italiano attraverso processi di digilitazzazione.

“Ogni ragazzo ha la propria postazione – sottolinea Marina Ghezzi, responsabile del progetto – dotata di computer e scanner. C’è sempre una tutor che li affianca e verifica l’evoluzione del lavoro. Sono tutti consapevoli di maneggiare materiale prezioso e questo li motiva molto, sentono di avere un compito importante. Si automotivano fra di loro e nasce un clima molto bello, vivace e informale. Ho visto molti di loro cambiare nel giro di poche settimane e fare grandi conquiste di crescita personale”.

Un lavoro stimolante, svolto in piccoli gruppi

È Marina Ghezzi ad incontrare gli enti che segnalano i soggetti e a stilare con loro i progetti personali, intervenendo poi per valutare il percorso o eventuali criticità. Negli ultimi quattro anni sono stati coinvolti una quarantina di ragazzi in gruppi piccoli di quattro o cinque alla volta. “Qualcuno resta per mezza giornata – osserva Ghezzi  – qualcuno per la giornata intera. Qui sperimentano la resistenza al lavoro, la disciplina, la puntualità, le regole.

Anche Afp Patronato San Vincenzo è partner del progetto: “Qui si svolgono – dice don Marco Perucchini – si svolgono alcuni tirocini scolastici, in un ambiente stimolante e attento, unendo alle intuizioni di senso educativo, formativo e tecnico le possibilità che attraverso Regione Lombardia e altri percorsi di formazione permettono di concretizzare e dare forma ai percorsi degli studenti. I giovani coinvolti hanno la possibilità di apprendere competenze trasversali utili a saper stare in un ambiente lavorativo e competenze tecniche adatte all’uso di tecnologie per la digitalizzazione, contribuendo a un progetto importante non solo a livello locale”.