Quali parole usare per pregare? Suor Chiara: non è qualcosa da dire o da fare ma una relazione familiare con Dio

Buongiorno suor Chiara,
Mi ha colpito molto una frase che Papa Francesco ha detto durante l’ultima udienza generale: ha detto di continuare con la preghiera del “ciao” e mi sembrava che questo fosse un invito a un colloquio personale con Dio, come se fosse un parente o un caro amico. In realtà a me piace molto usare le parole delle preghiere tradizionali, mettendo a volte un’intenzione che sia più “mia” ma che non sempre trova una forma per esprimersi. Che differenza c’è tra questi due stili di preghiera? Vanno bene entrambi?
Grazie mille Angela

Cara Angela, la preghiera non è qualcosa da dire o da fare, ma una relazione con il Signore fatta di familiarità e di amicizia.

Credo che l’invito di papa Francesco a continuare con la preghiera del “ciao”, sia principalmente il suo desiderio che entriamo tutti in una modalità di confidenza con Dio, come quella che si ha con il proprio padre o la propria madre.

Forse, anche nella preghiera, siamo troppo preoccupati di dire parole, seppur importanti, e meno di entrare e stare in una vicinanza affettiva, di cuore con Lui che ci apre alla confidenza e alla consegna di ciò che siamo e di quanto stiamo vivendo.

Prima ancora delle parole che diciamo è importante il come e che cosa ci muove, l’atteggiamento interiore del cuore che ci spinge a parlare con il Signore.

Se siamo convinti che Lui è vicino, che ci vuole bene e custodisce la nostra esistenza, la relazione cresce nella profondità perché nasce dal nostro cuore. Questo ci riporta all’immagine che noi abbiamo di Dio.

Confidenza fiduciosa e consegna della vita quotidiana

Se per noi è un giudice, la nostra preghiera potrebbe avere accenni di paura, di giudizio, di lontananza e i nostri gesti e le nostre scelte potrebbero essere nella logica del guadagnarci la salvezza, della ricerca di una rigida perfezione.

Se invece Il Signore ha il volto del Padre, del fratello, la nostra preghiera sarà nella logica della confidenza fiduciosa, della consegna della nostra vita quotidiana e della richiesta di aiuto per vivere al meglio la nostra sequela, certe che lo sguardo di misericordia e di amore di Dio ci accompagna quotidianamente ed è dono di salvezza.

Se la preghiera è questione di cuore, allora le parole che ne scaturiscono possono essere spontanee legate a un evento di gioia o di dolore, oppure prese da preghiere tradizionali, dai salmi o da qualche brano della Scrittura che esprimono ciò che il cuore o la vita ci suggeriscono.

Non c’è una regola fissa o una forma che sia da preferirsi a un’altra, ma ci deve essere l’attenzione alla propria vita spirituale che ha dei tempi e dei passaggi differenti anche in relazione all’età o alle esperienze.

La preghiera cresce o si affievolisce a seconda del nostro impegno

Come nelle relazioni umane, la preghiera cresce o si affievolisce, si approfondisce o rimane superficiale, perché dipende sempre dall’importanza che le attribuiamo, dal tempo che le dedichiamo, dalla capacità di riportare al Signore quanto viviamo: una mamma che gioisce per il suo piccolo e ringrazia il Signore per Lui sta pregando; un’esclamazione di stupore o di lode per un bel paesaggio sono preghiera; un grido o un lamento per una grande sofferenza, ancor prima di tradursi in una supplica o in una richiesta di aiuto, sono preghiera.

La vita diviene preghiera quando si riferisce a Dio e a Lui tutto viene consegnato e ricondotto. A noi forse è richiesto di abitare la sospensione di una sua risposta, di una consolazione che non arriva, di un miracolo che non accade.

Questo silenzio è preghiera quando rimane ancorato alla sua promessa e alla sua fedeltà che mai vengono meno e che ci chiedono di attraversare la vita tenendo fisso lo sguardo su di Lui. Da come vivremo, dalla fedeltà al Vangelo che la nostra vita manifesterà, pur dentro le nostre fragilità, renderemo visibile la verità della nostra preghiera.

Cara Angela ti auguro con le parole di papa Francesco di “andare avanti con questa preghiera, diciamo la preghiera del “ciao”, la preghiera di salutare il Signore con il cuore, la preghiera dell’affetto, la preghiera della vicinanza, con poche parole ma con gesti e con opere buone”.