“La Porta dei Cocci”, a Bergamo un Centro d’ascolto vicino ai poveri. Così dall’8xmille nascono migliaia di gesti d’amore

Foto di Francesco Zizola per la campagna Cei 8xmille 2023

Offrire una possibilità di reinserimento e riscatto a persone in condizioni di fragilità e di emarginazione. È l’obiettivo del Centro di primo ascolto e coinvolgimento diocesano “Porta dei Cocci” della Caritas diocesana bergamasca. Un’opera preziosa che prosegue in modo efficace la sua azione grazie al sostegno dell’Ottoxmille. Domenica 7 maggio si celebra la Giornata Nazionale dell’8xmille alla Chiesa cattolica che quest’anno è accompagnata dallo slogan della nuova campagna appena lanciata dalla CEI: “Una firma che fa bene”.

Lo scorso anno nella nostra diocesi 500 mila euro provenienti dai fondi destinati con l’Ottoxmille alla Chiesa cattolica hanno sostenuto progetti caritativi: 245 mila hanno contribuito alla vita nelle comunità residenziali, 27 mila sono stati destinati a progetti di pastorale migratoria, 138 mila sono serviti per progetti di formazione e Centri di ascolto, e infine 90 mila hanno permesso di portare avanti progetti che riguardano carcere, territorio e solidarietà.

Farsi prossimi alle persone in difficoltà

“La Porta dei Cocci” è un luogo nato per accendere la sensibilità delle comunità cristiane verso le persone in difficoltà, per conoscerle da vicino e “farsi prossime”. Anche per l’ente pubblico rappresenta uno stimolo per osservare in modo dinamico il fenomeno dell’emarginazione: a seconda di come esso si evolve nel tempo, infatti, cambiano anche i bisogni e i servizi necessari.

Nel corso del 2022 sono 1064 le persone che ne hanno varcato la soglia in cerca di accoglienza e ascolto. Per chi chiede aiuto il primo passo è un colloquio con un operatore, per capire quale siano la sua situazione e le esigenze più urgenti: “È una fase significativa – spiegano gli operatori – perché l’operatore del Cpaec, attraverso la rilevazione dei bisogni, orienta la persona a riconoscere le sue necessità e costruisce il passaggio all’operatore che lo seguirà nella seconda fase, accompagnando la persona ai servizi dedicati instaurando una relazione di fiducia”.

Creare progetti e relazioni è un lavoro di squadra

Ad oggi il gruppo di lavoro del CPAeC Diocesano è costituito da una referente d’area, un operatore e due operatrici che fanno filtro (primo ascolto), una coordinatrice e un operatore impegnati sulla progettualità e sette volontari che presiedono l’accoglienza (ricevimento).

Il servizio è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18: la mattina, dalle 9 alle 12, lo sportello è aperto al pubblico e  all’ascolto delle persone (accesso libero e su appuntamento); il pomeriggio si riceve solo su appuntamento e si svolgono le attività di compilazione schede e progetti, di relazioni con i servizi, con le istituzioni, con i Centri di ascolto parrocchiali e con le risorse del territorio, di condivisione delle prese in carico e delle progettualità, di accompagnamento delle persone, riunioni di équipe e supervisione psicologica.

Ogni persona viene presa in carico con un progetto condiviso tra gli operatori in équipe e i servizi di riferimento. Il ruolo del Cpaec non è solo rispondere ai bisogni, ma creare una cultura e una sensibilità rispetto alla condizione delle persone più fragili. 

Spazio per ascolto, accoglienza e aiuto concreto

Che cosa può fare concretamente il Centro di primo ascolto e coinvolgimento? Offrire spazio e tempo di ascolto a donne e uomini con problemi di grave marginalità, persone vulnerabili, famiglie in condizione di fragilità socio-economica.

Elaborare prime risposte ai bisogni emergenti, soprattutto a quelli primari (su indicazione dei servizi sociali vengono forniti buoni alimentari, medicinali, posti in dormitorio). Alle persone in stato di grave marginalità vengono offerti anche informazioni e accompagnamento all’uso dei servizi pubblici e privati presenti sul territorio.

Gli operatori costruiscono progetti di accoglienza e reinserimento sociale. In caso di necessità attivano una consulenza legale. Si occupano di sostenere, formare e consigliare i Centri di ascolto parrocchiali. Costruiscono progetti di rete con enti pubblici e del privato sociale. Periodicamente effettuano un monitoraggio, lettura e discernimento dei dati sulle povertà incontrate, restituendolo alla Caritas diocesana Bergamasca, fornendo così indicazioni sui cambiamenti sociali in atto nella nostra diocesi.

L’8xmille è un dono, un gesto che non costa nulla a chi lo compie ma che può generare migliaia di gesti d’amore. Leggi come contribuire nelle locandine pubblicate nella galleria di immagini e se vuoi saperne di più clicca qui.

Guarda anche le nostre interviste all’incaricato diocesano per il servizio di promozione del sostegno economico alla Chiesa su l’8xmille e le offerte per le parrocchie e i sacerdoti.

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