Squarci intensi di cieli e attimi immortalati di vita quotidiana al centro del percorso artistico e contemporaneo di Paolo Facchinetti. Sono il risultato della nuova mostra itinerante di Fondazione Credito Bergamasco in collaborazione con il M.A.C.S. di Romano di Lombardia inaugurata lo scorso 28 ottobre nella Basilica di San Defendente.
Intitolata «Trasparenze. Opere di Paolo Facchinetti», quest’esposizione racchiude una ventina di opere che raccontano il mondo interiore della sua arte nell’ultimo decennio.
«Ci troviamo qui, in occasione del centenario dell’apparizione del Santo, per dare luce alle opere che avremo modo di contemplare e ammirare, cosìcché possiamo vivere un pomeriggio molto intenso», introduce monsignor Tarcisio Tironi, Direttore del Museo di Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia.
«Esprimiamo la nostra riconoscenza e collaborazione al Macs per questi quindici anni che ci lega e si esplica in tante attività che sfociano insieme con alcuni segni che credo siano significativi», afferma con entusiasmo Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Credito Bergamasco. Riferendosi a Paolo Facchinetti, ha detto: «L’ho conosciuto l’anno scorso a Val Marina e devo dire che sono rimasto sorpreso dalla sua qualità che è direttamente proporzionale alla sua modestia e credo che questa mostra sia molto significativa dal punto di vista psicologico e spirituale perché ci induce ad alzare gli occhi al cielo che, Paolo Facchinetti, ce lo illustra in un modo tanto preciso quanto avvincente».
«Paolo Facchinetti è un artista che fa un lavoro estremamente ben curato, profondo, schietto e senza fronzoli e questo corrisponde perfettamente alla sua personalità», commenta la storica dell’arte Paola Ubiali.
Per specifica scelta di ordine curatoriale, la mostra è stata suddivisa in due distinte sezioni: presso la cinquecentesca Basilica di San Defendente sono state collocate le opere di grandi dimensioni più legate agli aspetti della spiritualità, mentre presso la sede del Macs, in Sala Tadini, sono state esposte una selezione di lavori di carattere più intimista e quotidiano.
Infatti, sono stati selezionati di Paolo Facchinetti tre “corpus” di opere: i Cieli, i Lenzuoli e le Polaroid.
I due cicli Cieli e Lenzuoli sono situati all’interno della Basilica di San Defendente. «Abbiamo cercato di allestire in maniera molto sobria e minimalista per non andare a sovrastare ciò che di meraviglioso ci circonda questa chiesa, affinché si creasse un equilibrio e un’armonia tra gli oggetti liturgici, l’architettura e le opere d’arte del passato», ha spiegato la dottoressa Ubiali.
I Cieli, selezionati per quest’esposizione, sono stati dipinti dal 2016 a oggi. Nel gennaio 2023, quando l’artista ha conosciuto il titolo scelto per la mostra, ha deciso di aggiungere al titolo di ogni nuovo Cielo anche la parola Trasparenze, come a suggellare il profondo legame con quest’evento. «Alle balaustre dell’altare, abbiamo collocato due Cieli di vaste dimensioni, mentre altri quattro si trovano alle lesene sulla navata principale della chiesa e li abbiamo appesi con gli stessi ganci già esistenti e che venivano utilizzati per allestire i paramenti sacri», ha sottolineato la dottoressa Ubiali. «Da quando il cielo, nella storia dell’arte, è diventato un elemento autonomo, nel senso che non è più stato oggetto di sfondo per scene sacre e profane, molti artisti hanno sentito l’esigenza di fare maggiore ricerca, tra questi Paolo Facchinetti», ha approfondito Ubiali. I Cieli di Paolo Facchinetti sono frutto di un’osservazione, un’analisi e di studio degli stessi che sono proposti attraverso la pittura, presentandosi vuoti come se l’artista si concentrasse sui fenomeni naturali che i cieli subiscono.
La serie Lenzuoli è stata realizzata nel 2021, durante la pandemia, e sono stati allestiti nella navata laterale di sinistra della chiesa e appesi come stendardi. «Durante il lockdown, molti artisti, tra cui Paolo, hanno sentito l’esigenza di lavorare duramente e intensamente; anche Paolo ha cominciato a porsi delle domande su ciò che stata succedendo intorno a lui e nel mondo», ha precisato Ubiali. «I Lenzuoli – ha continuato Ubiali – sono degli ingrandimenti riportati su delle vere lenzuola di disegni tratti da fotografie che sono state scattate dall’artista ogni mattina sul letto sfatto durante tutto il periodo del lockdown».
Nello specifico, ha detto Ubiali, «si vedono avvolgimenti, pieghe, panneggi che sono la testimonianza di quelle notti inquiete, tormentate, di dolore e molto spesso insonne che stanno a simulare il tempo che scorre; non a caso, il lenzuolo è un elemento che rincorre perché veniamo avvolti quando nasciamo, si dorme, si prega, si ama, si guarisce, si soffre e anche quando lasciamo questo mondo».
L’ultimo corpus è Polaroid che è allestito all’interno della Sala Tadini del Macs di Romano. «Sono scatti tratti da un momento personale di Paolo con la Land Camera 250, macchina fotografica che permetteva di stampare la fotografia subito allo scatto», ha spiegato la dottoressa Ubiali. «Esse sono delle trasparenze e sovrapposizioni che arrivano al doppio e al triplo scatto su pellicola vergine, dove l’artista va a utilizzare la tecnica fotografica come se fosse pittura, mostrando piccole narrazioni di istanti, nelle quali coinvolge amici, familiari, oggetti, architetture tra cui le palazzine della sua cittadina, Nembro, e che trasformando in qualcosa di interessante e poetico», ha concluso Ubiali.
Nello stesso pomeriggio, è seguito il concerto «BaroccOrobico – Suoni da Bergamo e Brescia nel XVII e XVIII secolo», offerto da Fondazione Creberg e curato dall’Ensemble Locatelli. «È un gruppo di giovani che da anni sosteniamo e ci ricambia di questo nell’unico modo che possono esprimerlo: il loro talento», ha dichiarato Piazzoli. Sotto la direzione del Maestro Thomas Chigioni, è stato presentato un raffinato e inconsueto programma di compositori di epoca barocca legati ai territori di “Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura”: M. Uccellini (1603-1680) La bergamasca Op.3 n°5; M.Cazzati (1616-1678) Sonata prima per due violini e basso continuo La ferdinanda Op.18; C. Merula (1595-1665) Ciaccona per due violini e basso continuo Op.12 n°20; B. Marini (1594-1663) Sonata sopra Fuggi dolente core Op.22 n°1; G. B. Fontana (1589-1630) Sonata terza per violino e basso continuo; G. Legrenzi (1626-1690) Sonata per due violini e basso continuo La raspona Op.2; C.A. Marino (1670-?) Sonata per due violini e basso continuo Op.1; P.A. Locatelli (1695-1764) Trio sonata in Re minore Op.5 n°5; Q. Gasparini (1721-1778) Trio in Sol maggiore Op.4 n°1.
L’esposizione «Trasparenze. Opere di Paolo Facchinetti» rimarrà aperta al pubblico fino al 26 novembre 2023 con accesso libero e gratuito presso i due suggestivi luoghi storici della città di Romano di Lombardia, ovvero la Basilica di San Defendente e la sede del MACS, nei giorni di sabato e domenica, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 16.00 alle 18.30. La mostra sarà successivamente rimodulata e trasferita a Bergamo, presso il palazzo storico del Credito Bergamasco, con apertura dal 17 febbraio al 17 marzo 2024.
A tutti i visitatori sarà consegnato il catalogo edito da Fondazione Credito Bergamasco con i testi di Angelo Piazzoli, monsignor Tarcisio Tironi e la storica dell’arte Paola Ubiali.