Il cambiamento inizia oggi, da ciascuno di noi. C’è tanto bene che non fa rumore, contribuiamo ad accrescerlo

Buongiorno suor Chiara,
quando finisce l’anno e si pensa al bilancio, è facile sentire giudizi pessimistici che spesso riguardano la condizione economica e quella generale, viste le atmosfere cupe di questi tempi, e penso per esempio alla crisi climatica e ai conflitti in corso. Molti dicono “è ora di cambiare” ma senza sapere di preciso cosa e come. Se lei dovesse scegliere qualcosa da cambiare, per lei, per il monastero o per il mondo, da dove partirebbe? Come si può avviare un cambiamento positivo in un momento di difficoltà, a partire dalla vita di fede? Anche a me piacerebbe “cambiare” ma non so da dove iniziare. Grazie per il suo aiuto
Franco

Caro Franco, al termine di ogni anno si fanno valutazioni, bilanci che spesso hanno esiti molto negativi, perché velati da pessimismo e da una certa rassegnazione. L’anno nuovo è carico di aspettative, a volte un po’ eccessive e illusorie, come se la realtà si trasformasse magicamente. Tutti attendiamo un futuro migliore, ne abbiamo tanto bisogno soprattutto in questo tempo di guerre, di crisi generalizzate, ma non sappiamo a chi demandare il compito arduo di tale responsabilità. È legittimo desiderare un futuro più buono e ci auspichiamo che possa presto realizzarsi, ma non possiamo pensare che la risposta arrivi da chissà quale personaggio speciale o da qualche lontano paese. Il passato è ormai solo alle nostre spalle ed è nella misericordia del Signore; il futuro non ci appartiene ancora: abbiamo solo il presente da abitare come tempo di cambiamento e conversione. Il presente, il nostro “oggi” è lo spazio di responsabilità per generare un nuovo futuro, dentro il quotidiano a volte faticoso, ripetitivo e banale, ma necessario per operare il bene. Il cambiamento inizia oggi, ora, da me, da ciascuno di noi, senza attendere il domani o qualche soluzione miracolosa: oggi mi è chiesto un impegno responsabile e responsabilizzante, appassionato, nel tessere pezzetti di bene in famiglia, dove vivo e opero, dove lavoro, nel tempo libero… Il cambiamento inizia ogni giorno nell’essere onesto, fedele ai miei compiti e alla mia vocazione, vigilando sui miei stili di vita, sulle scelte, sulle mie modalità relazionali, nel decidere di non scendere a compromessi con i valori in cui credo, di non cercare la felicità nelle cose, nel successo, disarmando le mie parole, i miei gesti, in famiglia e negli ambienti in cui vivo. Caro Franco, non possiamo cambiare il “grande mondo”, ma possiamo cercare di trasformare quello piccolo, quello che dipende da noi. La liturgia pone l’inizio del nuovo anno sotto la benedizione di Dio. Nella fede noi siamo già figli benedetti, in virtù del nostro battesimo, ma siamo anche chiamati ad “assumere” sempre più la benedizione del Signore, a divenire benedizione per gli altri, per il mondo. Dio continua a benedirci, ha fiducia di noi e in noi, anche quando la realtà sembra smentirlo. Lui non ritrae mai la sua benedizione, siamo noi a dimenticarlo. Diventiamo persone che benedicono, dicono bene, non per negare l’evidenza, ma per avere uno sguardo che sa andare in profondità e cerca ciò che è invisibile agli occhi, le possibilità presenti nelle persone e nella vita. C’è tanto bene che non fa rumore: contribuiamo anche noi ad accrescerlo! Ringraziamo il Signore che ancora ci dà fiducia e continua a benedire la nostra vita:

“Grazie, Signore, perché non finisci di scommettere su di noi.
Perché non ci avvilisci per le nostre inettitudini.
Perché, al tuo sguardo, non c’è bancarotta che tenga.
Perché, a dispetto delle letture deficitarie delle nostre contabilità, non ci fai disperare. Anzi, ci metti nell’anima un così vivo desiderio di ricupero, che già vediamo il nuovo anno come spazio della Speranza e tempo propizio per sanare i nostri dissesti.
Spogliaci, Signore, d’ogni ombra di arroganza.
Rivestici dei panni della misericordia e della dolcezza.
Donaci un futuro gravido di grazia e di luce e di incontenibile amore per la vita”.

Aiutaci a spendere per te Tutto quello che abbiamo e che siamo. E la Vergine tua madre ci intenerisca il cuore. Fino alle lacrime. Amen