L’arte della natura in mostra al Macs tra Manzù e Antonio Guarnerino da Padova

«La contemplazione di un filo d’erba o l’adorazione di quello che la natura ci ha dato». Sono le parole di don Tarcisio Tironi, Direttore del Museo di Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia, in occasione dell’inaugurazione della mostra «1944-1441 Oltre il Tempo. Trenta studi di erbe e fiori di Giacomo Manzù in dialogo con “Herbe Pincte” di Antonio Guarnerino da Padova», svoltasi nella Chiesa della Grotta, nel pomeriggio di sabato 13 gennaio.

Organizzata da Fondazione Credito Bergamasco nell’autunno 2023, in Bergamo a Palazzo Creberg, quest’esposizione entra nel M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia per la sua seconda tappa, portando l’attenzione al corpus di Trenta studi di erbe e fiori realizzati dallo scultore bergamasco nel 1944 e  acquisito dalla Fondazione all’inizio degli anni Duemila.

Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Credito Bergamasco

«Ci tenevo molto a portare queste opere per la collaborazione che abbiamo con il Macs (da 15 anni) e anche quest’anno porteremo tre mostre significative», ha dichiarato entusiasta Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Credito Bergamasco. «Agli inizi degli anni Duemila – ha ricordato il dottor Piazzoli – un esponente istituzionale ci aveva segnalato che era in vendita questo corpus di opere di Manzù che rischiava di essere disperso o di venire posto in collezioni lontane da noi; così nonostante lo sforzo economico e la gestione della pratica, lo acquisimmo nel 2003, lo facemmo restaurare e lo depositammo alla GaMec di Bergamo rendendolo a disposizione del pubblico». «Questa è la prima vera esposizione dopo vent’anni e voglio dire che, vedere da vicino quelle opere, vedere come Manzù, uno scultore che modellava, scolpiva, andava in fonderia, si esprime con un tratto così leggero e significativo, con il rischio di imperdonabili errori, è veramente una cosa che lascia assolutamente sorpresi e siamo felici di condividere con voi questa gioia», ha aggiunto il dottor Piazzoli.

Durante l’inaugurazione si sono esibiti per la prima volta il duo Podera Mezzanotti, composto dalla flautista Michela Podera e dal chitarrista Raffaele Mezzanotti con brani e suite di prestigiosi compositori quali Ibert, Morricone, Piazzolla, Pujol e Schubert.

Il duo Podera Mezzanotti si esibisce in occasione dell’inaugurazione della mostra

Un intrigante confronto che dista cinquecento anni di storia con protagonista la natura nella sua essenzialità, semplicità e di bellezza.

Disegno di Giacomo Manzù Acero giapponese

«Da un lato c’è Manzù e dall’altro lato c’è Guarnerino da Padova: due esperienze artistiche lontane dal tempo e dallo spazio che si sono fuse in un’unica possibilità espositiva a distanza di secoli», ha introdotto il curatore e storico dell’arte Fernando Noris.

Pannello degli “Herbe Pincte” a cura di Antonio Guarnerino da Padova

«La cosa che ci ha colpito è stata la coincidenza di vedere alcuni ritorni tematici: il primo era il 1944, tempo di guerra, Manzù si isola da Milano e si trasferisce sul Lago Maggiore, dove ha occasione, per rapporti di lavoro, di fermarsi a Villa De Angeli Fua insieme alla moglie e al figlio Pio e “tirarsi fuori da quel momento bellico, tragico e disatroso”; il secondo è il 1445, Guarnerino da Padova, da giovane, visse anche lui dei momenti tragici di passaggi bellici», ha sottolineato lo storico dell’arte Noris. Entrambi dunque, di fronte alla drammaticità che le loro società stavano vivendo, si sono trovati a ragionare sul senso della vita. I loro lavori, che mettono al centro la bellezza della natura, evidenziano un interesse non tanto al prodotto finale ma al processo con cui sono stati realizzati. Ha evidenziato lo storico dell’arte Noris: «Manzù lavora su questi suoi disegni con precarietà estrema, usando la carta assorbente e l’inchiostro con un tratto perfetto e preciso, sorvegliando un processo meccanico; anche Guernarino sta facendo lo stesso con le sue opere e riflette per rendere questa realtà immediata, forte e sicura per consentire alla vita di incontrare la speranza e il futuro».

«1944-1441 Oltre il Tempo» rimarrà aperta fino al 25 febbraio presso la sede del Macs di Romano di Lombardia a ingresso libero e gratuito ai seguenti giorni e orari: il mercoledì e il giovedì dalle 9:30 alle 12:30, mentre il venerdì, il sabato, la domenica e i festivi dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15 alle 19:30.

A tutti i visitatori verrà consegnato gratuitamente il catalogo edito dalla Fondazione Credito Bergamasco con i testi di Giulio Orazio Bravi, Marcella Cattaneo, Fernando Noris, Mattia Patti e Angelo Piazzoli.