Quando la droga entra nella tua casa: un figlio sfuggente e ostile, com’è difficile chiedere aiuto

La nostra storia può essere uguale a quella di tante famiglie che hanno avuto o hanno figli con problemi di tossicodipendenza.

Un figlio, un po’ debole, superficiale nelle scelte importanti, poco convinto di valere quanto i suoi compagni, a un certo punto rompe le briglie, infrange le regole di casa, non fa propri alcuni valori irrinunciabili della famiglia, evade e cerca modelli di comportamento diversi; sceglie la trasgressione e si identifica in amici che agiscono all’insegna di essa.

Come genitori ci preoccupiamo, pensando a qualche sbandata tipica dell’adolescenza e vigiliamo… forse non abbastanza, interveniamo con i nostri consigli, con discussioni e punizioni che non migliorano la situazione anzi, al contrario ci allontanano sempre di più dal dialogo.

Vediamo nostro figlio sempre più scontroso e scontento

Sempre più allarmati da una situazione che si fa ogni giorno più critica, vediamo nostro figlio scivolare via, trasformarsi nell’umore, manifestarsi sempre più scontroso e scontento, sempre più lontano dagli affetti più cari…. ormai irraggiungibile. Sì perché da tempo la sua testa è altrove.

Le situazioni sono sempre meno chiare e ingarbugliate, bugie si accumulano ad altre bugie, le fughe da casa fanno piombare la famiglia nella disperazione.

Che fine ha fatto nostro figlio? Che disagio sta vivendo? Si droga davvero?

All’interno della famiglia la crisi si fa sempre più forte, il senso di sconfitta e fallimento lacerano e sconvolgono nel profondo e un’amarezza sconfinate pervade tutti noi.

Un giorno in chiesa abbiamo trovato un volantino che offriva indicazioni sul problema “Droga e alcool”, facendo riferimento al Centro di ascolto di Fiorano al Serio Promozione Umana.

L’incontro con il Centro d’ascolto: il sostegno di altre famiglie

Ci segniamo gli orari di apertura (lunedì e mercoledì dalle 14.30 alle 16.30) e ci rechiamo ad un primo appuntamento. Incontriamo la psicologa e psicoterapeuta del centro e così inizia il nostro percorso che si arricchisce con incontri di auto aiuto nel gruppo che si riunisce ogni mercoledì sera dalle 20.30 alle 22.30, guidati dalla psicologa e che ci permette di incontrare altre famiglie e ragazzi che hanno terminato il programma terapeutico di recupero nelle comunità di Don Chino Pezzoli.

Far parte di un gruppo di auto aiuto, inizialmente provoca un certo imbarazzo, si fatica a parlare del proprio problema, ma pian piano, ci si sente accolti e ascoltati da genitori con le stesse sofferenze, ci si confronta con i volontari e con ex tossicodipendenti, con professionisti che aiutano a conoscere a fondo il problema delle dipendenze.

L’inizio del percorso è stato duro e doloroso, ma la schiettezza e la vicinanza delle persone, ci hanno permesso di mettere a fuoco la gravità del problema e ci ha portati a non accettare più di convivere con una persona imprigionata dalla droga.

Così inizia il percorso di riabilitazione, per ritrovare speranza

Così inizia il percorso di riabilitazione di nostro figlio, come unica alternativa alla morte.

Ogni sera, ormai da anni, ci si incontra iniziando con un saluto di benvenuto che ci piace trascrivere:

“Benvenuto in questo gruppo di ascolto composto da familiari, parenti e amici di tossicodipendenti.

Sino a ieri combattevi le tue battaglie e vivevi il tuo dolore in completa solitudine: oggi, fra noi, hai trovato degli amici che, vivendo o avendo vissuto il tuo stesso problema, si riuniscono con il solo ed unico scopo di offrire e ricevere la solidarietà e l’appoggio indispensabili nella ricerca di una soluzione al dramma comune.

“Apri il tuo cuore e racconta le tue difficoltà: non sarai giudicato”

Apri il tuo cuore e racconta le tue difficoltà con la massima tranquillità: non sarai mai giudicato per le tue debolezze, ti verrà semplicemente offerta l’esperienza altrui e soprattutto la massima comprensione. Ma ciò che più conta è che tutto ciò che dirai, rimarrà sempre fra noi e le pareti di questa stanza.

Il cammino sarà lungo e difficile, ma la posta in gioco è troppo alta: la salvezza del tuo familiare ti ripagherà di tutti i sacrifici che sarai chiamato a compiere.

Ciò che deve sostenerti è la certezza che in questo cammino non sarai mai più solo se avrai fiducia nel gruppo”.

Grazie a Don Chino e Don Mario per aver costruito tanto bene.