Misteri hi-tech

pane e noci 7 (1)

L’oratorio subisce un furto. E don Biagio rinnova la dotazione di gadget elettronici dell’oratorio e suoi. Con esiti imprevedibili…Ecco a voi la settima puntata del nostro feuilleton 2.0 “Pane e Noci”. Il testo è dello scrittore Alessio Mussinelli, l’illustrazione è affidata a Matteo Gubellini. Buona lettura.

L’oratorio si affacciava sul campo sportivo e confinava, sul lato più stretto, con il giardino di una villetta disabitata. Una cinquantina di metri quadri in cui erano cresciuti rovi, arbusti e due robinie alte e imponenti.
E proprio da quel giardino in piena notte erano passati i ladruncoli che, dopo aver forzato una finestra dell’oratorio, si erano impadroniti di uno stereo, di un televisore, e di una decina di confezioni di caramelle gommose.
Gesto che don Biagio condannò con la veemenza di un treno ad alta velocità.
-Sono bravate – gli aveva risposto il carabiniere mentre stendeva il verbale.
-Bravate un fico secco. Ai miei tempi, cose del genere non accadevano -.
-Solo perché ai suoi tempi non c’era i stereo – sgrammaticò il militare.
Per recuperare al danno e non abbandonare al silenzio i ragazzi che frequentavano la parrocchia durante il fine settimana, don Biagio si recò in un negozio di elettronica dove, con gli occhi lucidi, venne a contatto per la prima volta con le meraviglie della modernità.
Televisori tre dì, stereo con sette casse più uno, proiettori, videogiochi, smartphone, computer di ogni forma marca dimensione e prezzo, tablet e elettrodomestici collegabili tra loro.
-Forse aveva ragione il carabiniere – borbottò tra sé e sé.
Don Biagio era poco avvezzo alle novità. Aveva il telefono sì, ma ancora quelli con la ghiera. Aveva il televisore sì, ma ancora quelli con il tubo catodico senza telecomando.
-Avrei bisogno di tutto – disse al commesso che gli andò incontro. -Tutto quello che è stato inventato dall’ottanta a oggi-.
Il commesso fisicamente allargò le braccia, mentalmente si fregò le mani, perché sulle vendite aveva una percentuale.
Il mattino seguente, quando tutte le apparecchiature vennero montate dai tecnici del negozio, don Biagio si rese conto d’essersi lasciato prendere la mano. Più che un oratorio sembrava una sala giochi. E più che don Bosco, sarebbe stato bene un ritratto di Steve Jobs.
Angelo, che aveva visto movimento dalla biblioteca, entrò in oratorio nel tardo pomeriggio e rimase esterrefatto.
-Lo so Angelo, non mi guardare così, ho combinato un pasticcio – disse don Biagio.
-A me pare bellissimo –
-Dici sul serio? Non avrei dovuto comprare tutte queste diavolerie-
-Gli oggetti non sono né buoni né cattivi. È l’uso che ne facciamo a fare la differenza-.
Don Biagio si lasciò andare a un abbraccio.
-Grazie, mi hai risollevato il morale -. Angelo ricambiò con una pacca sulle spalle. -E ora spiegami come funziona tutta questa roba-.
-Ha scelto la persona sbagliata, uso sì e no il cellulare. Però conosco un paio di persone che potrebbero aiutarla-.
-Esperti?-
Angelo annuì. Esperti eccome, nonostante l’età.
Nel fine settimana l’oratorio venne prese d’assalto. Tutti ci fecero un giro. Chi per provare un videogioco, chi per testare la banda larga, chi per mettere alla prova il nuovo impianto audio. Una masnada di tecnici informatici in miniatura. Verso sera poi, appena prima della chiusura, alle porte dell’oratorio si presentò anche il sindaco Foresti.
-Ho avuto notizia dei suoi nuovi acquisti e sono venuto a verificare che fosse tutto in ordine. Già vi hanno rotto una finestra per rubarvi uno stereo, chissà cosa potrebbe succedere con tutto questo ben di Dio-.
-E da quando avete a cuore i destini dell’oratorio?-
-Sempre avuti- sentenziò il sindaco, -ho persino disposto una vigilanza notturna-.
-Signor sindaco, la vostra cortesia mi commuove, ma non c e n’è bisogno-.
-Mi permetto di insistere-.
Don Biagio sentì un formicolio alla gamba. Pensò si trattasse dell’irresistibile voglia di assestare un calcio al didietro del sindaco, poi si ricordò di avere in scarsella il telefono cellulare che gli avevano dato in omaggio. Lo prese, lo avvicinò e allontanò dagli occhi alla ricerca della giusta distanza e lesse un messaggio. Don Biagio, non essere scortese c’era scritto.
-Ecco, se proprio volete- disse al sindaco dando retta al telefono.
-Certamente. Almeno finché non installerete un antifurto come si deve-.
Don Biagio lo lasciò passare, poi fermò l’ultimo ragazzino che stava uscendo.
-Mica sai dirmi chi mi ha mandato questo messaggio?-.

Primo episodio: L’inaugurazione
Secondo episodio: Cioccolato
Terzo episodio: Grigliata esplosiva
Quarto episodio: Chi la fa…
Quinto episodio:Una zuffa coi baffi
Sesto episodio: Quasi Beautiful