Il prete e le amicizie costruttive

L’ex curato della mia parrocchia torna spesso qui da gente che conosce. Ha partecipato anche a funerali e matrimoni. Personalmente non condivido questo comportamento. I legami personali non dovrebbero pesare sulle scelte pastorali. Mi fa pensare a quella ragazza che si è sposata ma torna sempre dalla mamma. Non è segno di grande maturità. Gigi

L’equilibrio è una “gran bella cosa”, caro Gigi, un dono da chiedere continuamente allo Spirito Santo affinché le nostre scelte evitino ogni genere di estremismo. Non sono esperta in dinamiche pastorali-parrocchiali, ma posso dire che tra il “troppo” e il “niente” vi è lo spazio per relazioni buone, mature e libere, che non ledono e non inficiano la propria scelta di vita e la propria dedizione al Signore e alla sua Chiesa.

Il prete e le amicizie che non imprigionano il cuore

La “virtù sta nel mezzo” diceva la sapienza dei nostri antenati; perché ciò avvenga occorre, però, un serio cammino di discernimento e di ascesi, non facile, ma estremamente necessario.

Non voglio entrare in merito alla situazione descritta, ma evidenziare che senza relazioni fraterne ed amicali la vita del sacerdote si chiuderebbe e si impoverirebbe. Anche per il prete, l’amicizia è un valore importante quanto la vita spirituale: dall’amicizia esclusiva con il Signore Gesù, scaturiscono, infatti, le relazioni con i fratelli e le sorelle. Vivendo e coltivando la relazione e l’intimità con il Signore Gesù, le pareti del proprio cuore si dilatano a 360 gradi per abbracciare ogni persona e ogni situazione.

Gesù ha vissuto in modo molto maturo queste due dimensione: di tanto in tanto, egli amava soggiornare presso la casa di Marta, Maria e Lazzaro, per ricuperare, grazie al calore della loro amicizia, le proprie forze dalla fatica di un ministero che non gli lasciava neanche il tempo di mangiare. L’amicizia e il legame con questi fratelli, tuttavia, non gli hanno imprigionato il cuore e gli affetti; egli, infatti, non ha coltivato l’amicizia come compensazione o fuga dalla propria vita e dalla propria missione: il suo cuore era tutto per il Padre, che incontrava nel silenzio e nella solitudine della preghiera notturna.

Il Sommo Bene e il resto

Anche per il sacerdote e per il consacrato la relazione con Dio è il fondamento di ogni relazione fraterna ed amicale, pena lo svuotamento delle relazione anche “più sante”.

Ciascuno presbitero è, perciò, chiamato ad esaminare se stesso e verificare se i propri comportamenti e le proprie decisioni sono autentici oppure no! Lasciandosi illuminare e guidare dallo Spirito e da coloro che, nella Chiesa, hanno il compito di aiutarlo a fare chiarezza dentro di se, potrà compiere scelte conformi al proprio stato di vita e testimoniare, anche nelle amicizie, che il Signore è il Bene, tutto il Bene, il Sommo Bene.