È arrivato il 4 marzo. La rivoluzione del coronavirus. La libertà e le sue dure regole

È ripartenza, alè! Finalmente, il 4 maggio è arrivato. Sollievo. Ma, ci sono molti ma.

Libertà molto “regolata”

Tutti i giornali, infatti, fanno la lista delle regole. Si torna in libertà, ma si tratta di una libertà molto vigilata. Chissà se, in futuro, il coronavirus sarà citato anche come una grande svolta culturale. Si è passati dalla libertà-di-fare-quello-che-si-vuole alla libertà-di-fare-quello-che-si-deve. La conquista culturale del coronavirus, di conseguenza, sarà forse indicata anche come approdo a una idea di libertà – che non è nuova ma lo è perché quasi sempre ignorata – che o è regolata o non è.

Perfino l’amore è “regolato”

Oltretutto si tratta di una regola che incuriosisce proprio in relazione agli aspetti più personali della libertà. Che cosa significa per due innamorati mantenere le distanze? Qualche comico ha avuto gioco facile a “ragionare” sul come fare l’amore a due metri di distanza. Appunto: gli aspetti più rigorosamente personali, più insindacabili, dove l’unica regola è la libertà, sono diventati ampiamente sindacabili.

A quel punto, forse, potrebbero essere tirate fuori di nuovo alcune considerazioni proprio su quegli aspetti più “insindacabili” della libertà. E, visto che ci siamo, anche un rapporto amoroso non è mai completamente libero perché sono in gioco due libertà e ognuna delle due deve tenere conto della libertà dell’altro.

I grandi insegnamenti per il tempo del coronavirus e per dopo

Altrimenti l’alternativa è chiara. Se uno dei due vuole affermare la sua libertà di fare quello che vuole deve, per forza di cose, violentare – in questo caso alla lettera – l’altro e la sua libertà. Non è più la legge dell’amore, la “dolce legge dell’amore”, ma la forza. E si capisce che se domina la forza domina chi ne ha di più. A questo proposito, non è un caso che ogni anno si devono contare, nel nostro paese, centinaia di femminicidi: il maschio, il più forte, ammazza la “sua” donna (in quei casi: che orrore, quel possessivo!) che è la più debole. Non succede mai, o quasi mai, il contrario perché lei, la più debole, non ce la fa ad ammazzare il più forte. Non esiste neanche il sostantivo per designare il contrario di femminicidio. Maschicidio? Non risulta.

Ecco l’insegnamento del coronavirus. Tutto, perfino l’amore – anzi: soprattutto l’amore – ha le sue norme. E se non le si osserva, anche l’amore rischia di svaporare clamorosamenente, come tante altre realtà, adesso e anche dopo, quando il coronavirus non ci sarà più.